Putink

Enrico Luschi • 24 marzo 2021

Putin, lo Sputnik e la majala di su'ma

Ave villici!

L’altra sera ero tutto preso nella mia attività divinatoria preferita (ovvero scrutare pensoso i segni oracolari dettati dalle crepe del soffitto negli attimi seguenti il coito) e mi sono fermato a riflettere sul perché in Italia, o almeno sui social italiani, ci sia tutta questa ammirazione per Putin.

Ammirazione che cova sotto la cenere da anni e che ultimamente ha ripreso smalto grazie al disastro UE sui vaccini e alla truffa di Sputnik.
Mi sono detto che fosse materiale interessante da trattare con la mia solita boria nel mio prossimo articolo ed eccomi qui, oggi parliamo di quel sacco di merda che è zio Vlad. Quindi è il momento delle scelte di campo: o mi date ragione o siete dei fascio-comunisti di merda, mi pare chiaro.

Prendiamola larga e partiamo dall’inizio: Putin arriva al potere nel 2000, quando la Russia vede crollare Eltsin. Putin, fino ad allora, era di fatto uno sconosciuto anche all’interno dei confini russi. Classe 1952, mediocre agente dell’ex KGB, licenziato, poi riciclatosi come portaborse del sindaco di San Pietroburgo, quasi per caso diventato il delfino di quell’ubriaco molesto di Eltsin che lo aveva rimesso d’ufficio all’interno del KGB, tanto che più di una volta ha dichiarato che al momento del crollo dell’Unione Sovietica si vedeva al massimo come tassista a San Pietroburgo.

Trovatosi a capo di una nazione sull’orlo del baratro a seguito del mirabolante socialismo applicato (il pil procapite annuale russo nel 2000 era la mirabolante cifra di 1771 dollari, ovvero una mensilità di un piccolo impiegato italiano) dichiarò che il suo primo obiettivo sarebbe stato quello di portare il livello di ricchezza personale del cittadino medio russo al pari di quello portoghese. Già questo dovrebbe bastare a dirimere molte controversie sulla grandiosità della Russia e renderci conto di ciò che è davvero (ossia il Gabon con l’arma nucleare), ma continuiamo pure. Dicevamo del confronto con il Portogallo, bene il pil procapite portoghese nel 2000 era 11.497 dollari: un obiettivo abbastanza lontano ed impegnativo da raggiungere. Ma essendo lo zio Vlad una specie di superuomo vediamo come è andata dopo 20 anni di regno incontrastato: gli ultimi dati della Banca Mondiale danno adesso la Russia ferma a 11.288 dollari, mentre il Portogallo è schizzato a 23.407 (eurobruttobrutto!!1!). Quindi in 20 anni il grande zio Vlad non è ancora riuscito a raggiungere quello che era il suo obiettivo dichiarato inizialmente, ovvero il Portogallo del 2000, non esattamente la prima potenza mondiale.

Ma guardiamo qualche altro indicatore per capire il buongoverno dello Zar del Terzo Millennio: l’aspettativa di vita della popolazione. La Russia si attesta alla cifra sbalorditiva di 72.12 anni, mentre ad esempio l’Italia è a 83.24, la Germania a 80.99, Stati Uniti 78.54, il Portogallo 81.12, 9 anni esatti più del dato russo. Numeri che valgono quel che valgono, per carità. Specialmente se fate il giornalista, chè in Russia è spesso sintomo di morte precoce. Se si fa il conteggio a partire dal 1991 ad oggi la Russia nella classifica dei giornalisti uccisi è seconda solo all’Algeria e all’Iraq, con oltre 200 giornalisti ammazzati (sono oltre 150 quelle riconducibili al periodo temporale del regno di zio Vlad). Chissà che numeri sfoggia il Portogallo in questa classifica.

