Ave villici!
Allora, stasera torno a recensire un libro di baseball, ovviamente reperibile solo in lingua inglese, ma ancora più particolare degli altri. Volevo parlare di baseball italiano, dal mio ultimo articolo (leggetevelo, non sono riuscito a condividerlo su FB perchè secondo l'algoritmo sto provando a a reclamizzare un e-shop, mah...) abbiamo avuto qualche altra chicca, ma veramente a tutto deve esserci un limite.
Qualche articolo fa, di sfuggita, avevo parlato di "Life Ain't the Same in the Pecos League", il diario di bordo di un Manager nella lega pro più scalcagnata d'America: stasera si fa un ulteriore passo verso l'abisso e parliamo di un libro del cronista radiofonico di una squadra di Frontier League.
Lo so, dovrei impiegare meglio il mio tempo, o semplicemente trombare un gocciolino di più, ma che volete farci. Il livello di malattia per questo sport arriva a questi picchi. Sarei pronto a scommettere quel che volete di essere l'unico in Italia ad aver letto questo libro, quindi fidatevi del sottoscritto.
Solite regole: non parlo della trama del libro (un gesto che, nella mia mente malata, mi rende una persona di classe e valente intellettuale) e se ne parlo significa che credo meriti di essere letto. Pronti? Gnamo!
Terry Bonadonna, con il suo "A Wonderful Waste of Time: Tales From a Summer in the Press Box with the Windy City ThunderBolts and Independent Baseball", offre un resoconto autentico e affascinante del mondo del baseball indipendente, un universo che rimane spesso lontano dai riflettori delle grandi leghe professionistiche. Attraverso la sua esperienza come speaker radiofonico della squadra dei Windy City ThunderBolts, Bonadonna ci porta dietro le quinte di un'estate passata nella Frontier League, un campionato di Independent League, dove la passione per il baseball è tangibile ma le risorse sono limitate e il pubblico ridotto.
Fin dall'inizio, Bonadonna si immerge completamente nel ruolo di cronista, commentando le partite dei ThunderBolts e osservando il mondo che lo circonda con una combinazione di meraviglia e disincanto. Il titolo del libro, "A Wonderful Waste of Time", suggerisce un apparente ossimoro: il tempo "sprecato" a seguire e raccontare il baseball indipendente è in realtà meraviglioso, perché ci porta a riflettere su cosa davvero significhi perseguire le proprie passioni, anche quando non c'è nessuna garanzia di successo o gloria. È proprio in questo "spreco" che Bonadonna trova il vero significato e il valore di quell'estate.
Il baseball di cui parla Bonadonna non è quello dei grandi stadi pieni e delle dirette televisive nazionali. I ThunderBolts, come molte squadre della Frontier League, giocano in piccoli stadi di provincia, davanti a un pubblico affezionato ma scarso, composto da famiglie, appassionati locali e fedelissimi, rarissimi addetti ai lavori delle leghe maggiori. Tuttavia, per questi giocatori, ogni partita rappresenta una battaglia per tenere vivo il sogno del baseball, anche se lontano dalle luci della ribalta. Molti di loro sono atleti che non sono riusciti a sfondare nelle Major Leagues, oppure veterani che cercano un ultimo assaggio di competizione prima di appendere il guanto al chiodo.
Uno degli aneddoti più rappresentativi del libro è quello in cui Bonadonna descrive un giocatore dei ThunderBolts, che alla fine di una partita particolarmente difficile, rimane in silenzio nello spogliatoio, consapevole che il suo sogno potrebbe essere agli sgoccioli. Questo momento, descritto con grande sensibilità, riassume perfettamente la natura del baseball indipendente: una lotta continua, in cui ogni giocatore deve confrontarsi non solo con l'avversario sul campo, ma anche con le proprie ambizioni e i propri limiti. Questi atleti giocano non per il denaro, che è spesso scarso, ma per il puro amore del gioco e per la speranza, anche se remota, di un'ultima opportunità.
