"Hanno rapito Rispetto
", disse una voce quasi metallica dall'altra parte del telefono.
Il mondo le crollò addosso.
Perseveranza
era una donna forte, abituata a
prendere schiaffi dalla vita, ma sapeva che il rapimento di Rispetto
avrebbe fatto fatica a digerirlo incolume. Tuttavia, come era solita
fare, si mise subito all'opera e organizzò rapidamente un corpo di
ricerca parallelo, fidandosi degli amici più intimi. Non che non avesse
fiducia nelle forze dell'Ordine. Era sempre stata una donna di destra,
figurarsi.
Messa in moto la macchina organizzativa non c'era da perdere tempo: il
loro amico era stato rapito, Dio solo sa da chi. Si ritrovarono pronti
all'azione la sera stessa, alla Trattoria "da Fischio", noto locale
cittadino, strozzato quasi perennemente da una spessa coltre di fumo e
da discorsi di una sconcertante banalità. Però facevano bene la trippa e
avevano il miglior buristo di tutto il Reame, sicchè era sempre pieno
murato, nonc'èmaiversodimangiaretranquilliguardi.
Perseveranza fece un simbolico appello. Si presentarono proprio
tutti: Amorproprio
(spagnolo stupido e viscerale, sempre perso dietro le
nuvole e la poesia), Orgoglio
(una brutta persona, scontrosa, convinta
di aver puntualmente ragione, specialmente se c'era da ragionar di
negri), Puntiglio
(un grigio ragioniere di provincia sempre dietro a
cercare il cane nel pagliaio, sofferente di alitosi), Coerenza
(un ex
gigolò da due soldi e una lira che si dava un sacco di arie ma sapeva il
fatto suo, seppur allergico ai fagiani) ed Educazione
(coniugata Creanza
).
"Allora, che sappiamo?" chiese Educazione.
"Lo hanno rapito. Poco altro" rispose Perseveranza.
"Eh, vedrai così si ritrova agile" chiosò subito ottimista Amorproprio, con
quel suo bislacco intercalare basco, ma Perseveranza lo fulminò
dicendogli ad alta voce "Te m'hai bell'e rotto i coglioni".
"Chi di noi lo ha sentito per ultimo?", disse Orgoglio.
Tutti rimasero di sasso, Educazione, timidamente disse "Io l'ho sempre
cacato poco, alle volte mi pareva anche finocchio, penso sia uno dei
pochi che non ha nemmeno capito che gliela volevo dare. Pover'omo, è
sempre stato tanto imbecille". Venne fuori che Rispetto da un bel pezzo
si era autoescluso, non cercando più nessuno ed ignorando sms, email,
messaggini su Facebook e quant'altro. Si era anche disinstallato
UOZZAPP, per pura provocazione intellettuale.
Rimaneva il problema urgente di iniziare le ricerche, senza uno straccio di prova ed un indizio da seguire.
"Gente, qui siamo a soffiare il naso i piccioni, ma come cazzo si
ritrova?" fu la domanda di Coerenza, che era stata zitta fino ad allora.
Perseveranza notava la sfiducia nella truppa, perciò mentì e disse che
aveva avuto un mezzo indizio dalla voce metallica: dovevano attraversare
il Boschetto Magico e parlare con la Fatina del Pangrattato. La scusa
era puerile, è cosa saputa anche ai più sprovveduti che la Fatina del
Pangrattato tutto sa e tutti aiuta, quindi tanto valeva iniziare da lei
piuttosto che non cavare un ragno dal buco.
Rispetto, nel frattempo, chiuso nella sua prigione dorata, piangeva piangeva ma intanto era negro.
Si incamminarono nel Boschetto Magico, dove incontrarono altri
pellegrini alla ricerca della Fatina, tra loro spiccava la figura quasi
leggendaria di Correttezza
, una bella donna (se non fosse stato per i
polpaccioni duri "da salita", come le diceva il suo partner, mediocre
cicloamatore domenicale), rubizza e sulla 40ina. Chiese di unirsi al
gruppo, Rispetto era un suo vecchio amico. "Se viene lei mi levo dai
coglioni io. Abbiamo conti in sospeso, noi due" disse subito con fare
conciliante il burbero Orgoglio. Stretto nella morsa letale di
Perseveranza e Correttezza, il buon Orgoglio si ritrovò con due palle al
culo e fece fagotto insultando tutti, smadonnando e rigando tutte le
macchine che trovò sulla via del ritorno.
Durante il breve tragitto il gruppetto si imbattè in disgraziati vari,
testimoni di Geova, mendicanti e iscritti al Movimento 5 Stelle, ma
nulla fece vacillare la fede. L'obiettivo rimaneva liberare Rispetto.
Rispetto godeva di una certa libertà, i suoi carcerieri erano di manica
abbastanza larga, gli lasciavano leggere il giornale (un gesto sadico:
non se lo inculava già più nessuno e dopo 3 giorni il suo rapimento non era più
nemmeno nelle cronache locali) e guardare i Puffi in TV. Inoltre a
merenda gli davano il Nesquik, Rispetto ne andava ghiotto sin dall'infanzia e quindi
quasi iniziava a trovarsi bene con i suoi aguzzini.
La Fatina accolse il gruppo con sommo distacco e appena qualcuno fiatava
lo mandava a fare in culo senza nemmeno fargli finire la frase. Alla
terza volta tutti si lanciarono su di lei e la gonfiarono di botte,
lasciandola cadavere.
Rispetto ancora oggi guarda i Puffi mentre si ingozza di Nesquik.