Ma te lo ricordi Fraccari?

Enrico Luschi • 21 settembre 2024

Vita e miracoli del livornese di Pisa

Ave villici!

Oggi un amarcord, tanto non c’è altro di cui parlare. Due recenti post su Facebook, in due diversi gruppi, mi hanno fatto interrogare sulla figura dell’ex presidente FIBS ed attuale presidente della Federazione Mondiale del Baseball Riccardo Fraccari.

In entrambi i gruppi non si lesinano frecciate a Marcon, colui che è diventato il successore di Fraccari sul trono di Viale Tiziano, secondo me è bene mettere un attimo i puntini sulle i, perché ho letto delle cose che -almeno nel mio piccolo ed insignificante blog- ho piacere di puntualizzare.

Nessuna simpatia per Marcon, anche perchè di fatto a fatica so chi sia, inoltre il baseball a 7 riprese non si può vedere e la formula del Campionato è talmente aberrante da rendere impossibile qualsiasi stima per l’operato della attuale presidenza FIBS. Però, da questo a dire che Marcon ha rovinato il baseball mi pare che ce ne passi. 

Anzi, alcune cose per le quali ho frequentato i forum per anni sono state fatte (la Pipeline per i college e le borse di studio, proprio per dirne due). Ma quel che penso io è irrilevante, dato che non ho seguito nulla per 15 anni. Solo che mi pare che sotto sotto strisci un messaggio viscido della serie “Marcon ha rovinato il baseball italiano”. E non credo che sia un’affermazione veritiera.

Non credo che Marcon abbia ereditato da Fraccari uno sport in salute, perché mi ricordo benissimo che quando lasciai perdere questo sport era uno sport agonizzante, sugli spalti dello Jannella eravamo 100 e a livello generale avevamo una piazza storica in smantellamento (Grosseto) e altre due che avrebbero fatto la solita fine nel giro dei pochi anni successivi (Rimini e Nettuno).

E soprattutto che sia visto come Satana Marcon e come un luminare Fraccari…..beh insomma a tutto deve esserci un limite, che diamine.  

Ma chi era poi questo Fraccari, allora?

Fraccari viene eletto alla Presidenza FIBS alla fine dei tragici anni ’90, quelli segnarono la disillusione dopo i fasti dei ’70 e degli ’80. Fuga dei grandi sponsor, risultati che iniziano a non arrivare più, scuola tecnica che inizia ad inaridirsi e pubblico che abbandona anche le poche isole felici, che non vengono rimpiazzate in alcun modo (non certo con i vari Caserta degli oriundi che vivono un anno e poco più o con l’emergere di nuove realtà folkloristiche, come Godo).

Anzi, alcune piazze storiche, come Bologna, addirittura subiscono l’onta della retrocessione in A2 sul finire dei 90, per poi risorgere con una nuova generazione che porterà all’esaurimento alla fine del primo decennio del Duemila. Probabilmente solo grazie alla regola degli Under obbligatori nasce e cresce l’ultima generazione importante di giocatori puramente italiani: si pensi -ad esempio- a Riccardo De Santis, che ha appeso il guantone  al chiodo solo qualche anno fa dopo due decenni passati tra Grosseto, Nettuno e Bologna.

In questo clima da fine impero Fraccari viene eletto dopo il veloce passaggio Dalla Noce. Giusto per inquadrare la situazione: l’Italia ha ottenuto il bronzo agli Europei estivi (all’epoca era uno scandalo non arrivare in finale, pensate), mentre a livello di club siamo nel bel mezzo del lustro di totale dominio del Neptnus Rotterdam in Coppa Campioni, le altre coppe inziamo a snobbarle perché siamo superiori.

