Day 6 in Belarus

Enrico Luschi • 19 febbraio 2019

La periferia di Minsk: trattori statali e la Cinecittà bielorussa.

La giornata inizia con un po'di ritardo a causa della rituale sveglia alle 3:30, ormai appuntamento fisso di questo soggiorno in terra bielorussa. Il ritardo è comunque ascrivibile a terzi, perchè io tecnicamente sarei anche pronto per le 10:00 come avevamo programmato, solo che c'è da aspettare la zia, che è piu' lenta di Anastasia nel prepararsi. Poi ci mancherebbe che a 73 anni si esca non truccate e tirate a lucido, anche se si va a pranzo dalla sorella. Oggi infatti andiamo a pranzo a casa dei genitori di Anastasia. Ci porterà il nipote, che poi si godrà il suo giorno libero in beata solitudine.

Il veloce trasferimento mi permette di vedere parti di Minsk che nelle precedenti due visite non avevo visto. La casa di Anastasia è nella prima periferia e per arrivarci dobbiamo praticamente attraversare il centro storico. La cosa incredibile è che il centro sia disseminato di enormi fabbriche (di qualsiasi oggetto inventato negli ultimi 70 anni), cosa che per i nostri standard ormai è impossibile anche solo da immaginare. Nel centro delle nostre città ormai al massimo si produce una pizza o un cappuccio. Vi immaginate una fabbrica enorme nel centro di Roma? Il quartiere dove viveva Anastasia prima di trasferirsi in Italia è spesso usato per girare film e fiction russe ambientate ai tempi della falce e martello. La ribatezzo subito la Cinecittà bielorussa. Sarò ingenuo ma non noto grosse differenze con gli altri quartieri che ho avuto modo di frequentare.

Anastasia viveva in quelle che noi definiremmo "comuni", ossia un appartamento dato in gestione a piu' famiglie, praticamente ogni famiglia vive in una singola stanza, con in comune bagno e cucina. Una vita in ostello, per capirsi. A ricordo mio non sono mai stato dentro a queste soluzioni abitative, mi viene in mente che per noi è una cosa fica da hippie, mentre qui fanno di necessità virtu'. Entro curioso di vedere che razza di ambiente possa essere e non so bene nemmeno cosa aspettarmi. Mi assale un odore lontano dal nostro mondo e dalle nostre vite, credo dovuto al fatto che la cucina in comune per 3 famiglie possa creare questo strano micromondo: spezie, odore di detersivi per lavatrici (3, ogni famiglia ha la sua!), piatti appena cucinati e pronti per essere ingurgitati appena raffreddati. Tutto anche abbastanza ordinato e pulito, viste le circostanze. Deve essere sicuramente una vita diversa dalle nostre, si. Però con la compagnia giusta potrebbe essere anche una ficata pazzesca. Certo che davvero non riesco ad immaginarmi come sia vivere tutta la vita in un ambiente del genere: come concepire un mondo dove sia considerato inopportuno cacare a porta aperta in casa propria?

Pranziamo nella casa dei genitori di Anastasia, lei di fatto viveva in un'altra stanza, di fronte: quella dei genitori è una stanza abbastanza stretta ma discretamente lunga. Mangiamo nuovamente come dei merdoni, bene o male il menu' è sempre lo stesso, con due simpatiche new-entry: pomodori sottoaceto e il "maiale alla francese" (braciolina con sopra cipolla, formaggio e almeno 2 etti di maionese). Dopo questo alimento arriva il punto di non ritorno, sono sazio per le prossime 3 settimane. Sarò ingrassato -ma senza scherzi- almeno 3 kg in 6 giorni, da questo momento sarò ligio al dovere e alla dignità umana. Pensare di pronunciare la parola "dieta" qui è quasi un rutto in chiesa. Durante il pranzo solo una scena degna di nota, ma che mi rimarrà in mente a lungo: rimasti soli nella stanza per un microsecondo, il babbo di Anastasia si versa un microshottino di vodka e mi fa il classico segno del silenzio (con l'indice sul naso) prima di bersi le due dita di vodka che evidentemente devono rimanere segrete a moglie e figlia. Con la moglie rimango omertoso, con la figlia lo vendo subito, tanto non mi capisce.

