Ave villici!
Niente baseball oggi, tranquilli. Scusate, mi è presa così, non so nemmeno bene perché dopo 15 anni di totale disintossicazione, arrivata al punto tale che ormai schifo anche la Major League (essendo ormai diventata una sfida a chi tira più forte contro chi la batte più lontana, il tutto farcito da atteggiamenti che solo 10 anni fa avrebbero portato ogni singola partita a 10 colpiti ed altrettante risse).
Ma bando alle ciance, oggi si parla di elezioni europee, il prossimo impegno elettorale previsto ormai tra meno di un mese. Sono sicuramente le elezioni europee più importanti da quando ho contezza del mondo, ma incredibilmente vengono abbastanza snobbate sia dalla politica che dalla famosa società civile, una cosa che davvero faccio fatica a capire. C'è da scommettere su una partecipazione alle urne bassissima, almeno nel nostro Paese.
Sul perché siano le elezioni più importanti dalla fondazione dell’Europa mi pare persino superfluo dirlo, con tutto quello che sta succedendo alle porte del nostro continente e le sfide che ci si pongono davanti nell’arco del prossimo lustro.
Alcune considerazioni di ordine generale prima di entrare più nello specifico: trovo veramente vergognoso il portare nel già scarno dibattito in materia problematiche interne nazionali. Un esempio su tutti il salario minimo, problematica prettamente italica, è uno degli slogan del PD. Senza entrare nello specifico della cosa, che nella mia visione sia giusta o sbagliata è totalmente irrilevante: portare nella campagna per il parlamento europeo una problematica che nasce e muore all’interno dei sacri confini italici è veramente una mancanza di rispetto all’intelligenza degli elettori. Intendiamoci, ho fatto l’esempio del PD perché è il primo che mi è venuto in mente, ma è un malcostume comune a tutte le compagini politiche.
Così come trovo irrispettoso verso gli elettori e l’istituzione stessa oggetto di elezione che tutti i leader (salvo Conte e Salvini, di questo gli va dato atto, anche se uno è mosso da mero calcolo politico per poter poi dire “io sono diverso” e l’altro perché non ha capito che è arrivato a dama) si siano candidati come capolista in tutte le circoscrizioni dichiarando che però, in caso di elezione, al Parlamento Europeo non ci andranno. Ennesimo sintomo del degrado in cui è precipitata la politica italiana.
Ma è facile essere disfattisti e dire che tutto è uno schifo, tutto è merda. Oh, su questo ci spendo un minuto: sempre più spesso mi trovo nella condizione di dover fronteggiare accuse di disfattismo a priori, bastian contrarismo a prescindere. Che ci può anche stare eh, non è mica una novità, solo che mi piacerebbe che qualche critica a quel che dico, ogni tanto, arrivasse anche nel merito di quel che dico. Proprio per amor di discussione, perché davvero non c’è cosa che adori di più che discutere di argomenti che mi affascinano e che reputo importanti.
Discutere ad una condizione però: che quando si parla di un qualsiasi argomento ci sia a monte non dico la preparazione (sono uno che ha preso il diploma per inerzia e che all’Università è durato 3 esami, quindi riconosco i miei limiti senza alcuna vergogna), ma quanto meno l’interesse e la ricerca di informazioni sull’argomento.
Perché davvero, non ho voglia di stare a discutere su frasi buttate là su argomenti che mi interessano: non lo accetto, perché fa fatica leggere, seguire podcast e tutto ciò che mi serva per capire un po’più a fondo un argomento che mi stimola. Fa fatica soprattutto trovare il tempo per farlo, non dedicandolo ad altro. E trovo irrispettoso derubricare tutto a gazzarra da bar e vanificare tutti gli sforzi, per limitati che siano, sia chiaro. E non posso sentirmi in colpa di averlo fatto e -la butto lì- trovare deprimente una discussione sull’espansionismo della Nato, tanto per dirne una. Intendiamoci: liberissimi di credere quel che volete in qualsiasi ambito, lasciatemi la libertà di non voler perdere tempo ed energie in discussioni che non hanno senso di esistere.