I primi anni Duemila segnano il ritorno sotto i riflettori di una piazza che aveva fatto faville negli ’80 e che si era eclissata nei ‘90: Grosseto si unisce nuovamente alle grandi del nostro sport.  Nettuno, Parma, Bologna e Rimini adesso tornano a non avere l’accesso alle semifinali garantito, essendo 5 pretendenti per 4 posti.  Di fatto forse l’unica novità del primo mandato Fraccari oltre all’Accademia è questa, dato che non si ricordano particolari innovazioni regolamentari o risultati di chissà quale rilievo. Anzi, la vera novità è il rinfoltire la Nazionale con giocatori oriundi, una scelta che era stata abbandonata e che torna in pista con il primo mandato fraccariano, con la speranza di portare risultati in grado di risollevare l’appeal di uno sport che continua a segnalare una drammatica emorragia di appassionati. 

Non del tutto scollegata a questa è anche l’avanguardistica normativa sugli Atleti di Scuola o Formazione Italiana (non ricordo l' ampollosa dizione), una maniera per normare gli atleti comunitari, anche se in realtà una preziosa arma per poter ingaggiare spompati giocatori con avi non solo italiani ma europei: nel giro di pochissimo tempo sarà infatti un fiorire di oriundi ispano-qualsiasicosa, una brillante eredità fraccariana che ancora adesso il baseball italiano si porta appresso.

La scelta, discutibilissima su molti piani, si rivela anche infruttuosa per la Nazionale: il primo mandato di Fraccari è una continua Caporetto per i colori azzurri. Il primo torneo è la Coppa Intercontinentale del 2002, un torneo di quart’ordine, che vede l’Italia chiudere al 7° posto, il peggior risultato delle ultime 3 edizioni. Ricordiamo che solo 4 anni prima nel mondiale casalingo l’Italia, con tutti giocatori italiani, arrivò al 4° posto. Nel roster, selezionato da Faraone, si vedono i primi oriundi (Lucena, per dirne uno): 2 vittorie e 6 sconfitte, 77 punti subiti in 8 partite. Una delle poche note liete è l’introduzione del nettunese Schiavetti nell’All Star del Torneo.

Ma il primo vero appuntamento è l’anno successivo, con l’Europeo del 2003. Dobbiamo riscattare il clamoroso ed umiliante 3° posto del 2001, ed il Team Italy fa le cose in grande arruolando i migliori oriundi del campionato. Nonostante una aberrante sconfitta con la Grecia nel girone si accede alla seconda fase, sorteggiati contro la Svezia. Raggiungere la semifinale pare una formalità, ma incredibilmente perdiamo 4-2 e siamo fuori dal podio, le vittorie con Russia e Repubblica Ceca garantiscono il 5° posto, peggior risultato di sempre. Gli oriundi, richiamati in azzurro per portare risultati e ridare lustro al movimento, per ora hanno toppato 2 appuntamenti su 2. Se gli allori portano visibilità, due Caporetto cosa portano?

Imperterriti continuiamo sulla stessa strada al Mondiale a fine 2003, al quale l’Italia partecipa con una formazione piena zeppa di oriundi, ma la musica non cambia: una sola vittoria e 14° posto (solo nel 1972 ottenemmo un risultato peggiore), anche se va detto che molte partite l’Italia le perse di stretta misura, ma ciò non cambia il piazzamento e l’ennesima debacle internazionale.

Nel 2004 la disastrosa spedizione di Atene, nella quale l’Italia ottiene solo una vittoria (con un HR di Liverziani al 9°) contro Taipei classificandosi all’ultimo posto, peggior risultato mai ottenuto. Roster, anche in questo caso, zeppo di oriundi.  Il 2004 è anche l’anno in cui viene inaugurata l’Accademia di Tirrenia, un centro di specializzazione FIBS per i migliori talenti azzurri. Il primo ciclo di alunni fa storcere un po’ la bocca a qualche addetto ai lavori, ma l’idea è probabilmente la migliore di tutto il mandato ed un lascito importante per il baseball azzurro, quello va riconosciuto. Al tempo stesso va riconosciuto che l’Accademia, almeno in determinati periodi, è stata specie di kindergarden per figli di  dirigenti o consiglieri federali, tra ammissione all’anno accademico e gite tuttopagatodamammaFIBS. Incredibile il caso proprio di Fraccari JR (impresentabile lanciatore del Livorno per 2 anni in Accademia), mentre è da notare che non sia transitato in Accademia Alex Liddi, il primo giocatore cresciuto e formatosi in Italia ad arrivare in MLB e che proprio in quegli anni inizia la sua carriera nelle Minors, ma di questo parleremo in seguito.

