Dopo tante ricerche nella foresta Amazzonica di intrugli magici, dopo aver preso parte ad una miriade di riti di ayahuasca ed eventuali riti vodhoo, esausto, avevo pensato prendermi un meritato riposo lontano da dette pratiche e cosi sono arrivato nella capitale del mio paese natale, Santiago del Cile. Ma a quanto pare l'avventura non era finita, perchè, dopo aver goduto di una breve ma pacifica vacanza, il movimento stava per farsi vivo ancora una volta.
Tutto ha avuto inizio la sera di Venerdì 18 ottobre, quando da parte del governo dell'attuale Presidente (in carica già da un po') è emersa la volontà di approvare qualche rincaro per metter ancor più in difficoltà i già incasinati cittadini.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di alzare il biglietto del metro: il popolo prende la palla al balzo ed un gruppo abbastanza significativo di studenti organizza spontaneamente una manifestazione nel centro della città.
Si sapeva che c'erano stati scontri con le forze dell'ordine ed in tv poco veniva riferito, ma la puzza di pneumatico bruciato mischiato a lacrimogeni mi faceva pensare che qualcosa in pentola stava bollendo, qualcosa di più grosso di quello che trapelava. L'intuito mi diceva di non andare a giocare con i birilli e le palline al semaforo e quei profumi e l'aria pesa che si poteva percepire anche con il solo uscire di casa, mi hanno fatto risvegliare le mie doti culinarie ed intuire che probabilmente una bella ricetta ci sarebbe uscita fuori sicuramente.
Così ho decido di presentarvi cio che in questi giorni è accaduto in Santiago del Cile , proponendovi il tipico piatto ormai preferito dai politici mondiali: la ricetta dell'oppressione popolare!
Un piatto molto semplice, ma un grande classico che non passa mai di moda.
Si prendono uno o due decreti che implicano il rincaro di qualche servizio pubblico, si fa ribolire il tutto aspettando la reazione popolare che, violenta, sicuramente si cimenterà in qualche inutile manifestazione. Oh, per la buona riuscita del piatto adesso è importante farcire la manifestazione con una manciata di gruppi di stronzi incappucciati che agiscono in modo violento ed insensato. Questo comporta un po'di sano disordine ed è un'ottima scusa per qualche poliziotto malato voglioso di dare due sprangate a qualche sano cristiano. Questo ingrediente ha anche il pregio di accendere ulteriormente gli animi dei dimostranti e spingerli a compiere atti vandalici nei confronti della città.
A questo punto bisogna aspettare che tutto sia cotto a puntino, ma al momento giusto è importante aggiungere (grazie all'aiuto di giornali e televisioni) una giusta dose di disinformazione sui fatti. Nel frattempo si raggruppa un'ulteriore manciata di incappucciati che, approfittando della confusione, assaltano supermercati noti e di grandi dimensioni, cosa che non passerà sicuramente inosservata. Così, rimescolando il tutto con false notizie, si induce il malcontento delle persone che -ignare- continuano a seguire il tutto su tv e radio senza uscire di casa per la paura e per una dissociazione verso i manifestati.
A questo punto il nostro piatto è quasi pronto, si nota una marcata divisione negl'intruglio che si è ottenuto fino ad ora. Da una parte i cittadini che adesso vogliono difendere gli amati supermercati (con i loro servizi tanto cari) e dall'altra i saccheggiatori, poichè le forze dell'ordine sono impegnatissime a fronteggiare i manifestanti.
Una volta ottenuto un caos di disinformazione e divisione popolare vi si aggiunge un tocco di saggio coprifuoco che si va stringendo giorno dopo giorno. Questo forse è l'ingrediente chiave, il tocco finale che porta la pietanza ad un altro livello: così facendo infatti, ormai isolati da vicini e curiosi, i soldati e poliziotti possono dare libero sfogo ad ogni propria perversa fantasia sui poveri studenti in marcia. Una pietanza che qui in Cile avevamo dimenticato da un po', ma che sembra riscuotere un discreto successo anche in questa versione di cucina moderna.
Se assaggiato il prodotto, ancora non siete contenti del risultato ottenuto, potete pure aggiungerci poliziotti che rifiniscono i saccheggi e bruciano i negozi derubati. Si, perchè le assicurazioni risarciscono i danni solo in caso di calamità ed incendi.
Se siete proprio incontentabili ed il caos nelle strade di Santiago ancora non offusca abbastanza, sempre grazie a media, si può aggiungere qualche fasulla rapina a qualche casa privata, sempre con l'obiettivo di fomentare la divisione tra il popolo...
Bene, adesso il piatto è davvero pronto, non manca davvero nulla, quindi accomodatevi: il casino è servito!
Scherzi a parte, è una brutta situazione quella che sta passando il Cile in questi giorni, e che continua a vivere poichè ancora non è finita. A molti ha riportato alla mente i tempi del caro Pinochet. Mentre scrivo si fanno file che in qualche caso raggiungono il kilometro per poter comprare nei supermercati che (mi vien da ridere) son soppravvisuti al saccheggio, mentre i piccoli negozi -ormai svuotati- non hanno piu merce da vendere.
Di tanto in tanto viene a mancare l'acqua.
Oggi Martedi 22 si sentono meno sirene, ma le piazze sono ancora riempite da manifestazioni pacifiche. Il coprifuoco rimane alle ore 20, inasprito subito dal secondo giorno, con orari più restrittivi rispetto al primo ordine. Che strano, non mi ero mai trovato nella situazione di non poter uscire di casa. Credo forse solo da bambino, quando comunque avevo il permesso di rientrare non dopo la mezzanotte.
Forse è solo la quiete prima della tempesta...
Speriamo essere ancora qui in questi giorni per raccontarvi il seguito.
Per adesso cordiali saluti e che Dio ce la mandi buona