Il virus della propaganda

Enrico Luschi • 31 marzo 2020

Spunti di rifelssioni paranoiche.

In tutto questo pandemonio sto prestando particolare attenzione all’aspetto propagandistico della emergenza COVID-19. E mi ci tormento, perchè vedo molte cose che non mi piacciono. Probabilmente quando rileggerò questo articolo mi darò del coglione da solo, ma è da qualche giorno che mi frulla in testa questa robetta e devo esternare il mio disagio.

La propaganda, dicevo. Non so perché mi ci sono infognato così, non è nemmeno un settore che mi interessi particolarmente, ma mi ci sono flashato. Forse questo interesse mi è nato dentro per distogliere lo sguardo dal macabro conteggio dei morti e non stare troppo dietro alle cialtronaggini del nostro Governo, alla Caporetto della “migliore sanità del mondo” e tutto quanto di brutto ci gira intorno in questi giorni. Si, perché il guardare al futuro, in questo momento, mi pare sotto tanti aspetti assimilabile alla visione di un film horror. Inoltre, in questa infinita quarantena, in questo eterno tempo sospeso, qualcosa bisogna pur fare, anche a costo di scivolare nel complottismo, ma io a guardare Striscia la Notizia proprio non ce la faccio.

Come avrà notato qualcuno l’Italia è sotto un fuoco incrociato di propaganda: sin da subito abbiamo visto all’opera quella raffazzonata Cinese, adesso sta prendendo piede quella molto più pericolosa a targa Russa, affiancata da quella pecoreccia dei deliranti No Euro/Sovranisti/Bandierini, con l'ultima brillante trovata di alcuni sindaci cialtroni di togliere la bandiera UE mentre si chiede l'elemosina(una mossa strategica niente male). In questa “guerra”, dall’altra parte della barricata ovviamente troviamo quella dei pro Euro e pro Europa (se proprio volete arruolarmi in qualche brigata schieratemi pure al fianco di queste due compagini).

Partiamo con l’elencare quello che abbiamo visto nei primi giorni, la propaganda Cinese: il punto più basso forse fu quel filmato delle persone sui balconi a cantare e che la TV di Stato Cinese fece passare come persone che cantavano “Grazie Cina!” in seguito all’arrivo delle prime mascherine. Una cosa patetica, palesemente falsa tanto da sembrare persino offensivo verso l’intelligenza della popolazione cinese. Però tutto sommato era un video per il mercato interno Cinese, quindi sticazzi, anche se dovrebbe essere indice di come tira il vento nei regimi. E' venuto fuori poi in questi giorni che la Cina ad inizio epidemia (quando faceva incetta di mascherine e altro in giro per il mondo) abbia chiesto di mantenere più segreta possibile la notizia per non scatenere il panico globale, salvo poi scatenare questo ignobile sciacallaggio che abbiamo visto in Italia e altrove. Ma mi ha colpito molto di più un altro aspetto di questa campagna di propaganda: non so se vi ricordate (sembra passata una vita!) ma all’inizio sui social ed in TV venne fatto passare come se la Cina ci avesse regalato mascherine e ventilatori quando invece ci VENDEVA (prioritariamente rispetto ad altre commesse internazionali, ad onor del vero) tali attrezzature. Per i social basta questo per scatenare lodi al Dragone che –generosissimo- si prodiga al punto tale di vendere merce che va a curare un disastro originato dalle condizioni inaccettabili del mercato di Wuhan e dalla (criminale) gestione iniziale dell’emergenza. Troppa grazia, amica Cina!

