Ricordate che questo è stato?

Enrico Luschi • 30 marzo 2023

W LA FICA, simbolo di Patria, Resistenza e Libertà.

Ave villici!

Come va? E’ appena finito l’inverno, siete sopravvissuti? Perché, se non ve lo ricordate, dovevamo morire di freddo e di stenti: così ammonivano i grandi intellettuali italiani già da metà estate. Come è andata?

Oggi niente attualità stretta, non ve la meritate, bensì qualche riflessione sparsa nata da un semplice video che mi è passato sui social in base a qualche strano calcolo dell’algoritmo. A proposito, avete notato che ultimamente tutti gli algoritmi dei social siano imbarazzanti? Stamani per dire su Facebook la pubblicità di Booking mi suggeriva un ottimo lodge ad Islamabad. Qualcosa da tarare, un attimino appena.

Vabbè non dilunghiamoci: il video offertomi dall’intelligenza artificiale è questo:

Mi guardo tutta sta pappardella e mi trovo a riflettere su cosa significò e cosa mise in moto quella puntata del programma di Luttazzi. Era il 14 Marzo 2001, sembra incredibile ma sono passati già 22 anni. Io ho dei vaghi ricordi di quella serata, ho sempre considerato Luttazzi un talento cristallino di stand-up comedian, indipendentemente dalla questione plagio (dopo ci arriviamo). Quindi tendenzialmente guardavo anche i suoi show, anche se secondo me non era il Luttazzi migliore, sebbene i dati parlino di punte di 7 milioni di telespettatori.


Prima considerazione: 22 anni fa c’erano comici che facevano in Rai programmi come Satyricon, tra i tanti che potevamo vedere in TV. Adesso dobbiamo farci andare bene “Fratelli di Crozza”, “Made in Sud” o le francamente insopportabili battutine sulla Jolanda della Littizzetto da Fazio, uguali da lustri. Anche questo meriterebbe un minimo di approfondimento, ma stasera non ho voglia di trattare il palinsesto televisivo italiano, che praticamente si suddivide ormai solo in reality e talk-show stile canile.

 

Insomma, cosa fu questa puntata (o meglio questo scorcio di puntata) del Satyricon? Luttazzi invitò uno sconosciuto e impacciatissimo giornalista (allora chi conosceva Marco Travaglio?) che aveva appena pubblicato un libro che indagava sulla misteriosa fortuna economica di Silvio Berlusconi. Nel corso della breve intervista Luttazzi chiede conto a Travaglio di varie ambiguità nella storia economica di Berlusconi e il giornalista non si tira indietro, citando documenti, atti processuali e quant’altro.


Anche qui una breve e veloce chiosa: sono passati 22 anni ma anche questo aspetto sembra provenire da un altro mondo. In uno show televisivo un comico parla di un libro di inchiesta su un candidato alle elezioni politiche, una cosa adesso semplicemente irrealizzabile, per più fattori. Furono portati alla luce e sottoposti al grande pubblico fatti ed informazioni fino ad allora sottaciuti dal dibattito politico e da quello intellettualgiornalistico. Fino ad allora infatti non era mai stato detto chiaramente, in tv, che le procure di Caltanissetta e Palermo indagavano su Berlusconi & Friends per concorso esterno in associazione mafiosa, mandanti occulti delle stragi di mafia e altri fatti graziosi e stuzzichevoli.


Piaccia o meno, se adesso tutti facciamo battutine su Berlusconi e Mangano lo dobbiamo a quei minuti di Satyricon, prima di allora sfido chiunque ad aver avuto contezza di questi fatti. Onore al merito, come minimo.

 

Fu una cosa clamorosa, già dalla sera stessa montò una canea pazzesca, con Gasparri sugli scudi e tutti gli altri leccaculo di Berlusconi a fare a gara a chi leccava meglio. Questa intervista, come dicevo, fu come il proverbiale sassolino che innesca la frana: è riconducibile a questa anche la crisi finale Montanelli-Berlusconi, tanto per dirne una. Fu memorabile, prima ancora che l’editto bulgaro (poi arriviamo anche a quello) il definire “ingrati” gli ex dipendenti Montanelli, Luttazzi, Travaglio, Freccero, Santoro e Sabina Guzzanti, come se aver pagato in anni passati comprasse i sopracitati professionisti nei secoli dei secoli.