Ok, torniamo a noi: cosa mi piacerebbe vedere in un partito per poterlo votare alle prossime elezioni europee? Eh, tante cose. Partiamo con quello che reputo l’emergenza e quindi la priorità: mi piacerebbe che qualcuno dei partiti del parlamento europeo e di riflesso le succursali italiane capissero che abbiamo la guerra (non i discorsi, la guerra) all’uscio di casa. Questo a voler essere ottimisti, io non lo sono mai stato e quindi mi piacerebbe che qualcuno dicesse quel che credo io, ovvero che siamo in guerra e ancora o non lo abbiamo capito o non lo vogliamo accettare come dato di fatto e che è urgente darsi una mossa.
Quindi mi piacerebbe qualcuno che- pur non tralasciando i sacrosanti tentativi diplomatici di sedare il conflitto- iniziasse a dire che è necessario riniziare, dopo 3 decenni,a impegnare parte del bilancio in armamenti, fosse solo per deterrenza verso la Russia oggi e domani chissà chi altro. Sperando siano soldi buttati via, ma come del resto pago l'assicurazione contento a fine anno di averli buttati via, non è che visto che li ho pagati allora mi schianto al muro con la macchina, almeno così imparano. Eppure non c'è verso di sentire discorsi "Eh, spendiamo soldi in armamenti -mai che ti dicessero quanti però, ci avete fatto caso?- invece che in X (generalmente "ospedali""
E mi piacerebbe anche che qualcuno che parlasse del post-conflitto: come intenderà comportarsi l’Europa nei confronti della Russia nei prossimi 5 anni? E quale dovrebbe essere il ruolo del continente nel Mediterraneo e in Medio Oriente, altra situazione mica da ridere alle porte di casa?
A proposito del ruolo dell’Europa, poi, mi piacerebbe che qualcuno che dicesse che ormai non siamo più la frontiera in nessun campo, non siamo avanguardia in nulla, pur essendo il continente più ricco del mondo. Continuando con i mea culpa, mi piacerebbe che qualcuno avesse il coraggio di dire che la gestione dei gloriosi piani quinquennali stile Next Generation UE ha fallito: la pioggia di miliardi a debito ha ottenuto risultati modesti un po' in tutto il Continente, è comprensibile dopo un avvenimento eclatante come un’epidemia di Covid, ma il dirigismo UE è un qualcosa che va limitato e non usato ad ogni evenienza, come invece mi sembra sempre più intenzionata a fare la UE negli ultimi tempi.
Altra cosa sarebbe rimettere in discussione questo greenwashing che sta diventando veramente insopportabile: l’ho già scritto ai tempi di Greta, ma ripetiamolo pure. L’inquinamento asiatico è il problema, quando ci sono singole industrie che inquinano come una nazione europea di medie dimensioni è inutile che tu mi imponga di cambiare auto ogni 5 anni, o che tu mi vieti di entrare in città la domenica per le normative antismog e che tu mi voglia rompere il cazzo se a casa ho osato mettere una caldaia a condensazione nel 2018 anziché una pompa di calore. Non solo perché a tutto ci deve essere un limite, ma guardate anche il caso italiano: miliardi spesi grazie alla geniale mossa del Superbonus e inquinamento mondiale ridotto dello 0,08 per mille (dato reale). E’ inutile e maledettamente costoso. Abbiamo fortunatamente smesso di andare dietro ad un ragazzina delle superiori autistica, adesso potremmo anche provare un’altra strategia. O, almeno per conto mio, non è un qualcosa che può essere assente in un programma elettorale.
Che altro vorrei? Ah si, che qualcuno mettesse in discussione la governance UE: basta con il voto all’unanimità per prendere le decisioni. Impensabile che venga qualcosa di buono da una meccanica del genere. Non si può essere ostaggi una volta dei capricci magari dettati dalla politica interna della Bulgaria, una volta della Spagna, una volta dell’Italia per deliberare un qualcosa. E cercare il compromesso in 27 è una barzelletta, basta aver partecipato una volta ad una riunione di condomio per saperlo. Problema: per togliere il voto all’unanimità ci vuole un voto all’unanimità. Auguri.
