Verso la fine dei '90

Enrico Luschi • mag 05, 2020

Penultima tappa del nostro veloce viaggio nella storia dei Braves

Eravamo rimasti con i Braves avanti 2-1 nella serie con l’enorme vantaggio di 6-0 e con sole 12 eliminazioni da fare per aggiudicarsi anche Gara 4 e salire quindi sul comodo piedistallo del 3-1.
 
Avevamo lasciato nel box Derek Jeter, giovane e promettente interbase della formazione di New York. Come nel 1991 un gesto di un difensore avversario è stata la sliding door per i Brave anche il turno in battuta di Jeter è la sliding door della serie di finale e, probabilmente, della storia dei Braves. Il giovane Yankee batte una palla che sembra essere un facile out, Jermaine Dye corre verso la palla, ma non riesce a prenderla: incredibilmente l’arbitro Welke non lo vede arrivare e non si sposta, obbligando Dye a girargli intorno per cercare di prendere la palla ed effettuare il primo out dell’inning. Dye tenta il tutto per tutto, provando anche a tuffarsi, ma purtroppo quella frazione di secondo in più necessaria ad evitare l’arbitro è fatale. La palle cade, è un foul e Jeter si ritrova di fatto graziato e con una seconda vita da spendere nel box di battuta. Questo piccolo episodio, all’apparenza insignificante, è il perno delle fortune dei Braves.

Certo, può sembrare ridicolo ridurre tutto ad un mancato out, ma vediamo cosa succede: Jeter dopo la “grazia” batte valido, Williams riceve una base per ball, Fielder batte una valida che (grazie anche ad un pasticcio difensivo di Dye) porta a punto entrambi i compagni, poi Hayes batte un singolo che fa segnare Fielder.

Da 6-0 adesso il punteggio è 6-3. Con i se e con i ma la storia non si fa, dicono, ma è fuori questione che probabilmente con Jeter out l’inning difficilmente avrebbe visto gli Yankees segnare 3 punti. Quindi 6-3, sempre un gran bel vantaggio, ma dimezzato e molto più facile da ricucire.
All’8° attacco gli Yankees sono ancora dietro 6-3, mancano 6 eliminazioni per dare la vittoria ad Atlanta. Il manager Bobby Cox fa alcuni cambi atti a rinforzare la difesa e manda sul monte di lancio per gli ultimi due inning Wohlers, colui che 12 mesi fa fece segnare l’out che dette il titolo ai Braves. Stavolta però Wohlers non è in serata: concede subito due battute valide a Hayes e Strawberry, poi Duncan batte su Belliard (appena entrato per le sue qualità difensive), ma il piccolo interbase commette una sbavatura che invece di due eliminazioni ne frutta solo una. Uomini in prima e terza base ed un solo out (ne mancano 5 per vincere), nel box di battuta c’è il modesto ricevitore Leyritz (anche lui entrato da poco al posto di Posada). I miglior battitori di New York hanno già battuto, il peggio sembra passato. Leyritz non è certo un battitore temibile, anzi dei nomi che avete letto fino ad ora è nettamente il peggior battitore ed ha già al passivo 2 strike....
Incredibilmente i Braves hanno bruciato un vantaggio di 6 punti. Tutto da rifare, ma adesso l’inerzia della gara è mutata: Atlanta ha il morale sotto i tacchi e New York non vede l'ora di completare una rimonta epica. Si va agli extra-inning e gli Yankees vincono Gara 4 pareggiando la serie sul 2-2, vanificando il grande inizio di Atlanta.
 
Gara 5 mette di fronte Smoltz e Pettitte, due lanciatori che nei playoff hanno sempre dato il meglio di loro. Gara 5 delle World Series è anche l’ultima partita della storia che sarà giocata al vecchio Fulton-County, poichè i Braves dal 1997 giocheranno nel nuovo Turner Field. Al 4° attacco New York passa a condurre: un errore difensivo ed un doppio di Fielder danno l’1-0 ai pinstripes, Atlanta non sfrutta le (pochissime) occasioni di pareggiare che gli offre Pettitte e il bellissimo duello di lanciatori premia gli Yankees. Sembrava impossibile da pronosticare dopo Gara 2 ma adesso gli Yankees guidano la serie 3-2 grazie a 3 clamorose vittorie in Georgia. Il Fulton-County Stadium chiude la sua storia con una bruciante sconfitta: Atlanta ha le spalle al muro e deve giocarsi il tutto per tutto in Gara 6 con Maddux sul monte di lancio.

