Papa Francesco prova per noi il Garelli Sciabadoga

Enrico Luschi • ott 27, 2022

Il pontefice recensisce il nuovo cinquantino della casa italiana

Ave villici!

Allora finalmente ci s’ha il governo, ora non s’ha più padroni. Nomi di rango, come aveva promesso Giorginha, sicchè siate contenti e non rompete i coglioni. Prima di entrare nello specifico, ammesso che questo post voglia significarvi qualcosa di preciso, alcuni brevi puntelli per iniziare il discorso.

Prima di tutto io non capisco perché ci sia questa rimozione del trascorso più truce della Ducessa della Garbatella. Mi spiego meglio: Borghi e Bagnai sono stigmatizzati come i coglionacci che hanno portato (insieme ai vari Rinaldi, Donato, Paragone ed altri) nel dibattito politico e culturale la panzana dell’uscita dall’euro. Una vaccata che solo in Italia poteva prendere piede ed infatti ben presto la novella ha trovato terreno fertile nei talk di Rete4 e La7, vere fogne dell’infocirco italiano. Da lì a inondare più partiti antisistema (oltre Lega anche gli immancabili grillopitechi hanno fatto la parte del leone in questa pagliacciata) è stata una volata. Si sono costruite memorabili carriere su questa buffonata che ha fatto ben presto breccia nelle fragili menti degli elettori italici, basti pensare che prima della novella basta Euro Borghi era poco più di un signor nessuno con il vizio dell’alcol e Bagnai un grigio professore di provincia senza arte né parte. Basti pensare che nella dichiarazione patrimoniale all’ingresso in parlamento gli averi dell’autore del “Tramonto dell’euro” ammontavano letteralmente ad un Fiat Doblò e ½ della proprietà di un capannone a Viterbo. Confrontateli con quelli della nuova legislatura, per vedere come 5 anni siano in grado di cambiare un’esistenza.

Non riesco a capire perché si stata completamente rimossa Giorginha da questo campionario di infelici. Già perché anche la Giorginha ha i suoi graziosi scheletrotti nell’armadio, ma evidentemente è stato deciso di farli passare in cavalleria.

Vediamone alcuni, giusto per non perderne traccia: inizia tutto con un post Facebook nel lontano 2014 per le sanzioni contro la Russia (indovinate a seguito di cosa), Giorgina si inalbera per le ripercussioni sul commercio del formaggio stagionato, vero perno dell’export italiano. Un crescendo rossiniano di deliri assortiti, Giorginha fa centinaia di tweet e stati di Facebook condannando le sanzioni nel merito, oltre che, in poche parole, l’asservimento europeo a quel negro di Obama. Si arriva, con gruppi giovanili del partito, perfino a fare sit-in di solidarietà sotto l’ambasciata Russa a Roma. Oppure gli endorsment al vaccino Russo Sputnik in tempi di Covid.

Nei giorni scorsi però si sono fatte polemiche solo sul passato di Fontana, quello della Meloni pare non esistere, sia a livello politico che giornalistico. Sul piano politico del resto il PD era troppo impegnato nel rituale “hastatoRenzi!” per l’elezione di LaRussa, mentre Conte -con la sua faccia come il culo- è riuscito a dire che non apprezza la nomina di Fontana perché “noi abbiamo un quadro valoriale differente” (dimenticandosi che è stato suo ministro ai tempi del Governo Carioca) salvo poi due giorni dopo opporsi alla nomina di Guerini al Copasir perché “troppo antiPutin”. Sul piano giornalistico abbiamo perso giorni interi dietro al foglio di Fontana dove ha scritto iNpiegato con la N. Scoop di un certo livello dei nostri cani da guardia del potere.

Oh, intendiamoci, è pienamente legittimo cambiare idea su qualsiasi argomento e in qualunque momento, quindi benvenga il cambio di idea su Putin ed euro per Giorginha. “Solo gli stupidi non cambiano mai idea” è una frase senza dubbio corretta, andrebbe anche detto che è come minimo stupido cambiarla un po’troppo spesso. Credo infatti che sarebbe corretto almeno fare un piccolo mea culpa pubblico e dire di aver costruito le basi del proprio consenso su delle fregnacce. Ma sono un romanticone, senza alcun appiglio alla realtà della politica odierna.