Il futuro della UE poi? Siamo favorevoli ad un nuovo allargamento? La Georgia, che in queste ore sta scendendo in piazza per protestare contro una legge assai particolare e copiata pari pari dal regime putiniano, vede i suoi cittadini scendere in piazza armati di bandiere europee con la speranza di entrare nella tanto bistrattata UE. Siamo favorevoli? E a quali condizioni? Il candidato esponga il suo parere in merito. Opinione personale, ovvero quello che vorrei sentirmi dire: ok alla Georgia in Europa, a patto che, prima della formalizzazione dell’ingresso definitivo, sia una democrazia ed una società degna di potersi definire “europea”, che di Ungheria e soci ne abbiamo già a sufficienza e l’errore di un allargamento incondizionato lo abbiamo già commesso e tutt’ora ci lecchiamo le ferite, se così si può dire.
Come è pensabile di definirsi continente unito senza che venga resa lingue comune l’inglese? Fin quando un fornaio di Amburgo non avrà modo di intendersi al volo con una commessa di Oporto, qualsiasi altro passaggio avrà un handicap di partenza che sarà mostruosamente difficile da colmare. Più passa il tempo e più realizzo che questo passaggio sia veramente cruciale per la definizione di questa famosa Unione Europea. Sarà una transizione lenta, ma prima o poi sarà inevitabile farla, almeno per come la vedo io.
Altra cosa che mi piacerebbe della UE di un futuro remoto è la possibilità di votare in maniera diversa: perché devo votare per i politici italiani e non un partito transnazionale? E, più semplice magari, perché non posso votare per i socialisti polacchi o per i liberali portoghesi? Forse abbandonare anche questa riduzione a compartimenti stagni potrebbe aiutare a ridurre i fenomeni di nazionalismo greve ed ottuso, sovranismi che sognano l’Internazionale Sovranista (ma quanto state male?).
You may say I am a dreamer….
Finito l’idealismo, torniamo con i piedi per terra, dato che l’offerta politica è quel che è. Veloce carrellata: Meloni sta facendo meno peggio di quel credevo, pur rimanendo la poveretta che è. Sta facendo meno peggio anche perché di quel ha sbraitato per anni non ne ha fatta mezza, quindi è anche normale che questo sia il giudizio.
Salvini figuriamoci, nemmeno sto a perderci tempo. La chicca è aver messo capolista il Generale Vannacci. Non manca lo sprezzo del ridicolo, ma del resto ha ottenuto voti promettendo lo smantellamento della Fornero, porti chiusi e Quota 100, quindi fa bene Matteinotuttominchia a proporvi ogni volta una quantità maggiore di merda nel cucchiaio dal quale suggete con aria soddisfatta. Ghiottoni!
Tajani: no, anche se gli rendo merito di essere riuscito a tenere in piedi una baracca che credevo sarebbe crollata al momento della morte dello sculaccianguille arcoriano.
M5S: ma siamo seri, porcamadonna.
Renzi: no, anche se gli riconosco che pur raccontando minchiate (gli Stati Uniti d’Europa ahahahaha) è quello che ha fatto la campagna elettorale meno indecente.
Calenda: no, ho già dato. Dopo la (ottima) campagna per sindaco di Roma l’uomo è totalmente impazzito e si è tramutato in una macchietta. Le ultime uscite (“Vogliamo il Mes sanitario”, scaduto al 31.12.2022, e il Bla-bla CARL) sono qualcosa di un patetico che non credevo fosse nelle corde dell’uomo, prima ancora che del politico.
PD: partito ridicolo, con una segreteria imbarazzante. Prima si scinde meglio è. Bella la candidatura dell’ex direttore di Avvenire (ma Elly mica è come Renzi, è di sinistrasinistraquellavera lei!), la versione slavata e presentabile del Generale Vannacci della Lega. Desolante che sia questo il primo partito di opposizione in questo Paese, ma del resto sapete come la penso e ritengo sempre più inevitabile per l’Italia il tramutarsi in un laboratorio politico e sociale per un qualcosa dalle sfumature al momento non ancora ben identificabili, ma che non lasciano presagire nulla di buono.
Santoro: poerannoi.
Il resto nemmeno fa testo, quindi inutile perderci tempo sopra.
Insomma, non per snobismo, ma nessuno dice quel che vorrei sentirmi dire e quello che dicono o non mi convince o mi suona falso e di circostanza. Quindi una rigida astensione attiva, o magari il classico cazzoamongolfiera nella scheda, non vedo altre vie.