Recensione "Odio"

Enrico Luschi • 29 marzo 2021

Un libro che un sindacalista CGIL non riuscirebbe a capire.

Ave villici!

Torno finalmente a recensire un libro, dopo tempo immemore. Non so perché ma in questo ultimo periodo faccio veramente fatica a leggere, non credo sia per la scelta di titoli “sbagliati”, quanto per un rifiuto personale alla lettura, cosa per me assai inusuale. Ho una pila di libri comprati e accatastati in camera (ma puntualmente mai nemmeno aperti) che rischia di farmi passare per sostenitore del generale Pappalardo, ma conto di porre rimedio all’incresciosa situazione grazie a questo nuovo eccitante lockdown primaverile.

Ma poche ciance, passiamo alla recensione di “Odio” di Daniele Rielli. Il libro è edito dalla Mondadori, che ha incollato insieme 520 pagine scritte piccinepiccine e ve lo tira dietro per appena 20 euri. Prima di parlare del libro due parole sull’autore. Daniele Rielli è -per gli standard italiani- un giovane emergente (anche se si avvicina ai 40 anni). E’ riuscito ad elevarsi dall’anonimato dei meandri più aridi del web grazie ad articoli firmati “Quit the Doner”, il kebabbaro esistenzialista, pseudonimo che ha utilizzato per anni per firmare alcuni dei più interessanti articoli che ho letto in lingua italiana negli ultimi 10 anni. Memorabile, ad esempio, il reportage sulla festa degli alpini di qualche anno fa o la descrizione di cosa sia il 25 Aprile al Pratello, pezzi ancora reperibili online:

LINK ALPINI

LINK PRATELLO

Purtroppo il blog di Quit the Doner sembra ormai irreperibile sul web, ve lo siete persi. Ma siate fiduciosi, l’Internet ancora tiene traccia di diversa robetta interessante. Se poi volete proprio fare gli ingordi sappiate che attualmente Rielli scrive sul Foglio, su Domani e su La Stampa e tiene un interessante podcast dallo stravagante e assai fantasioso titolo “Il podcast di Daniele Rielli”, ma tanto dire queste cose a voi -che solo per umana compassione nei miei confronti visitate queste pagine- è come mettere la cravatta a un maiale.

“Odio” è veramente un bel libro (ha sfiorato lo Strega, per il poco che possa interessarvi questa nozione), che si tiene su una bella storia moderna, costruita bene. I personaggi sono veramente straordinari ed i dialoghi mai banali. Ottimo anche il numero di pompini disseminati nello srotolarsi della trama, il che non guasta mai.

Come sapete cerco sempre di non svelare la trama dei libri che recensisco, un vezzo che ormai mi porto dietro da anni con la solita modestia di uno Scanzi qualsiasi, sappiate solamente che “Odio” è un romanzo che riesce ad unire distopia, big data & social media, filosofia mitigata da droghe leggere, politica e satira senza mai risultare pesante. Anzi, Rielli conferma ancora una volta che leggerlo è sempre un piacere, che si tratti di un articolo o di un romanzo poco cambia nel suo risultare una lettura estremamente gradevole anche quando si addentra in contenuti di non immediata comprensione per noi capre di merda. In “Odio” infatti si ride molto e spesso lo si fa amaramente, tra una battuta dei dialoghi o una descrizione al vetriolo, marchi di fabbrica dello scrittore bolzanino.

Insomma, ve lo consiglio vivamente, come qualsiasi cosa scritta da Rielli, che dovrebbe essere la vostra luce nel buio in questi anni insaziabili.

(Poi, caro Quit, se mi mandi 30 euri sulla postepay per quanto sopra siamo pari)

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