Un altro episodio rimarchevole è quello in cui Bonadonna racconta minuziosamente il rituale quotidiano della press box, il luogo da cui lui e i suoi colleghi seguono le partite e preparano le trasmissioni radiofoniche. La routine è fatta di lunghi preparativi, interazioni ironiche con gli altri membri dello staff e momenti di noia durante le partite meno emozionanti. Tuttavia, è proprio in questa monotonia apparente che Bonadonna riesce a trovare piccoli dettagli che rendono ogni giorno unico. In un’occasione, racconta di come una partita, che sembrava destinata a essere dimenticata per via di un punteggio schiacciante, venga improvvisamente ribaltata da un errore clamoroso del pitcher avversario, dando vita a un'inaspettata rimonta che lascia tutti a bocca aperta e viene tramandata di padre in figlio, come fosse una locale Italia-Germania 4-3. È in questi momenti che il baseball rivela la sua imprevedibilità e il suo fascino nascosto.
Uno dei temi centrali del libro è il contrasto tra il baseball delle Independent Leagues e quello delle Major Leagues. I ThunderBolts operano con un budget limitato e affrontano sfide quotidiane che vanno ben oltre il campo di gioco. Bonadonna riflette spesso su come, in una realtà dove i giocatori non hanno contratti milionari e gli sponsor sono rari, ci sia un senso di autenticità che manca nelle grandi leghe. I giocatori della Frontier League inseguono la gioia di poter giocare ancora un altro anno da professionisti nel baseball, anche se questo significa sacrifici personali e professionali.
La posizione di Bonadonna come speaker radiofonico gli permette di avere una prospettiva unica su questo mondo. La sua voce è quella che racconta le partite a un piccolo ma appassionato pubblico di ascoltatori. Anche se la portata delle sue trasmissioni è limitata, Bonadonna prende il suo ruolo molto sul serio, cercando di trasmettere l'emozione di ogni partita, anche quando le tribune sono mezze vuote e le vittorie sembrano insignificanti. È affascinante notare come, nonostante la modestia della scena, l’autore riesca a creare un legame emotivo con i giocatori e con il pubblico, evidenziando quanto il baseball sia radicato nelle piccole comunità locali, lontano dalle grandi città e dalle luci della ribalta.
Un altro aspetto interessante del libro è il modo in cui Bonadonna affronta il concetto di "perdita di tempo". In una società che valorizza il successo immediato e la visibilità, dedicare un'intera estate a commentare le partite di una squadra di baseball indipendente potrebbe sembrare uno spreco di energie. Tuttavia, Bonadonna ribalta questa idea, dimostrando che spesso sono proprio queste esperienze apparentemente "inutili" a dare significato alle nostre vite. Il baseball, nella sua forma più pura e indipendente, diventa così una metafora per tutte quelle passioni che ci muovono senza necessariamente portarci al successo o alla gloria.
La scrittura di Bonadonna è scorrevole e coinvolgente, con un tono che alterna momenti di leggerezza e ironia a riflessioni più profonde e malinconiche. L'autore non si limita a descrivere ciò che accade in campo, ma esplora anche le dinamiche umane e personali che circondano la squadra e il campionato. I personaggi che incontriamo – giocatori, allenatori, membri dello staff e tifosi – sono ritratti con affetto e attenzione, rendendo il libro non solo un diario sportivo, ma anche un ritratto di una comunità che si raccoglie attorno a uno sport che ama, nonostante le difficoltà.
In conclusione, "A Wonderful Waste of Time" di Bonadonna è un libro che va oltre il semplice resoconto di una stagione di baseball indipendente. È una celebrazione delle passioni che ci guidano, della bellezza delle piccole cose e della capacità del baseball – anche quello meno conosciuto – di toccare il cuore delle persone. Un must-read, forse, per gli appassionati di baseball, ma anche per chiunque ami le storie minori.