Nell’ennesima partita senza un domani del decennio dei Braves Maddux incappa in un brutto 4° inning, quando concede 3 punti agli Yankees, Atlanta si rifà sotto, ma non sorpassa mai gli Yankees. Al 9° inning gli Yankees guidano 3-1, Atlanta tenta una disperata rimonta per portare gli Yankees a Gara 7: con un out Klesko batte una valida, imitato dall’eterno Pendleton, poi Polonia viene eleminato per strikeout. Rimane solo un out tra gli Yankees e la vittoria delle World Series, Grissom batte una valida che permette ad Atlanta di portarsi sul 3-2 e tenere viva la speranza con Mark Lemke nel box e corridori in prima e seconda. Con una battuta valida Atlanta pareggia la partita, ma purtroppo Lemke viene eliminato al volo e gli Yankees vincono l’ennesimo titolo della loro storia, rinfrescando di nuova gloria il soprannome di “Impero del Male”. Ancora nessuno nemmeno lo immagina ma questo out al volo è anche il cambio della leadership del baseball mondiale.

Finisce così quindi il 1996, con Atlanta che torna a leccarsi le ferite e si interroga sulle ragioni di una sconfitta che sembrava impossibile a due terzi della quarta partita di finale. L’incubo degli Atlanta Bills è stato esorcizzato grazie alla bella vittoria del 1995, ma qualcosa nella macchina perfetta dei Braves si inceppa sempre nel momento meno opportuno.
 
Il 1997 inizia con due mosse di mercato che, a posteriori, sono mezzi suicidi: i Braves cedono agli Indians Grissom e Justice in cambio di Lofton, un battitore costante e velocissimo ed un mediocre lanciatore di rilievo, mentre poco prima dell’avvio della stagione cedono ai Royals di Kansas City il giovane Dye in cambio di un onesto mestierante ed il più maturo Tucker, altro giocatore non certamente trascendentale. Nonostante questi movimenti di mercato discutibili Atlanta vince nuovamente la divisione con 101 vittorie e si garantisce l’ennesima corsa ai playoff: è la sesta volta consecutiva ed è un record per il baseball della Major League. Con questa qualificazione infatti viene abbattuto il doppio primato degli Yankees (1949-1953 e 1960-1964), adesso Atlanta entra ufficialmente nella storia e nel mito del basebal,  superando le formazioni di Yogi Berra, Joe Di Maggio e Mickey Mantle.
 
Il primo round di playoff mette di fronte i Braves agli Houston Astros (84 vittorie), sulla carta poco più di una formalità. Tra il Astros del 1997 troviamo Chucky Carr, che vedremo poi anche in Italia (Rimini). La serie si chiude subito 3-0 per Atlanta, la resistenza degli Astros si spegne con Gara 1, persa immeritatamente, mentre nelle restanti due partite Atlanta vince abbastanza agilmente, mostrando il solito monte di lancio stellare ed un attacco pronto a colpire al momento giusto.
 
La semifinale è contro i Florida Marlins che in stagione regolare sono arrivati secondi nel girone dei Braves, a 9 partite di distacco. Si sono qualificati ai playoff come migliore seconda della National League, sono guidati dalla vecchia volpe Jim Leyland e nel primo round hanno eliminato i San Francisco Giants con un clamoroso 3-0 secco. Tra le fila dei Marlins, alla loro prima partecipazione nei playoff, troviamo anche Ed Vosberg, che a modo suo si può fregiare di un bel record: è il primo giocatore che arriva alla Major League DOPO essere transitato in Italia (Novara). Nonostante le 9 partite di scarto in classifica va segnalato che nei 12 scontri diretti in stagione regolare i Marlins hanno vinto 8 partite, lasciandone ad Atlanta solo 4.