Poi fu la volta dei medici cubani. Cuba, chiamata dall’assessore alla sanità della Regione Lombardia (leggasi Lega), manda una manciata di medici cubani a dare una mano alla sanità della Regione più avanzata d’Italia e tra le più ricche d’Europa. Apriti cielo: chiunque abbia un account FB o TW si è sicuramente imbattuto in meme, post deliranti e inneggiamenti vari al regime cubano o al comunismo tout-court. Ora, fino a quando vedo questi post da gente nata prima degli anni ’70 mi ci viene da sorridere, quasi bonariamente. Si, perché posso anche capirlo, da un certo punto di vista e sotto tanti aspetti: il ricordo dell’infanzia vissuta all’ombra degli ideali pace, amore e socialismo (ma col culo sempre bellino al caldo nello schifoso capitalismo occidentale), gli anni dorati della giovinezza durante i quali non si sono accorti che si stavano mangiando l’Italia, troppo impegnati magari in un corteo per Mao e carnevalate simili. Quando invece lo vedo in bocca (o nelle bacheche social) di miei coetanei mi fa preoccupare molto di più. Ma queste sono solo impressioni personali, magari figlie dei miei pregiudizi riguardo la Storia e la realtà. Vediamo cosa succede con i medici cubani: questi dottori vengono da un sistema talmente funzionante che fa sì che il più alto grado della sanità cubana (non i muratori, con tutto il rispetto) arrivino a Marzo in Italia senza nemmeno un maglione e rischiano di morire assiderati appena sbarcati. Succede che la popolazione da aiutare si commuove per i poveri medici cubani ed organizza una colletta per comprare dei maglioni ed indumenti pesanti da donare quanto prima ai dottori cubani. Giuro. Chi doveva essere salvato salva chi doveva salvare: è il freddo sol dell’avvenire, compagni. Ma non importa, giù retorica a pacchi e post su Facebook e Twitter sulla grandiosità di Cuba e del comunismo perché siam tutti fratelli ed invidiamo il Terzo Mondo. Hasta la miseria siempre, compagni. Ah, vediamo alla fine anche quanti dei dottori venuti da Cuba tornano ai Caraibi, perché chi vive nel paradiso terrestre che “dispensa lezioni al mondo”, una volta che ne fugge spesso fa di tutto per non tornarci. Magari è per lasciare spazio a voi che lo anelate così ardentemente.

Simpatico intermezzo: la giunta lombarda a trazione leghista, pur di far fronte al disastro COVID-19 generato dal disastro organizzativo a firma Fontana, arruola anche Emergency e tutte le altre ONG. Le stesse che fino a qualche mese fa chiamava “taxi del mare”, che si abbeveravano alla “mangiatoia pubblica” ma che, grazie alla sagace azione di Governo del buon Matteino Tuttominchia, erano state fiaccate perché “la pacchia è finita”. L’ultimo schiaffo è l’aiuto umanitario proveniente dall’Albania e dalla Somalia. Poveri stronzi.

Ma adesso il piatto forte: poteva mancare lo zio Vlad in questo buglione? Ma certo che no, anche se arriva non col il miglior tempismo possibile. Bruciato dalla Cina e financo da Cuba in questa versione malata dell’Internazionale Socialista. Dopo aver ammazzato a mani nude il virus e aver giurato al mondo che la Russia era immune al virus (per decreto dello Zar, evidentemente) lo zio Putin ha inviato i suoi aiuti in Italia e qui si apre un ampio discorso da fare.

Alcune doverose premesse, le scrivo subito almeno tagliamo la testa al toro: 1) non credo ad un’invasione militare Russa; 2) Iacoboni può non piacere ma rimane uno dei pochi giornalisti di inchiesta italiani che cerca di andare a fondo nelle cose; 3) questo è un blog che uso per passare il troppo tempo libero che ho a disposizione, le mie paturnie hanno la valenza che hanno; 4) meglio un giornalista che fa una domanda in più e sfocia nel ridicolo che uno che di lavorofa il reggimicrofono;

La Russia, dall’alto dei mirabolanti risultati raggiunti sotto la guida dell’amato Zar Vlad (due dati, per dire: reddito medio 10.700 dollari vs 32.000 dollari italiani, aspettativa di vita 71.5 anni Russia vs 82.5 anni Italia) manda in Italia tutto questo ben di Dio:

- 600 ventilatori

- 326.000 mascherine

- 1.000 tute mediche

- 10.000 tamponi

- Due macchinari per analizzare i tamponi;

La cosa strana è che per mandare queste briciole spedisce in Italia 15 aerei militari e un nutrito contingente di soldati (guidati da colui che aiutò Assad con le armi chimiche), che non si capisce bene a cosa debbano servire. Intendiamoci, gli aiuti sono sempre graditi e vanno ringraziati tutti gli Stati che ci hanno mostrato vicinanza, tuttavia per fare un raffronto della magnificenza russa basti pensare che la Repubblica Ceca da sola ha donato la stessa identica quantità di tamponi e di tute mediche. Diciamo che la grancassa mediatica riservata alla Russia è abbastanza immotivata, no? Impietoso poi il confronto tra gli aiuti russi con quelli mandati dalla Cina o, ancora più imbarazzante, con quelli arrivati dalla UE (perché “non fa nulla”, ricordiamocelo): milioni di mascherine da Francia, Austria e Germania, 25 MILIARDI di euro di aiuti economici, oltre i 70/75 ricoveri già assicurati dalla Germania (che “ce l’ha con noi” perché addirittura osa chiedere garanzie sui soldi che dovrebbe darci per ripagare la nostra miseria politica ed economica).

