Pensierini

Enrico Luschi • 29 marzo 2024

Il blog di cui non sapevate di aver bisogno

Ave villici!

A volte ritornano. Dopo mesi di silenzio torno con la mia solita boria a dettarvi la via, quindi mettetevi como ed apprendete qualcosa che vi tornerà utile per sembrare quello più furbo alla grigliata di Pasquetta (tanto piove). 

Sinceramente sono diversi giorni che ho voglia di scrivere e di svariati argomenti, quindi rompiamo gli argini e via con un bel post stile fritto misto, tanto per quanto pagate per leggermi avete poco da lavementarvi.


Allora, l’ho sul gozzo da un bel po’ e bisogna che prima o poi ne parli ed esprima la mia sentenza inappellabile: Barbero è veramente un caso umano. Ora lo so che a toccarvi gli idoli soffrite emotivamente, ma lasciatemi spiegare le mie ragioni. Personalmente mi sono innamorato di Barbero anni fa, sentendolo parlare di Medioevo nei video di Youtube del Festival della Mente di Sarzana. Come oratore effettivamente Barbero è davvero coinvolgente, ti tiene realmente incollato al video per sapere (manco tu non lo sapessi, almeno a grandi linee) come è andata la battaglia di Lepanto o quella di Campaldino. Un po’ più indigeribile come scrittore, ma magari è questione di gusti. Il problema mi pare sia che il successo, la smania di apparire, di voler metter bocca in qualsiasi argomento, abbia trasformato quasi in una macchietta un personaggio che -lo ripeto- pesta merdoni ogni volta che esce dal suo campo di appartenenza. Perché non ho alcun problema a dire che Barbero che parla di Santa Caterina da Siena o la battaglia di Lepanto ci starei -e ci sto- le ore ad ascoltarlo.

Quello che stucca un po’, almeno per il sottoscritto, è che a qualche vaccata ci passi sopra pure senza nessun problema (del resto il migliore insegnamento di quella meraviglia che è il baseball è che se fai bene 3 cose su 10 sei un fenomeno), ma quando gli errori sono così tanti e così marchiani inizi a farti qualche domanda. La prima volta che storsi il naso su Barbero, accecato dalla mia ideologia, fu durante l’ascolto della sua lezione a Sarzana sullo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Riascoltatevela e troverete, spero facilmente, il perché. Altrimenti pace, se siete ignoranti come la merda non è colpa mia, non è che questo cambi la realtà, ma seriamente se dall’ascolto di quella lezione non vi viene da farvi qualche domanda su Barbero il problema è vostro.

Memorabili anche le uscite durante il Covid, con una visione come minimo bizzarra della vicenda, culminata con la sottoscrizione di un delirante appello contro il Green-Pass che “riporta alla mente precedenti inqiuetanti” con un parallelismo vigliacco (perché nemmeno completamente esplicitato) tra Green-Pass e Stella di David da far gelare il sangue, se non sentito da qualche fulminato al bar. A tal proposito, nuovamente: lo so che vi sentite particolarmente ribelli ad aver dato sfoggio della vostra barbaria civica, ma non siete gli ultimi vessilliferi di un romantico cavalierato senza macchia e senza paura, siete soltanto degli squinternati in libera uscita, adescati dai peggiori arruffapopolo o bolliti e in malafede, nel tentativo di darvi una causa per cui lottare. O vi siete dimenticati di quel dicevate non più tardi di un anno fa? Come è andata poi la storia della dittatura sanitaria, ha vinto la Resistenza e alfin liberi siam oppure siete solo dei barrocciai?

Torniamo a Barbero: dopo una vita da oscuro e mediocre professore (perché se a 60 anni suonati insegni all’Università del Piemonte Orientale -non esattamente il top ateneo non dico continentale, ma nemmeno nazionale- un perché ci dovrà pur essere), il nostro si è trasformato in un prezzemolino mica da ridire, intervenendo su anche troppi argomenti e moltiplicando le figurette. Non male quella sulla scuola che smette di far studiare il latino perché “loro” vogliono il popolo bue signora mia, mica come alla bella scuola da libro Cuore dei nostri nonni (del resto il mondo mica evolve, si vive perennemente cristallizzati nell’ambra e pensare una scuola diversa da quella ipotizzata da Gentile è neoliberismo), anche se quella della riorganizzazione del mondo del lavoro con  2 ore di lavoro a testa -a paga invariata- è senza dubbio la migliore. Riforma ovviamente osteggiata sempre da “loro”, perché sono sicuro che Barbero non vede l’or di pagare 4 segretarie a tempo pieno e di vederle lavorare due ore a testa, quadruplicando i costi.

