Italia, 1981

Enrico Luschi • nov 14, 2021

Il Belpaese fermamente ancorato alle sue battaglie di retroguardia.

Ave villici!

Eccoci di nuovo qui: domenica pomeriggio, pioggia e voglia di esternare al mondo la mia boria ed i miei complessi di superiorità. Anche oggi non un tema singolo da trattare ma un sapiente cacciucco da sorbirsi con attenzione e immacolata devozione.

Mentre ci avviciniamo a passo di danza all’inevitabile redde rationem, in questo Paesesi osservano fenomeni sempre più interessanti. Partiamo da qualche notiziola: il Governo ha proposto un disegno di legge sulla concorrenza. L’articolo 8 di questo disegno di legge prevede, facendola breve, l’arrivo delle piattaforme online per il servizio taxi in città. Stiamo parlando di Uber e compagnia cantante, quelle piattaforme che all’estero sono usate ormai da lustri e che in Italia sono bandite perché la temibile gang dei tassisti italiani è sul piede di guerra anche solo a sentirne parlare.

Ora, intendiamoci, non è certo con Uber che si sostiene un’economia e di certo non serve Uber per cambiare passo, ma già che il Governo porti questo argomento sul tavolo della discussione per me è una cosa interessante. Fosse solo per smetterla di sentirmi proveniente da un altro mondo quando metto piede all’estero, ecco. Vedremo come andrà in Parlamento, ma è facile immaginarsi una sonora sconfitta dell’esecutivo: la lobby dei 40.000 tassisti riuscirà a farcela anche stavolta, tirandolo nuovamente in culo ai restanti 59.959.999 cittadini italiani. I primi segnali infatti non sono incoraggianti: nessuno dei partiti (sempre pronti a mettere il cappello su qualcosa) ha rivendicato la battaglia per la legalizzazione del trasporto pubblico cittadino. Il libero mercato non passerà.

L’Ipsos ha poi tirato fuori questo interessante sondaggio, che come al solito ha la valenza che può avere un sondaggio del genere, ma che secondo me non va tanto lontano dalla realtà delle cose.

Cosa si può dire al riguardo? Mah, poca roba, anche se devo ammettere che mi sorprende che il PD sia nettamente la prima opzione per gli studenti al primo voto (ma essendo l’Italia un Paese non esattamente in boom demografico non mi pare una grande strategia, anche se capisco la speranza di fidelizzazione in giovane età…), mentre tra operai e disoccupati registra dati imbarazzanti. Queste due classi infatti sembrano ormai agile terreno di caccia per la destra più vergognosa d’Europa e l’unico settore dove ancora può sperare di contare qualcosa la brancata di scappati di casa del M5S. Impressionanti ovunque i dati della Meloni, mentre per la Lega suggerisco un futuro da Sindacato (dico seriamente), visti i numeri.


Che altro dire? Ah si, il Consiglio di Stato è prossimo all’essere accusato di “neoliberismo selvaggio”, visto che ha azzerato le concessioni balneari a partire dal 1° Gennaio 2024. Il tema è interessante: le concessioni balneari sono uno dei grandi scandali italiani, da sempre sotto traccia. Partiamo dal concetto che i litoriali, fonte non secondaria del turismo italiano, sono beni dello Stato. Non si capisce perché tali beni statali debbano essere dati in gestione a prezzi ridicoli (spesso basta l’incasso di un singolo ombrellone per i 3 mesi estivi per coprire le spese di affidamento dell’intera concessione!) alle solite famiglie di generazione in generazione. Perché uno stabilimento balneare deve essere affidato da anni alla solita gestione (a circa 4.000 euro annui di media), quando facendo regolari bandi di gara si potrebbe avere un introito maggiore ed un miglioramento del servizio alla clientela?


Io sono originario della Maremma, probabilmente non il più bel mare d’Italia, ma le località di Castiglione della Pescaia, Capalbio, Follonica e altre le avrete sicuramente sentite nominare: bene, le infrastrutture di queste località sono in condizioni pietose, degli anni ’80 se va bene. Servizi pressochè inesistenti, prezzi fuori dal mondo perché ovviamente in 3 mesi bisogna fare l’incasso per poter vivere i restanti 9 mesi di “off-season”. Investimenti e miglioramenti delle varie strutture, affidati a chi in grado di migliorare l’intero pacchetto non sarebbero altro che un bene alla clientela ed all’afflusso turistico.


