La stagione 1995 inizia con grosse novità: la Major League riorganizza le divisioni, facendole passare da 2 a 3 per Lega. Atlanta viene inserita nella National League East, insieme ai New York Mets, Philadelphia Phillies, i neonati Florida Marlins ed i Montreal Expos.
Atlanta ha nettamente i favori del pronostico, anche se i Braves ormai vengono dileggiati da molti con l’appellativo di Atlanta Bills in “onore” dei Buffalo Bills (squadra della Lega di Footbal Americano), capaci di arrivare per 4 anni consecutivi al Super Bowl senza mai vincere il titolo. Atlanta ormai sembra destinata a prendere il testimone di Buffalo nel mondo del baseball.
La squadra si presenta ai nastri di partenza con i 3 grandi lanciatori del 1993 nel pieno della maturità, mentre l’attacco vede l’ingresso a pieno regime anche di quel Chipper Jones selezionato tra gli esordienti “grazie” alla disastrosa annata 1990. Altro grosso cambiamento è la sostituzione di Ron Gant (finito ai Cincinnati Reds) con Marquis Grissom.
Atlanta vince anche la nuova divisione, mettendo insieme 90 vittorie nel corso della stagione regolare, è l’ennesima qualificazione consecutiva ai playoff. Playoff che da questa stagione prevedono un ulteriore turno e qualche modifica: non più solo semifinale e finale (sempre al meglio delle 7 partite), ma anche i quarti di finale (al meglio delle 5). Atlanta va a giocare contro i Colorado Rockies (una delle ultime formazioni nate nella storia della MLB) alla sua prima partecipazione ai playoff. Colorado è una squadra prettamente offensiva, ma di fatto senza un monte di lancio degno di nota e sulla carta non c’è storia (solo 77 le vittorie dei Rockies in stagione regolare) ed infatti Atlanta vince 3-1 la serie, anche se mostra la presunta superiorità solo nell’ultima partita.
Si passa quindi alla semifinale contro i Cincinnati Reds dell’ex Ron Gant, che in stagione regolare hanno totalizzato 85 vittorie. Sembra una sfida più equilibrata, i Reds sono una formazione senza dubbio più compatta dei Rockies, hanno un discreto attacco e lanciatori interessanti, anche se Atlanta ha nettamente i favori del pronostico. Dopo la sofferta vittoria in Gara 1 all’11° inning Atlanta vince anche Gara 2 agli extra-inning, poi Cincinnati cede e segna solo 2 punti nelle successive due partite. Per una volta i Braves mostrano che la fiducia su di loro è ben riposta: 4 vittorie di fila e pratica chiusa senza concedere nemmeno una vittoria ai Reds. Atlanta è nuovamente alle World Series.
I Braves sfideranno i Cleveland Indians campioni dell’American League: una formazione molto offensiva ma che, al contrario dei Rockies, ha anche dei lanciatori importanti. In stagione regolare gli Indians hanno vinto ben 100 partite, mentre nei playoff hanno spazzato via Boston (3-0) e Seattle (4-2). Cleveland manca dalle World Series dal 1954 e non vincono dal 1948, ma il giusto mix tra ottimi giovani e vecchie volpi sembra la ricetta giusta per riportare gli Indians sul tetto del mondo e continuare la maledizione degli “Atlanta Bills”.
Le prime due partite vengono giocate a Fulton-County Stadium di Atlanta ed i Braves vincono entrambe le gare di un punto. La serie è sul 2-0 quando si torna nella fredda Cleveland, Atlanta manda sul monte John Smoltz per portarsi sul 3-0, ma Smoltz stavolta sbaglia completamente partita, concedendo 4 punti in nemmeno 3 inning di lavoro. Nonostante questo Atlanta rimette in piedi la partita, nulla sembra andare storto verso il 3-0, altro che Atlanta Bills!
Quando Cleveland inizia il suo penultimo attacco i Braves sono avanti 6-5 sul tabellone e già pregustano la vittoria. Un facile out, poi una base per ball, un singolo ed un doppio riportano la partita in parità. Per l’ennesima volta Atlanta nel finale di partita butta via un vantaggio costruito nelle fasi precedenti del match. Si va agli extrainning, Atlanta spreca occasioni sia al 10° che all’11° e ovviamente viene punita da Cleveland che vince la partita. Atlanta si era trovata a 5 eliminazioni dal portarsi sul 3-0 nella serie, ma ha perso ed ha riaperto la serie: in molti tirano nuovamente fuori la battuta degli Atlanta Bills. Gara 4 smentisce i critici: Atlanta vince 5-2 ed adesso è davvero ad una sola vittoria dall’agognato titolo mondiale. La partita della storia potrebbe essere Gara 5, ma Atlanta perde 5-4 e porta la serie sul 3-2, intanto impazzano ovviamente le ennesime accuse ai Braves di non saper fare l’ultimo decisivo passo per arrivare al titolo. Titolo che inizia davvero a sembrare maledetto, ma adesso si torna in Georgia per decretare il vincitore del campionato 1995: Atlanta può sfruttare il vantaggio del fattore campo in Gara 6 ed eventualmente Gara 7.
Per la prima partita casalinga Bobby Cox si affida a Glavine, il prodotto del vivaio scelto dopo l’ultimo posto in classifica del 1984, mentre Cleveland punta sull’esperienza di Dennis Martinez detto “El Presidente”, un 41enne originario del Nicaragua che qualche anno prima è entrato nel ristrettissimo club di lanciatori capaci di lanciare un “perfect game” (ovvero eliminare consecutivamente tutti i battitori avversari senza permettere che nessuno arrivi in base, un’impresa rarissima). Prima della partita David Justice butta benzina sul fuoco e dichiara alla stampa che è rimasto favorevolmente impressionato dal calore di tifosi di Cleveland, mentre si lamenta dello scarso affetto dei tifosi dei Braves. Verrà fischiato ininterrottamente per tutta la partita. La sfida tra Glavine e Martinez è stellare, Martinez lascia il campo al 5° inning dopo una bella prova, Glavine inizia il 6° attacco senza aver concesso nemmeno una battuta valida, flirtando con una ipotetica e storica no-hitter. Purtroppo i sogni spesso tali rimangono e Glavine subisce una battuta valida al 6°, ma è un fuoco di paglia: il temuto attacco degli Indians sembra comunque annientato dal lanciatore di Atlanta. Al cambio campo il primo battitore per Atlanta è proprio David Justice, partono nuove bordate di fischi, ma Justice risponde così: