La morte ai tempi di Whatsapp

Enrico Luschi • 28 gennaio 2020

E se quando si muore.....

E quindi morì.

Gli giravano un po' i coglioni, ancora non era pronto. Qualche altro sfizio avrebbe voluto toglierselo, sistemare alcune cose, riuscire almeno a dire ai proprio genitori e alle persone care "Vi ho voluto bene", ma quella luce bianca arrivò e se lo portò via. Vaffanculo, fine della corsa. Dio o chi per lui aveva deciso di fare apparire "Game Over" sul suo monitor.

Il trapasso fu indolore: rimase incosciente per non più di qualche breve secondo, poi si rese conto di percorrere, trascinato da una forza sovrumana, un lungo tunnel stretto illuminato solo da una luce asettica. Si rese conto che stava per scoprire il mistero dei misteri, ovvero cosa ci fosse dopo la morte. Quella sensazione lo irritò e lo fece sorridere al tempo stesso.

Un qualcosa "dopo" c'era e questa era senza dubbio una gran notizia. Non ci aveva mai creduto ed aveva palesemente sbagliato tutta la vita, indubbiamente. Questo pensiero le fece anche sorridere: invece di gustarsi il momento aveva il magone di essere comunque appena morto. Già, come avrebbe dovuto comportarsi? Era giusto logorarsi l'anima anche in questo frangente? E questa forza sovrumana dove lo stava portando? Cosa sarebbe successo da ora in avanti? Chi aveva ragione? Ebrei, musulmani, buddisti, chi?

Dopo qualche secondo vide arrivare da una piccola porta laterale una giovane ragazza con una cartellina in mano. Una bella topina, a dirla tutta. Provò a fare il brillante, dicendo che aveva un appuntamento col titolare, ma la ragazza non lo cacò di striscio. Gli chiese solo se avesse gradito un po' d'acqua. Rifiutò, impaziente di capire di più.

La ragazza gli passò un foglio bianco ed una penna, dicendo solamente un gelido "Tenga". Otis non capì, ma prese ugualmente quanto offertogli. Guardò la ragazza con sguardo perplesso, quasi per chiedere lumi e lei rispose solo con uno sguardo distaccato. Passato qualche secondo Otis la fissò e provò a dire "Mi porta anche la carta dei vini, per favore?". L'impiegata sparì dietro la porta e Otis si mise a sedere su una seggiolina bordeaux che non aveva ancora visto.

Giocherellò con la penna, disegnò una casetta e un gattino, scrisse una finta recensione stile TripAdvisor concludendo con "Non tornerò", poi si mise le mani sulla testa, sbadigliò, allungò le gambe e sconsolato aspettò.

Dopo qualche minuto uscì dalla porta un signore sulla 50ina, vestito elegante come uno di quei manager stronzi che andavano tanto di moda al piano di sotto. Lo accolse calorosamente, gli prese il foglio dalle mani e chiese se volesse qualcosa. Otis chiese solo uno shot di mezcal. I convenevoli continuarono per qualche istante, poi Otis disse "Tutto bello, ma ora che succede?".

Il manager lo guardò, sorrise e disse semplicemente "Beh, adesso Signor Otis non dipende più da Lei: adesso Lei per un lasso di tempo corrispondente alle 24 ore terrestri sarò messo a suo agio in una stanza dotata di tutti i comfort. In queste ore avrà modo di leggere tutte le conversazioni dei suoi cari su quel piccolo monitor laggiù. Tutto: Whatsapp, Facebook, Instagram e tutti gli altri strumenti digitali in voga sulla Terra. Quello che succederà tra 24 ore dipenderà dal numero di interazioni, commenti e condivisioni che avranno un feedback positivo su di Lei."

"Cioè -chiese Otis- il mio futuro eterno dipende da quanti scriveranno "Ciao Otis, sempre nel cuore" su Facebook o sullo stato di Whatsapp? Ma mi prende per il culo? Ma le sembra il caso, sono morto da non più di 5 minuti e Lei mi prende per il culo?"

"Esatto Signor Otis, proprio così. Buona fortuna...." fu la risposta del Manager, che appena dette queste parole gli mise in mano la chiave, gli dette una pacca sulla spalla con un sorriso ed indicò una porta verde sul lato destro della stanza. Poi uscì dalla piccola saletta.

Otis riuscì a mormorare tra di sè solo "Ma guarda te che giornata di merda...."

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