Ma il discorso non è nemmeno poi ideologico, visto che questo comportamento sta portando l’Italia verso l’ennesima procedura di infrazione da parte della UE per il mancato recepimento della legge Bolkestein, una legge europea vincolante che l’Italia si rifiuta di attuare da 15 anni. Sono 15 anni che dovremmo avere una legge su concessioni di spazi pubblici a gestori privati e sono 15 anni che ce ne sbattiamo il cazzo, pagando oltretutto le more per la non osservanza di tale mandato europeo. Ora, io non so voi, ma non vedo perché dovremmo difendere chi occupa di fatto illegalmente una concessione demaniale pagando un canone ridicolo, chiedendo prezzi esorbitanti per servizi scadenti ed in più dover anche pagare la multa dell’Unione Europea.


Ovviamente questa è una battaglia che accomuna tutti i gruppi politici, perché ci mancherebbe altro che mettersi contro la potente lobby dei concessionari balneari. La posizione della Lega, ad esempio è questa:

Ora, tralasciando il truce linguaggio secondo il quale il Cosngilio di Stato sarebbe "complice" di Bruxelles, si tratta di un notevole ribaltamento della realtà: siamo noi che stiamo svendendo il nostro patrimonio, da Bruxelles ci invitano a farlo rendere il giusto e a farlo diventare un prodotto del Terzo Millennio. Oh, intendiamoci, anche dalla parte avversa la musica è la solita. Per non far torto a nessuno continuo a parlare della Toscana, Regione nella quale l’Assessore al Turismo Leonardo Marras si esprime così:

Avanti così ragazzi, abbiamo delle coste che offrono servizi inferiori a quelli che puoi trovare in Georgia (non quella della Coca-Cola in America, quella del Caucaso), ma il neoliberismo non passerà. Continueremo ad avere bagnetti tenuti su da assi di legno marci da almeno un lustro, rugginose sdraio degli anni’80 a 30 euro al giorno pagabili solo in contanti, ghiaccioli a 3 euro senza scontrino, docce putride da rifugio alpino abbandonato ma guai a rispettare la direttiva UE, perchè “non può decidere un giudice”, “la legge italiana deve avere la precedenza” e tutte le varie dichiarazioni folli dei partiti italiani. Già, perchè poi i discorsi sono questi, mica diversi da quelli fatti dalla Polonia brutta e cattiva. Ma se li fa la Polonia è uno schifo, se a proferirli sono i politici nostrani va bene così.


Altre buone notizie, flash: Fedez registra il dominio del sito web per le elezioni del 2024. Sdegno e mignoli alzati nel panorama politico-culturale Italiano. Quando capirete che Fedez -che vi piaccia o meno- sa comunicare meglio di un Marras che vive in politica dal 1992 sarà sempre troppo tardi. Poi Fedez rimane un cialtrone, populista (ma dalla parte che vi piace, quindi alla fin fine vi andrebbe anche bene) ed un inutile spreco di organi umani, ma questo è un altro discorso. In ogni caso, compagna Murgia, difendere le posizioni!


Ah, Toninelli (ve lo ricordate l’ex ministro più ottuso degli ultimi 150 anni?) ha avviato un TG via social per combattere la disinformazione, una volta guardatelo perché merita. Sono minuti ben spesi.


La tenera Greta si è dichiarata favorevole all’energia nucleare. Eh, piccola Greta, con esternazioni del genere mi sa che a breve ti finisce la pacchia e ti tocca trovarti un lavoro vero, perché alla gentebene® raccontagli tutte le cazzate che ti pare ma non dirgli del nucleare perché altrimenti saltano di testa. Ah, poi già che ci sei fai un fischio anche alla colonna italiana del Fridays for Future (questo si marchio registrato, davvero e a nome di indovinate chi? La piccola e disinteressata Greta!), responsabile di un linciaggio social a fine settembre ai danni dell’Avvocato Atomico (un divulgatore scientifico pro nucleare).


E’ uscito questo dato, riguardante i NEET, ovvero sia i giovani che non lavorano e non studiano. I dati italiani sono imbarazzanti, come al solito i peggiori del mondo occidentale sviluppato: abbiamo numeri peggiori di quelli di Ecuador, Cile, Perù e Bulgaria, per dare la cifra del disastro. Se non stiamo attenti saremo superati a breve anche dalla Macedonia. Ma mi raccomando usate la schwa o la nostra civiltà crolla.

Ora basta, ho scritto 3 pagine di Word e voi più di tanto non potete permettervi, alla prossima.

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