Tutto questo pistolotto è solo il preambolo: un giornalista che su queste misere paginette abbiamo già trovato, Iacoboni della Stampa, qualche giorno fa ha scritto un articolo nel quale chiedeva l’entità degli aiuti russi e se fossero da considerarsi regali o, come nel caso cinese, forniti dietro corrispettivo.

Iacoboni è un giornalista che a me piace, è stato il primo a indagare giornalisticamente sulle storture interne della Casaleggio Associati, diverse cose che sappiamo della setta pentastellata le dobbiamo a lui. Poi, indubbiamente, ha un ego ipertrofico, ha le sue fisse e come tutti gli esseri umani è fallace, ma siamo il Paese che ha in TV una sera Travaglio e l’altra Scanzi, quindi sopportiamo pure Iacoboni, no? Ciò nulla toglie al suo articolo e alle sue domande sugli aiuti russi. Probabilmente guidato dal pregiudizio (non certo immotivato, quando si parla di un dittatore quale del resto è Putin), ha scritto un articolo che oltre le domande esposte poco sopra poneva dei dubbi legittimi. Nei giorni successivi Iacoboni ha probabilmente fatto qualche mossa avventata sui social (postato un video abbastanza discutibile su “camion di soldati russi che pascolano sul suolo italiano”, rivelatosi poi un video tagliato ad arte), creato probabilmente qualche allarmismo non particolarmente fondato. Un errore, indubbiamente. Ma quelle domande restano e se adesso sappiamo che la Russia ci ha donato quanto elencato poco sopra lo sappiamo grazie a quell’articolo. Prima di andare avanti scrivo nuovamente che NON credo all’invasione Russa o a complotti smascherabili da qualsivoglia utente dei social (compreso Enrico Luschi, ovviamente). Detto questo: se non mi ricordo male noi siamo un Paese NATO con basi militari NATO, quindi la preoccupazione verso i soldati di uno stato extra NATO sono come minimo legittime. Rimango poi dell’idea che sia meglio leggere una domanda in più che una di meno. Ora, siccome io sono uno di quei coglioni contento di vivere in Europa e non nella Russia dello Zar o nella Cina del Terzo Millennio (e tanto meno nella Cuba post Fidel, chiaramente), credo che un giornalista che fa queste domande e pone questi interrogativi debba essere quantomeno smontato con i fatti e non con la propaganda di bandierini e sovranisti ritardati mentali. Invece si è scomodata nientemeno che l’Ambasciata Russa in Italia con una nota scritta indirizzata al direttore de La Stampa. Cercatevela e leggetevela, è molto istruttiva. Colgo fior da fiore, per fare alla svelta: l'Ambasciatore pare stupito che qualcuno sollevi domande dopo che uno Stato estero ha fornito "aiuti imponenti", ma stranamente non fa nessun raffronto con gli altri stati che ci hanno aiutato, perchè gli aiuti da imponenti diventerebbero immediatamente briciole. Poi abbiamo la frase (testuale) “In ogni caso il giornalista non avrebbe dovuto disorientare gli stimati lettori” che direi possa essere il miglior metro di misurazione per la distanza che c’è tra il nostro mondo libero (ipocrita, patetico, ridicolo e tutto quello che volete, ma libero) ed il loro, nel quale cosa e come scriverlo sui giornali lo decide un funzionario ministeriale. Patetico infine, ma rivelatore di quale sia il succo della faccenda, il punto nel quale viene detto, in poche parole, che la NATO è insensibile ai problemi italiani mentre la Russia (uno stato con le pezze al culo) ci è veramente amica. Passano nemmeno 48 ore e Trump ci dona 100 milioni di dollari, giusto per darvi la misura dell'intervento. Ah, se pensate che sia roba da complottisti fate pure. Stamani ne ha parlato quella piccola emittente che è la BBC, ieri la CNN. Ovviamente non possiamo perderci troppo tempo, c'è da dare la caccia ai runner.

Ora basta, mi sono rotto i coglioni, era solo un piccolo sfogo causato dal vedere che si parla (acriticamente) solo degli aiuti di Cina, Russia, Cuba, quando invece stiamo ricevendo aiuti da tutto il mondo e lasciamo succederci sotto il naso troppa roba. Poi, come secondo step, sarebbe anche carino iniziare a capire che chi dobbiamo ringraziare maggiormente, numeri alla mano, è la UE, non certo la Cina o la Russia.

Ma su questo ultimo punto non c'è nemmeno da sperarci.

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