Allora ancora non potevo votare, ma quel che mi rimase impresso fu come nella parte politica avversa (Ulivo e soci) ci fu quasi un atteggiamento a “volemose bbbene”, una generica e svogliata difesa della satira, senza calcare la mano su queste reazioni sguaiate e da bava alla bocca della parte politica avversa a poche settimane dalle elezioni. Elezioni che vedevano oltretutto l’Ulivo in netto svantaggio e quindi, almeno in linea teorica, in dovere di appigliarsi a tutto l’appigliabile. Clamorosa, a tal proposito, l’immortale imitazione di Rutelli fatta da Guzzanti (“Berluscò, ricordate degli amici! Ricordati di chi ti ha voluto bene”) Anzi, fu quasi una gara a non demonizzare l’avversario se non addiritttura a offrire solidarietà a Berlusconi, Dell’Utri e compagnia. Il sempre ottimo Violante, ad esempio, non perse occasione di cogliere esattamente il punto del dibattere ed inviò una vibrante lettera di protesta al Presidente Rai per l’espressione “Paese di merda” di Luttazzi a fine trasmissione dato che ciò era “totalmente inaccettabile”.

 

Nei giorni successivi negli (allora) ancora rari talkshow fu un vero infuriare di polemiche, si sentì di tutto. Dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del tempo Mario Petrina che disse che era andato in scena “un massacro delle regole dell’informazione che prescrivono sempre il contraddittorio” a Fini che dichiarò che una volta vinte le elezioni “faremo piazza pulita in Rai”. Proprio questa frase innescò una famosa intervista di Montanelli ad Elkann, quella de “il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo” ed altri passaggi memorabili. Furono giornate intense, ogni giorno c’era qualcosa a muovere le acque. I talk registravano 6-7 milioni di spettatori puntata dopo puntata, i giornali non parlavano pressochè di altro, vignette su giornali internazionali, attoniti corrispondenti esteri (mi ricordo Udo Gumpel ed il suo celebre “Non so come spiegare ai tedeschi tutto questo”) etc etc.

 

Satyricon fu sospesa per una settimana e fu concessa la ripresa solo 14 giorni dopo ma solo a patto di non trattare di politica (!). Luttazzi fu vittima di un’attenzione incredibile per un Paese democratico: Il Giornale (edito da Berlusconi) lo prese come valvola di sfogo riservandogli editoriali ed articoli continui, fu pubblicata la sua dichiarazione dei redditi lasciando in bella vista dati personali e indirizzo di casa. Ovviamente tempo zero fu vittima di minacce, telefonate anonime e furti nell’abitazione. Fu oggetto di censura anche nella sua attività teatrale, ad esempio a Cagliari il sindaco Emilio Floris cercò con qualsiasi mezzo di impedire la data del Satyricon con ogni mezzo e con sprezzo del ridicolo. La gragnola di cause raggiunse un totale di richiesta risarcimento danni di 62 miliardi di lire, una cifra incredibile. Cause ovviamente perse in partenza ma che sono andate avanti per anni, vista l’impari forza economica tra Berlusconi, Mediaset e Forza Italia contro il singolo Luttazzi, un simpatico modo di tenere sempre sotto scacco un comico, impegnandolo in interminabili cause.

 

Oh, un veloce passo avanti, giusto per puntualizzare: le inchieste oggetto del libro e della trasmissione caddero nel vuoto, anche se nella sentenza di archiviazione (3 maggio 2002) si legge di “accertati rapporti di società Fininvest con personaggi in varia posizione collegati a Cosa Nostra”. Dell’Utri fu condannato a 9 anni di reclusione (poi ridotti a 7) ed è giuridicamente stabilito che ha “agito come mediatore tra gli interessi di Cosa Nostra e Silvio Berlusconi”.

Comunque Berlusconi vinse quelle elezioni, ma la ferita rimase aperta.

 

Apro una piccola parentesi: noi non dobbiamo comunque dimenticarci che in questo Paese non abbiamo una dittatura militare solo perché a Berlusconi piaceva troppo la fica, perché nel 2001 consegnammo la nazione in mano ad un tycoon spregiudicato (P2, mafia, intrallazzi vari: come minimo uno incapace di scansare la merda, a voler pensar bene) con un potere mediatico senza precedenti nella storia e che avrebbe potuto mettere in piedi un regime non dissimile dalla Russia del suo caro amico Putin, tanto per fare un esempio. Ogni tanto ci penso e intimamente ringrazio l’ossessione berlusconiana per la fica, perché con un’altra persona al comando del Governo, con a disposizione Rai, Mediaset, Mondadori, Libero, Giornale etc fare dell’Italia una Repubblica in stile centroamericanaìo non avrebbe comportato chissà quale sforzo. W LA FICA quindi, eroina di Resistenza e Libertà, altro che antifascismo da concertone del Primo Maggio e baggianate simili.

 

Ma si diceva, Berlusconi vince le elezioni e un anno dopo, in visita a Sofia, emana il famoso “ukase” o editto bulgaro, quando in poche parole chiuse la carriera TV di Biagi, Luttazzi e rallentò molto quella di Santoro, rendendolo un martire della libera informazione.