Anche fare l’oppositore politico nella Russia di Putin è un mestiere abbastanza pericoloso: il caso Navalnj è fresco, ma forse non vi ricordate i tanti altri casi venuti dalla Russia. Vi ricordate ad esempio del caso Litvinenko? Costui, a sua volta ex agente KGB, aveva accusato Putin di aver ordinato centinaia di omicidi politici (toh!). Zio Vlad non la prese bene e, dopo attenta riflessione, decise di inviare due agenti a Londra per uccidere l’avversario interno. Litvinenko morì vomitando le sue stesse viscere liquefatte dopo essere stato avvelenato con il polonio-210 e zio Vlad premiò uno dei due killer (Lugovoj) con una medaglia “per i servigi resi alla Patria” mentre per le autorità inglesi è provato ogni oltre ragionevole dubbio che il mandante dell’uccisione di Litvinenko fosse il boss del Cremlino.

Sincero democratico (celebre il suo “Il Parlamento non è un luogo per discutere”), ha più volte cambiato e aggirato la Costituzione Russa per fare un po’ il cazzo che gli pare e restare saldamente al potere. Attualmente è vicino alla nomina a Presidente Eterno, figura di coreana memoria. I disastri che ha fatto in politica estera sono sotto gli occhi di chiunque voglia guardare: Siria, Georgia, Libia, Ucraina, Turchia, Brexit, Trump, ascesa di grillini e Lega nel nostro Paese e altre prelibatezze sono nel menù dell’ultimo Zar, ovviamente con vari gradi di responsabilità, ma lo zampino di Vlad è sempre palese e sempre nefasto. Intendiamoci, che Putin voglia una UE debole e esposta su più fronti fa parte del gioco, quello che non capisco è l’amore che qualche ritardato nostrano mostra per questo sacchettino di piscio.

Negli ultimi tempi è parso sottotono, per la prima volta si sono tenute manifestazioni di protesta veramente imponenti (guidate dal famoso Navalnj) e il partito dello Zar è in picchiata nei sondaggi (da oltre il 50% del 2016 al, forse, il 30 di oggi), tanto che non è detto che a Settembre Russia Unita sarà il primo partito alle prossime elezioni. Tuttavia il Covid ha molto ringalluzzito l’ultimo Zar: si tratta di un’occasione che sta cercando di sfruttare in una maniera che ha quasi del ridicolo con il vaccino Sputnik.

Passiamo a Sputnik quindi, l’ultima arma per creare scompiglio negli equilibri mondiali. Primo vaccino registrato al mondo per il Covid, non gode di grossa reputazione in patria, tanto che è praticamente inutilizzato in Russia, schifato persino dalla popolazione interna. E’ notizia di ieri la vaccinazione del caro leader, anche se si è guardato bene dal dire che tipo di vaccino si è fatto. Ma il punto non è nemmeno tanto questo, bensì il fatto che Putin sta offrendo lo Sputnik a cani e porci ma, a causa dell’arretratezza industriale russa, non è assolutamente in grado di produrne in quantità tali da soddisfare tutte le promesse che ha fatto nel mondo.

Grande arma di “soft-power” ma alla prova dei fatti la stessa Russia si è guardata bene dal richiedere la valutazione da parte dell’EMA (l’ente europeo dei farmaci, responsabile del via libera alla eventuale somministrazione di massa), tanto che tutte le attuali chiacchiere su Sputnik sono prodromiche alla eventuale richiesta russa di autorizzazione da parte dell’EMA.

Altro aspetto di questa guerra di propaganda è il dato di vaccinazione russo, persino più basso del già ridicolo dato medio europeo. Quindi il cortocircuito è totale: vaccino schifato dalla popolazione interna, totale incapacità produttiva e altrettanto macroscopica incapacità di vaccinare il popolo russo. Quindi, quando sentite parlare di Sputnik, mettetevi pure a ridere, mandate in culo il vostro interlocutore e passate a fare altro.

Ci sarebbe da scrivere molto altro, ma siete dei merdoni ingrati e oltre non meritate. Buonanotte.

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