Si arriva al 2005, anno che chiude il primo quadriennio del livornese nato a Pisa o del pisano di Livorno, vedete voi: è in calendario solo l’Europeo. Ossia, ci sarebbe anche il Mondiale, ma essendo arrivati 5° al precedente Europeo non abbiamo diritto alla presenza, un’umiliazione mai provata nel corso della storia baseballistica di questo Paese. La selezione azzurra per la spedizione europea è farcita di italo-qualsiasicosa, tutto va per il meglio tranne la finale: umiliante 15-0 contro l’Olanda, in una finale chiusa al 7° inning per manifesta inferiorità, anche questa una novità. E’ andata male anche a sto giro.

Di fatto il primo mandato di Fraccari si chiude con il peggior risultato di sempre alle Olimpiadi, ai Mondiali e agli Europei, un en-plein non facile da realizzare. Nonostante questo viene rieletto come Presidente Federale e qualcosa cambia, l’Uomo capisce che deve spingere a fondo sul pedale e regalare un sogno, visto che i risultati latitano. Gli spalti intanto sono sempre più vuoti ed il disinteresse sui media inizia ad essere sempre più un dato di fatto, costringendo la Federazione ad appoggiarsi a canali regionali di quarta fascia pur di apparire in TV, spesso a partita iniziata.

Si inizia a vaneggiare di IBL (un campionato professionistico pagato, ci viene detto, dagli americani, evidentemente impazienti di pagare per vedere i giocatori che avevano già tagliato dal mondo pro loro direttamente), ma la gente ci crede e le poche voci che steccano nel coro vengono additate di disfattismo in una incredibile intervista apparsa sul sito federale, roba da Gazzettino del Campionato UISP di Isernia.

Fraccari però non si ferma qui e con sprezzo del ridicolo rilancia: parla anche dello Stadio di Roma, dove, assicura, la MLB vuole giocare delle partite per agganciare nuovi affezionati anche nel Vecchio Continente. Parte un circo che rimarrà negli annali, una continua fuga in avanti fino all’ammissione della debacle, ma solo anni dopo. Nel frattempo abbiamo visto dove vengono giocate le partite in terra europea.

I dati del pubblico sono allarmanti, iniziano a vedersi spalti tremendamente vuoti anche nelle roccaforti storiche, ma Fraccari rilancia: “per il professionismo servono 800 spettatori di media” (testuale), quasi un triplicarsi dei paganti delle piazze più floride.

La cosa incredibile, comunque, non è tanto questa quanto il come nasce il cosiddetto Progetto Franchigia, roba non mi ricodo del 2007 o del 2008. Un veloce recap in materia, perché ho visto confusione sui social: questa tematica fu portata fuori inizialmente sui vari forum dell’epoca da due utenti fiorentini, ai quali si aggiunsero nel corso del tempo pochi altri gattacci neri, che si ostinavano a credere che la qualità del prodotto offerto dal baseball italiano non fosse quella decantata da Fraccari, Schiroli o gli altri corifei, reputando infatti come la priorità del movimento fosse non quella di vincere uno Scudetto, una Coppa dei Campioni o un Europeo, bensì di ricreare una scuola italiana in grado di sfornare ad intervalli regolari buoni giocatori o semplicemente giocatori, visto che ormai, dopo solo un lustro di gestione Fraccari e di nuova sbornia oriundofila, molte formazioni ricorrevano ad una decina di oriundi/stranieri spesso di livello impresentabile (vi ricordate Urueta o il Pascual Matos di Parma?) per completare il roster e giocare in stadi sempre più vuoti.

Comunque sia, dopo lo svilupparsi di quella discussione, incredibilmente, Fraccari lancia il Progetto Franchigia senza mai averne accennato in precedenza, riuscendo peraltro a tessere una scimittatura di quanto emerso online nelle chiacchiere da bar di 10 disperati. Incredibile a dirsi ma è così, chi volesse approfondire non ha che da chiedere: i link delle discussioni di allora e della prima sparata fraccariana sul Progetto Franchigia sono ancora attivi ed è quindi difficile smentire quanto espresso dal sottoscritto.