L’ultima è per me abbastanza esplicativa del personaggio e degna di essere l’ultimo chiodo sulla bara. Gira un video (ok, tagliato ad arte), ma che la dice lunga su chi proferisce quelle parole e che elabora determinati pensieri. Lo metto qui sotto, in forma integrale, almeno si fa prima:

Non entro nel merito di troppe cose, per me sinceramente basta la prima frase per annientare tutto quello che dici dopo. La frase incriminata -testuale- è “la Russia non ha mai avuto ambizioni di conquista dell’Europa”. Per un feedback esaustivo chiedere riscontri a Bielorussia, Polonia, Lituania, Lettonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Moldavia, Ucraina e Bulgaria, che magari storicamente avrebbero qualche appunto da fare al simpatico professore prezzemolino piemontese.

E il nodo della questione rimane quello, da due anni, ma alla fin fine da sempre: ci sono popoli di serie A e quelli di serie B, quelli che nonostante il passato che hanno possono tutt’ora godere di questa considerazione. Un discorso che passa attraverso tutta la società italiana, dall’ultimo briaco del bar agli intellettuali fissi in TV e venerati come star, che si possono permettere di dire impunemente ste robe e non essere sommersi di sputi. Ma il punto rimane ed è proprio quello: che importano gli stati e le popolazioni dell’Europa dell’Est? Sono slavacci, nemmeno Europa, stando a quanto dice il buon Barbero. Degli “untermensch”, come diceva quello che nel 1939 fece un trattato con i Russi, attraverso il quale gli concedeva mano libera in Polonia orientale, Paesi Baltici e Bessarabia (toh, chi si rivede, la Transnistria). Oh, ma mica per “ambizioni di conquista dell’Europa” eh, figuriamoci: esportavano la democrazia, anche se allora si diceva il socialismo e le sue meraviglie. Per non parlare poi delle buone e nobili azioni della Russia zarista e post-zarista, che nell’Est dell’Europa hanno lasciato un gran bel ricordo già prima dell’epoca sovietica, per tacere poi di Caucaso e dell’Asia Centrale, ma se non conta un cazzo l’Europa dell’Est figuriamoci quanto conti il Caucaso e l’Asia Centrale per il buon Barbero e chi gli va dietro.

 

Puntacazzista io? Certo, ma ripeto: usare questa categoria di ragionamenti poi porta a dire roba come “eh, ma l’espansionismo della NATO” rimanendo seri, dato che da frasi come quelle di Barbero a stabilire che la Russia detti legittimamente l’agenda politica, la posizione strategica e la politica estera a Bielorussia, Polonia, Lituani, Lettonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Moldavia, Ucraina e Bulgaria è un attimo. E, di riflesso, incide sulla ricerca e sulla narrazione che si fa di determinati eventi come studioso e personaggio pubblico. Potrà non piacervi ma così è. Ad esempio, zuppando la propria conoscenza nell’ideologia si può parlare dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale omettendo di dire che alla Russia andava benissimo spartirsi l’Europa con i Nazisti, tanto da invadere la Polonia da Est pochissimi giorni dopo l’invasione nazista. “Si chiama logica, vi aiuterà”, diceva Bill Hicks. Questo discorso peraltro pernia molti dei “ragionamenti” anche dei fini pensatori pronti a tirare fuori la storia dell’elmetto (ora avete imparato questa e bisogna farvici giocare un pochino, via): ormai dire che la Russia è un problema che, volenti o nolenti, in una qualche maniera va affrontato (militarmente, diplomaticamente, come volete, ma il nocciolo della questione non può essere che questo) è “mettersi l’elmetto” o qualcosa di simile. Lasciamo stare, facciamoci i cazzi nostri, alla fin fine sono pur sempre degli slavacci, si sa che sono fatti così, ogni tanto si menano. Poi, fino quando non arriva in Austria, che cazzo te ne frega a te? Anzi, personalmente fin quando non scavalla diquaddarno e le Cascine va bene tutto, cazzi dei baltici o dei polacchi.


Che poi Barbero è la meno, leggete qui:


https://www.liberioltreleillusioni.it/articoli/articolo/la-propaganda-del-cremlino-nei-libri-di-scuola-italiani

 

Basta Barbero, passiamo ad un gigante del pensiero: Michele Santoro, che si è lanciato nell’agone politico con il suo nuovo partito “Pace, Terra e Dignità”. Michelone nazionale è pronto nuovamente a bere l’amaro calice e -sacrificandosi per noi- si batte di nuovo per un posto all’Europarlamento a 18k al mese, luogo da lui già frequentato dopo l’editto bulgaro.


Non gli deve essere piaciuto poi tanto, visto che presenziò a poco più della metà delle sedute e fece ben 4 interpellanze parlamentari in un anno e mezzo, pur facendo parte di ben due commissioni (UE-Croazia e UE-Russia, toh, alle volte il caso….) e nel suo ultimo libro scrive queste esatte parole: “Io non sono un politico, un politico deve porsi prima di tutto il problema del potere. Il che vuol dire entrare nelle stanze che puzzano di merda senza batter ciglio”. Adesso, il buon Michelone, si sacrifica nuovamente per noi e si candida nuovamente per l’Europarlamento. Avrà cambiato idea, o perso l’olfatto chi lo sa, fatto sta che ha messo su una bella listina di gente davvero a posto ed è pronto per mostrarci la retta via col suo fulgido esempio di adamantina coerenza. Ah, ma che pagliaccio Renzi: aveva detto che se perdeva il referendum lasciava la politica!!!!1!!!uno!