Sull’aver cambiato idea poi ci sarebbe da parlarne a lungo, perché se accetti Fontana alla presidenza della Camera e Sangiuliano ministro della cultura qualche dubbio che il cambiamento (almeno sul fronte russo) sia più di facciata che altro pare legittimo. Ma del resto perché chiedere conto delle proprie scelte a Giorginha? Ha fatto campagna elettorale sfruttando le sue mattane contro il Green Pass ed obbligo vaccinale e adesso ci ritroviamo Ministro della Salute uno dei promotori del GP, strenuo sostenitore dell’obbligo vaccinale e facente parte del Comitato Tecnico Scientifico. #Pronti, si ma a cambiare idea.

Del Governo in se che dire? Un circo di animaletti difettosi che non so quanto potrà reggere. Personalmente non credo che arriverà a Ferragosto 2023, ma felice di sbagliarmi. Io vedo a breve delle gran polemiche tra ministri fino al collasso naturale sotto i colpi di maglio che vergherà Madame Realtà. Esempio lampante e adatto anche al tuo limitato cervello, o gentile lettore: chi avrà competenza sulla vera emergenza nazionale, ovvero sia lo sbarco dei negri? Salvini alle Infrastrutture e Trasporti, oppure il Ministro dell’Interno o addirittura il Ministro del Mare? Ah cari miei, non tarderemo a scoprirlo. A proposito di immigrazione: chi sarà l’addetto al draft di venezuelani da importare, come aveva promesso Giorgia in campagna elettorale? Eh, non dimentichiamoci questa promessa: stop ai barconi e porte aperte ai venezuelani scelti dal Governo. Siamo in attesa di notizie, figuriamoci se ci hanno preso per il culo anche su questo!

Conflitti di interessi a nastro esclusi (Santanchè al Turismo e Crosetto alla Difesa, per dirne due) mi piace segnalare un episodio passato ingiustamente sottotraccia. Quando Giorginha ha letto la lista dei ministri Zangrillo risultava essere Ministro dell’Ambiente. Letteralmente secondi dopo il termine della lettura della lista da parte della Meloni si era fatto subito intervistare per presentarsi al grande pubblico e dire la sua sull’impellenza delle battaglie ambientali. Pichetto Fratin, nominato Ministro della Pubblica Amministrazione, aveva invece già messo il primo post su Instagram. Passano nemmeno 30 minuti e ci si accorge dello sbaglio (pare nell’emozione che la Meloni avesse invertito le due righe mentre leggeva), Zangrillo era destinato alla PA e Pichetto Fratin all’Ambiente. Questo per dare il livello di ciurma e capitano, perché l’errore della Meloni è anche comprensibile (se accettiamo di avere al timone del Paese una che non sa leggere un foglio), che i ministri facciano infografiche e dichiarazioni vuol dire che non erano a conoscenza nemmeno di quale Ministero sarebbero andati a guidare la mattina successiva. #Pronti a improvvisare.

Cetto LaQualunque ormai sarebbe un serio, composto grigio moderato responsabile. Falliremo, ma non mancherà certo il divertimento, guardiamo il lato positivo.

Intanto subito una bella polemica strumentale, dopo quella portante su “il presidente Meloni/la presidente Meloni”: il limite del contante passabile da 2.000 a 10.000 euro. Curioso notare come ogni governo tecnico lo abbassi e ogni governo politico lo rialzi, salvo rimanere nel solito stagno. In ogni caso subito tutti a sbavare (anche giustamente, sia chiaro), ma terrei d’occhio altro, sul piano economico. Con una recessione in arrivo e gli interessi sul debito che abbiamo la pacchia è davvero finita. Se volete risollevarvi il morale Moody’s ha già detto che senza le riforme indicate dal PNRR il rating dei titoli di Stato Italiani subirebbe un ribasso, entrando nella categoria “Junk”, che chiude per statuto l’acquisto a molti investitori istituzionali e obbliga a disfarsi di quelli già in portafoglio praticamente tutti. Allora si che sarà bellissimo. Ma Jorginha ha già la soluzione, innovativa: il risparmio privato degli Italiani, che decide lei, evidentemente, come deve essere usato.

Su su, con queste premesse anche solo 9 mesi di Governo sembrano una bella utopia.

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