Regolamentata male dalla Federazione ed onestamente anche raggirata il più possibile dalle società, la Franchigia nasce già morta, dando probabilmente il colpo finale al movimento baseballistico italiano.

Intanto al WBC del 2006, quello della prima edizione, si raggiunge l’apice dell’oriundismo, quando la Nazionale Italiana viene data in appalto alla MBL (o almeno così ce la vende Fraccari) e schiera solo 4 atleti propriamente Italiani, uno dei quali dichiara anche che “Non si può giocare con tutti italiani”. A nulla valgono le proteste dei tifosi e la petizione lanciata con la prima firma di Giulio Glorioso che raccoglie oltre 200 consensi nel carbonaro mondo del baseball italiano in un’epoca pre-Facebook e pre-Whatsapp.

Sempre nel 2006 alla Coppa Intercontinentale si raggiunge il 6° posto con una Nazionale sempre meno azzurra. Le uniche vittorie vengono contro le Filippine e Taipei. Grosseto vince la Coppa dei Campioni, spezzando un dominio olandese che durava ormai da 6 stagioni consecutive. In Accademia intanto entra per il primo anno accademico il figlio di Fraccari, improbabile pitcher del Livorno, mentre Liddi dalla Serie A2 passa ai Seattle Mariners senza toccare Accademia o Serie A. Una vergogna di uno squallore senza fine che per quanto rimarrà indelebile su quella classe dirigente, avete voglia a fare discorsi.

(Peraltro il Fraccari JR -beato lui- dopo il biennio infruttuoso in Accademia, siederà alla destra del Padre alla WBSC, come già riportato qualche articolo fa, ma giova ricordarlo, visto che si sta tracciando un profilo storico della gestione del padre)

Ma l’anno di volta è il 2007 quando all’Europeo (pur di tentare l’assalto all’oro che manca da Parigi ’97) si avvia una nuova simpatica tradizione, anche questa, al pari dell’Accademia, lascito fraccariano: l’andare a cercare oriundi anche fuori dal nostro campionato specificatamente per determinati tornei internazionli. Si, perché oltre agli italo-qualsiasicosa del campionato Italiano viene infatti arruolato per la spedizione in terra catalana anche tal Norrito, pitcher allora militante in AA. Oltre a Norrito, che perderà una partita cruciale contro la Spagna, ingaggiamo anche il catcher da 216 di avg in Indipendent League Ceriani, per costruire una batteria mica da ridere. Si provvede anche a naturalizzare il 35enne cubano Chapelli. La spedizione è disastrosa: il baseball italiano è nuovamente fuori dal podio e stavolta il danno è doppio, perché l’esclusione ci costa anche il pass per i giochi olimpici del 2008, anche questa è una prima volta, nuovamente un record negativo targato Fraccari.
Con questo drammatico europeo si chiude anche l’esperienza sulla panchina azzurra del Manager Faraone, subentrerà il nuovo Uomo del Destino del baseball tricolore, Marco Mazzieri, il tecnico della formazione Juniores appena laureatasi campione d’Europa.

Un attimo di pausa: questo solo per parlare dei risultati sportivi. Ora, senza voler essere troppo caustico nel giudizio, ditemi quale manager può anche solo sognarsi la rielezione dopo 4 anni di queste batoste. Solo parlando dei risultati sportivi, perché poi va aperta una parentesi su tutto il resto: le continue interviste, sul sito FIBS, su b.it, sugli altri siti che ancora -all’epoca- esistevano. Non passava settimana senza che il ciarliero presidente non rilasciasse un’intervista, nelle quali era tutto un fiorire di “svolte epocali”, “risultati eclatanti”, “fortemente voluto” etc, tanto da diventare una macchietta anche solo per l’estenuante uso delle solite 3 espressioni. 