Dopo pranzo, per fare due passi, giriamo per il quartiere e ho modo di vedere scuola ed asilo che ha frequentato Anastasia da bambina, poi il babbo di Anastasia vuole a tutti i costi farmi vedere la fabbrica di trattori dove lavora. Pare che sia una delle maggiori fabbriche di trattori del mondo, esportando in oltre 120 paesi, cosa di cui pare andare particolarmente fiero, del resto ci lavora da 35 anni. La fabbrica è una città nella città: ci lavorano 25.000 persone, c'è la clinica aziendale, il dopolavoro, gli impianti sportivi e quant'altro. Ci sarebbe anche il Museo aziendale, ma sinceramente mi pare troppo. Salutiamo il babbo e noi torniamo verso il centro.

Caffeino e shopping vario, poi torniamo in zona stazione perchè da Grodno è arrivato il pacco dono dalla zia. Purtroppo non possiamo andare a farle visita: troppo lontana, troppo collegata male la città, poca voglia, poco sonno. Se Maometto non va alla montagna allora è la montagna che va da Maometto. Alle 19.40 arriva il bus dalla città con una borsa destinata a noi: non potevo partire dalla Bielorussia senza aver assaggiato la crostata dell'altra zia. Mi sento una merda ad aver tirato il pacco, ma in una settimana tutto non si può fare. Mi ha mandato anche un asciugamano in regalo.

Ah si, nel tragitto per andare alla stazione siamo saliti su un autobus. L'autobus è invaso da una squadra di calcio di categoria giovanile, i bambini sono di un'altra città, accompagnati solo dall'allenatore. Sono tutti fieri dei pupazzini della Dinamo Minsk (la mascotte è un draghetto) che hanno acquistato chissà dove e che per qualcuno, probabilmente, è il regalo dell'anno, a giudicare da come vengono maneggiati con cura. Nessuno fiata, nessuno strillo, zitti e composti. Anzi, appena vedono una ragazza o una signora si alzano dal sedile e lasciano il posto a sedere. Una scena totalmente inimmaginabile nella nostra realtà: l'allenatore sarebbe tacciato di incoscienza a far spostare i bambini su un bus urbano ed immediatamente denunziato ai gendarmi, allo stesso tempo i bimbi italici (accompagnati da almeno un genitore ciascuno, una sorta di pre-manager dei futuri Cristiani Ronaldi) avrebbero reso il torpedone una bolgia dantesca con strilli, schiamazzi, urla, spinte e pianti.

Ceniamo in casa della zia con una strana pietanza: di fatto gnocchetti di formaggio, da mangiare con la smetana. Ne mangio 6 per educazione verso la zia che cucina a giornata, davvero non ne posso piu'. La sera nessuno ha voglia di bagordi: io sono al limite del collasso psicofisico, immagino che Anastasia voglia godersi fino agli ultimi secondi i parenti che non potrà rivedere per mesi ed i nipoti domani devono lavorare come ciuchi da soma. A proposito: la nipote fa due lavori contemporaneamente, uno è quello che deve allo Stato in quanto ha fatto l'università gratis e quindi deve fare qualcosa per la Madrepatria, l'altro è quello con cui campa e che le frutta 250 euro/mese.

Un'ultima cosa, appresa in giornata: i figli di tossici, alcolizzati e umanità varia sono ospitati in case dell'infanzia, però siccome il leader della nazione è vendicativo mette i genitori di fronte alla scelta. O pagano la retta dell'istituto o sono costretti a fare lavori socialmente utili (retribuiti, ma con stornato il conto dell'istituto). Che Paese meraviglioso.

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