 

Ma i protagonisti di questa storia? Luttazzi non ha più lavorato in TV, se non una veloce apparizione sulla allora neonata e semiclandestina LA7, dove fu comunque segato a seguito di una controversa puntata del nuovo show “Decameron” nella quale parlava di un Giuliano Ferrara “in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caca in bocca e la Santanchè in un vestito sadomaso che lo frusta”. A questo si unì lo scandalo delle battute copiate dai mostri sacri della stand-up americana, cosa che Luttazzi ha sempre negato (senza grosso successo) ma che ha gettato una gigantesca ombra sul comico romagnolo, che pare aver accusato molto il colpo. Da allora è praticamente scomparso.


Solo recentemente ha pubblicato un libro “Infinite Reich” che ho comprato solo perché al Luttazzi della mia giovinezza gli voglio bene, ma è un mappazzone indigeribile ed illeggibile. Un talento bruciato, davvero mi dispiace che abbia sia stato tagliato fuori, un comico che in Italia per tanti aspetti non avrebbe ancora rivali (se si pensa al panorama comico attuale cascano le braccia, anche se finalmente la stand-up non è più roba da sfigati, ma non sembra palesarsi un Luttazzi o un Guzzanti o scegliete voi il nome della generazione dei comici degli anni 90-00).

 

Travaglio, invece? Quella trasmissione fu la sua fortuna. Da allora è una presenza fissa in TV, a pontificare su tutto lo scibile umano, con l’attuale accanimento terapeutico di LA7 che lo ha come ospite una sera si e l’altra pure. Dopo aver girovagato per diversi giornali (l’Unità di Furio Colombo un giornale che ancora rimpiango, Stampa etc etc) si è fondato un giornale proprio che aveva iniziato bene e che adesso è diventato peggio di quelle fogne che ad inizio carriera osteggiava come simbolo di malgiornalismo. Peraltro, un mistero del Fatto Quotidiano: ma perché i suoi giornalisti (Travaglio, Scanzi, Vauro etc etc) sono fissi in TV quando in edicola e sul web hanno il flusso di vendite dell’Eco di Bergamo? Non sto scherzando, letteramente se la gioca con l’Eco di Bergamo, eppure non c’è giorno che non si veda in TV un Travaglio, uno Scanzi, un Orsini, un Vauro (il famoso pensiero unico bellicista in TV, eh?) o una qualche firma del quotidiano nato bene e cresciuto peggio, con l’innamoramento prima verso i 5 Stelle e poi direttamente per zio Vlad senza ormai nemmeno provare a mascherare più di tanto la cosa.

 

A tal proposito colgo l’occasione per scrivere anche di quel che ho alla gola da un pezzo. Gente come Travaglio è stata tutto sommato miracolata da Berlusconi, perché va detto che probabilmente la vita di Travaglio è cambiata nettamente in meglio il 14 Marzo del 2001, da anonimo cronista giudiziario a sommo vate di M5S e LA7. La medesima sorte, non toccata direttamente dalla censura, ma che verte sull’esistenza stessa dell’amato Silvio Berlusconi si può accumunare a ad altri soggetti che hanno vissuto di luce riflessa e che grazie all’antiberlusconismo hanno visto decollare la propria carriera. Se per alcuni la cosa mi lascia indifferente, per altri la cosa quasi mi addolora. Penso ad esempio a Moni Ovadia, che probabilmente in Italia gode anche di una stima sovradimensionata rispetto al suo effettivo valore, basta controllare la sua pagina su Wiki per constatare come di fatto sia inesistente appena passato il sacro confine della nostra gagliarda Italia. Un caso? Io non credo. Intendiamoci, per me Moni Ovadia è pur sempre l’autore di “Oylem Goylem”, un capolavoro teatrale assolutamente necessario per capire qualcosa della cultura ebraica.


Detto questo, la domanda che mi pongo da circa tre anni è questa: Ovadia lo apprezzo per quel che è o perché era ganzo quando sparava merda su Berlusconi? No, perché a partire da Covid in giù a me questa gente sembra veramente che non ne indovini più una. Oppure Vauro, un altro fenomeno, che mi è anche sempre stato sui coglioni, per giunta.

 

Quanto della loro carriera è dovuto all’antiberlusconismo? E quanto quell’antiberlusconismo è stato veramente sincero? No perché ad esempio per quanto riguarda Santoro qualche dubbio viene, visto che ora è tutto lingua in bocca proprio con Berlusconi per quanto riguarda l’Ucraina. Ecco sono domande alle quali non so bene dare una risposta sincera e corretta, quindi figuriamoci se siete in grado voi, ebeti come siete.

 

Via ora basta, è riniziata oggi la Major League e sicchè baseball.

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