Parliamo del 25 Aprile.....

Enrico Luschi • 24 aprile 2019

Lo scrivo subito, almeno sgombriamo il campo da possibili equivoci: la Festa della Liberazione la sento mia e sono contento di festeggiarla ogni anno.

Detto questo, in questi giorni ho sentito diversa gente gridare al fascismo strisciante che sta(rebbe) montando in Italia in questi anni bui della nostra Storia Repubblicana. Non ci credo. Il fascismo propriamente detto, in Europa, nel 2019, è un gridare "al lupo!" senza senso.

Intendiamoci, con questo non sto dicendo che sono giuste le dichiarazioni di Matteino Tuttominchia sul "derby fascisti-comunisti" (e già questo dovrebbe dirla lunga sull'impianto teoretico del personaggio), ma è ovvio che una data come il 25 Aprile, per la sua natura, non possa che generare polemiche. Specialmente in un Paese come l'Italia, sempre pronto a dividersi in fazioni ideologiche, iper-campanilistico e con la Storia che ha alle spalle dalla caduta di Roma al 1861.

Il senso del discorso, stringi stringi, è questo: si sta confondendo la Memoria e la Storia, provando a fasciare il totem (il 25 Aprile) con le bandiere di comodo. Ma è ovvio che una data del genere porti a dividere. Penso al mio amico X, nipote da parte di madre di un partigiano ucciso a fine Resistenza dai nazifascisti, mentre da parte di padre risulta discendere da un semi-gerarca maremmano ucciso dai partigiani. Come volete che si ricordi il 25 Aprile in una casa del genere? Da una parte come la Liberazione propriamente detta, dall'altra ogni anno ci sarà il rancore per l'uccisione del bisnonno dai criminali partigiani e blablabla. Ed è normale, e legittimo, che la Memoria, su questo non possa (e non debba) essere condivisa. Altro discorso è la Storia, ovvero la sacrosanta retorica di chi ha sconfitto i nazifascisti dando vita ad una nuova Italia. Il fatto poi che si faccia passare la Resistenza come solo fenomeno comunista è un falso storico, che siate d'accordo o meno così è, ma il discorso sarebbe davvero troppo ampio, andando a toccare troppi tasti.

Ma, passando oltre, aver paura del fascismo della milizia in strada, nel 2019 (!), in Europa (!!), è francamente ridicolo.
E sposta l'attenzione dal vero problema di fondo, ovvero sia la lenta morte dello stato democratico che abbiamo sotto gli occhi da anni a questa parte. Inutile rivangare le epoche berlusconiane (cambiare le leggi a processo in corso, epurazioni televisive etc etc), concentriamoci su questi ultimi mesi, che materiale ne hanno fornito a sufficienza. Così, senza nemmeno sforzarmi troppo abbiamo appreso che sia normale che deputati e senatori debbano rendere conto a una SRL privata, che una volta arrivati al potere si instauri nei centri decisionali della Rai personaggi inquietanti come Foa e Freccero che mettono in piedi palinsesti da Pravda, che passi come normale un Ministro perennemente in uniforme militare o con un mitra in mano (!!!!!), che sconfina continuamente in materie di competenze altrui (a che titolo Salvini parla di Difesa o Infrastruttura?). E questo non è solo un fenomeno Italiano, ovviamente. Però al momento parliamo dell'Italia e tant'è.

Insomma, riducendo tutto ad una frase (chè dovete leggere veloce sennò vi deconcentrate, capre ignoranti che altro non siete) la mia paura non è il sempre temuto e mai avverato successo di Casapound o Forza Nuova, ma che si instauri direttamente in casa un Erdogan o un Lukashenko senza nemmeno che ci se ne accorga.

Buon 25 Aprile, by the way.

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