 

Vediamo un po’dunque chi ha imbarcato in questa missione il buon Santoro, magari è da votare. In questo smarrimento è un’ottima notizia sapere che qualcuno si è deciso a fare qualcosa, quindi andiamo a vedere di chi si circonda: immancabile l’amico Vauro Senesi, che tra una squisita vignetta di Zelensky col naso adunco e l’altra, trova anche il tempo per la pugna politica, chissà se in nome della Pace o della Dignità. Ottima anche Benedetta Sabene, certo non al livello di Ginvera Bompiani (anch’essa candidata da Santoro), una delle nuove freak scovate da La7 per spandere merda nei suoi talk show da minorati mentali. Si sale ulteriormente di livello con Angelo D’Orsi, che non ho capito se rappresenti più la Pace o la Dignità quando dichiara -ad esempio- che spera “l’intervento russo in Ucraina duri il tempo necessario a dare una lezione al governo di Kiev”, uno strano pacifista, va detto. Lo stesso ha dichiarato che “Putin sta facendo qualcosa per tutti noi, sta cercando di opporsi all’unipolarismo più bieco”. Ed il mezzo migliore per farlo, si sa, di solito è invadere un Paese terzo. Pensate che animo nobile il Vlad, forse pugna anche contro il neo-liberismo, sono sicuro che qualche candidato santoriano riuscirà a dirlo prima delle elezioni.

Chi altro abbiamo? Fiammetta Cucurnia, nota propagatrice di bufale sul web, vi lascio la gioia di scoprivele da soli e scegliere se anche costei sia della sezione Pace o di quella Dignità. Non manca poi Marta Grande, due volte deputata grillina (ah, l’usato sicuro): vi lascio l’emozione della scoperta del suo curriculum. Un consiglio: Google à Marta Grande à cannibalismo ucraino. Ciao, ma proprio ciao. Qui siamo sicuramente nella Dignità, senza dubbio.

 

Santoro, da vecchia volpe quale del resto è, non si è poi fatto mancare l’ingaggio di Pino Arlacchi, il consulente di Maduro, salito alla ribalta con il suo “la Russia sta solo esercitando un eccesso di legittima difesa” (circoscrizione Pace) e, roba di oggi sul Fatto Quotidiano, che il mandante dell’attentato di Mosca è Zelensky (Reparto Dignità) e chiudiamo con Odifreddi, che da sempre vuol dire qualità. Trovare la Dignità con questi candidati è difficile, ma va detto che anche della Pace Santoro, che da due anni ci spacca il cazzo appena gli mettono un microfono sotto la bocca, ha un concetto davvero peculiare, se questo è il meglio che riesce a mettere insieme. Ma guai a dirlo, se si vuole evitare di sentirsi vomitare addosso dall’immancabile “guerrafondaio”, “l’elmetto” e la puttanaccia sifilitica delle vostre madri. Anche perchè il vero colpo da 90 della lista dei pacifisti (quelli giusti, che ti guardano dall’alto in basso se osi anche solo pensare che sia necessario armare la resistenza ucraina fin quando il Gabon con l’arma nucleare non la smette, fosse solo per avere un vicino di casa normale) è Nicolai Lilin, il fenomenale scrittore di “Educazione Siberiana”, un vero inno alla Pace e alla Dignità, che ha più volte dichiarato di aver preso parte alla guerra di Cecenia come cecchino (non si sa come mai, essendo moldavo, tanto da essere stato smentito dallo stesso ministero della difesa russo) ed aver servito come mercenario per le odiose armate naziste israeliane in Iraq (?). Un pacifista vero insomma, e anche molto dignitoso, di sicuro veramente terraterra. In questi giorni, il cialtrone, ha pestato due merde colossali sull’attentato di Mosca, vi lascio immaginare quale narrazione spalleggiava.

 

Comunque sia, bravo Santoro, si vede che è una lista fatta col cuore e meritevole di fiducia, che si basa su un pacifismo vero e sentito. Ah, ho appreso che fare questo semplice esercizio di memoria è “fare dossier” e fare le pulci al pacifismo è reato, a prescindere, anche il solo osare proporre un qualcosa che porti ad ipotizzare che quel pacifismo magari così genuino genuino non sia, ma tant’è. Se così siete contenti saziatevene pure.

 

Volevo scrivere anche di altro, ma me lo tengo per un prossimo pezzo, tanto ormai non trombo più. Via, basta.


La prossima volta niente guerra e niente Russia, promesso.

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