Non dimenticherei poi i continui battibecchi a distanza con le poche -allora- voci fuori dal coro, che non esultavano per le coppe o gli scudetti: mi ricordo benissimo, sempre sul sito FIBS un’intervista tutta basata contro gli “ululati solitari”. La realtà, intanto, implacabile, continuava con i suoi colpi di maglio a far venire giù tutto, senza alcuna sosta: il pubblico disertava gli spalti, ma si festeggiavano con tanto di articolesse leggendarie 1600 contatti mensili al sito Fibs in periodo di playoff: 1600 persone che si collegano IN UN MESE, al sito federale e sbandierarlo come un successo. Questo era il baseball italiano dell'epoca di Fraccari.

Il 2008 non presenta competizioni di particolari rilievo, si arriva al 2009: seconda edizione del WBC ed anche il Mondiale itinerante in giro per l’Europa, suddiviso tra varie nazioni. All’Italia spetta l’organizzazione della fase finale. Al WBC, con la solita infornata di scarti delle leghe minori e qualche pupazzino nostrano si è inseriti in un girone assai impegnativo, con Canada, Stati Uniti e Venezuela. Suonati come tamburi dal Venezuela, battiamo incredibilmente il Canada e con tale vittoria ci garantiamo l’automatica partecipazione all’edizione seguente del WBC. E’ la prima volta che si può parlare di un successo per una Nazionale nell’epoca di regno di Fraccari. Ricordiamoci che stiamo parlando di una partita secca, giocata dal 90% da giocatori che nulla avevano a che vedere con il movimento nazionale, ma tant’è. Dopo anni di bocconi amari qualcosa per cui giorie. Cosa che verrà fatta, abbondantemente. Si perde anche un attimo il contatto con la realtà, con alcune dichiarazioni di vari personaggi di contorno veramente al limite della realtà. La gioia azzurra viene oscurata dalla performance degli eterni rivali olandesi che battono due volte in pochi giorni la Repubblica Dominicana, facendo due imprese che portano gli orange al secondo turno della manifestazione.

Il Mondiale IBAF, che a questo punto diventa una competizione da operetta, di poco superiore alla Coppa Intercontinentale, è un vero disastro: stadi vuoti, calendario assurdo contestato da TUTTE le nazionali partecipanti, costrette a spostamenti di centinaia di km al giorno, disinteresse totale ed improvvisazione imbarazzante. In un caso un pbp di una partita ripropone esattamente quanto successo 24 ore prima tra altre due nazionali, diventando l’immagine della manifestazione. Clamorosa anche la figura di palta fatta con i dati degli spettatori: in una partita a Grosseto vengono messi a referto 350 persone, un utente di un forum pubblica una foto degli spalti (che verrà ripresa da qualche blog con diffusione mondiale) dove se ne contano 46. Queste le note positive, mentre per quanto riguarda l’aspetto agonistico della prima vera nazionale di Mazzieri si registra di nuovo la corsa all’oriundo, al solito infruttuosa. Inserita nel gruppo G la Nazionale Azzurra racimola solo 2 vittorie in 9 partite, una di misura contro le Antille Olandesi (formazione materasso che solo contro di noi rimane in partita, arrivando a 2 out da una vittoria che avrebbe del clamoroso) e una contro una formazione nipponica che definire di 4° grado sarebbe fargli un complimento. Tanto basta per levare grida di giubilo e mascherare un flop clamoroso, anche solo contro le altre nazioni interessate dalla manifestazione. Un disastro internazionale senza alcuna giustificazione. E’ di nuovo 14° posto (bissato quindi il secondo peggior risultato di sempre), mentre l’Olanda è 6°.

Alla fine di quell’evento stacco, disgustato, per 15 anni dal baseball italiano, seguendo (dopo un anno sabbatico di digiuno totale, dovuto allo schifo del baseball italiano) solo la MLB, riesco a resistere alla tentazione del riavvicinamento anche negli anni del WBC, poi scopro che Fraccari ha fatto una carriera internazionale di tutto prestigio ed è stato insignito di vari titoli ed onorificenze in giro per il mondo. 

E questo, come sia stato possibile visto quanto sopra, dovete spiegarmelo voi.

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