I Braves hanno i favori del pronostico, ma la serie è più aperta di quanto si possa credere: i Marlins non sono una squadra di fenomeni ma nemmeno da sottovalutare. Infatti si aggiudicano subito Gara 1 contro Maddux, Atlanta si vendica subito e pareggia i conti in Gara 2. Gara 3 va ai Marlins, Atlanta pareggia di nuovo grazie ad una prova stellare di Neagle in Gara 4, ma perde Gara 5 e si trova sotto 3-2. Nuovamente con le spalle al muro, ancora una volta Atlanta deve vincere almeno due partite consecutive per non essere eliminata. Glavine è il lanciatore di Gara 6, ma purtroppo subisce 4 punti al primo inning e compromette tutto. I Marlins avanzano alle World Series (che vinceranno), Atlanta termina un’altra stagione senza titolo. Per la prima volta si sentono scricchiolii anche nei “BIG 3”, non tanto nel rendimento complessivo nel corso della stagione bensì nelle deludenti prestazioni nelle gare dei playoff.
 
Il 1998 segna l’addio di Fred McGriff, prima base dei Braves dal 1993, un altro pezzo della squadra del titolo che lascia Atlanta. Lo sostituisce Gallaraga, altra mazza potente. Rimangono i "BIG 3", affiancati da un Neagle sempre più convincente e dal giovane e promettente Millwood. Questa probabilmente è la formazione di lanciatori più forte della storia del baseball moderno, basti sapere che il lanciatore che vince MENO partite in stagione ne vince 16. Atlanta domina la stagione regolare, 106 vittorie. La seconda classificata (Mets) è a 18 partite di distanza, i Marlins Campioni del Mondo a 52! Sembra tutto pronto per una corsa trionfale nei playoff.
 
Avversari del primo turno sono i Chicago Cubs, altra squadra che meriterebbe un articolo. Non vincono un titolo mondiale dal 1908, passandone di tutti i colori (vinceranno le World Series solo nel 2016, dopo 108 anni di digiuno). I Cubs del 1998 sono ai playoff come migliore seconda della National League ed hanno vinto 90 partite, soprattutto grazie ad un attacco esplosivo guidato da Sammy Sosa (capace di battere ben 66 fuoricampo, infrangendo il record storico di 61 fuoricampo di Roger Maris), ma di fatto hanno un solo lanciatore di livello. Infatti vengono asfaltati 3-0 dai Braves.

Semfinali contro i San Diego Padres (98 vittorie), squadra ben più arcigna. Sono molti i veterani al canto del cigno (anche perché pieni di steroidi) e tra loro troviamo anche tal Jim Leyritz, che ad Atlanta tutti ricordano bene. I Braves però hanno tutto il favore del pronostico e tutti attendono una superfinale contro gli Yankees, i Padres sembrano più un impiccio momentaneo che un vero ostacolo. Gara 1 Sand Diego vince al 10° inning, poi i Padres espugnano per la seconda volta il Turner Field: Atlanta è sotto 2-0. Dopo la prima partita in California Atlanta sprofonda sotto di 3 partite. Non è mai successo nella storia del baseball che vinca la serie chi si trova sotto 3-0. Atlanta tenta la risalita vincendo Gara 4, poi vince di rabbia anche Gara 5. Per Gara 6 c’è Glavine, come nel 1997, ma come nel 1997 a trionfare sono gli avversari. San Diego 4 - Atlanta 2, game over.

La rotazione più forte della storia ha clamorosamente fallito in semifinale: le uniche due vittorie portano la firma di Dennis Martinez (lo avevamo visto 41enne nel 1995 a Cleveland perdere la partita del titolo dei Braves!) e di Rocker, una debacle inimmaginabile. Probabilmente è la sconfitta più bruciante della tribolata storia dei Braves nei playoff. Il titolo quella stagione torna agli Yankees di New York (114 vittorie in stagione, un numero pazzesco), che nella finale spazzano via 4-0 San Diego. Chissà che bella finale sarebbe stata contro i Braves con il miglior monte di lancio della storia....
 
Continua (animo, la prossima è l'ultima)….

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