Fine del Diario di Viaggio 2019
Per una volta mi sveglio ad un orario decente, sarà stato l'ottimo fiasco di vino di ieri sera o chissà cos'altro, ma insomma per una volta mi sveglio alle 08:30. I postumi del vinellino si fanno sentire e ci metto un po' a carburare, tanto che fino alle 10:00 non esco, anche perchè tanto se devo trovare tutto chiuso posso fare con calma.
Faccio colazione in un bar bellissimo vicino all'hotel, quei vecchi caffè fumosi tutti in legno, con enormi specchi alle spalle del barista. Sono meravigliosi e hanno questo fascino dei cari vecchi tempi andati. Costano anche il giusto e offrono prodotti veramente eccellenti (tranne il caffè, veramente uno dei peggiori mai bevuti in 34 anni).
Parto quindi con il giro delle cose che non sono riuscito a vedere ieri, non è che mi ci sia rimasto molto, ma purtroppo sono dislocate in maniera assurda nella città, con anche 2.4 km di distanza tra due attrazioni. Per fortuna il tempo è clemente, minaccia pioggia (e gocciolerà diverse volte nell'arco dellagiornata) ma la temperatura è quasi gradevole.
La prendo con calma e vado subito all'attrazione più lontana: una chiesa che ha quasi mille anni e sicuramente anche un nome. La strada è "lunga" ma tutto sommato praticamente dritta, quindi quando mi prende bene mi infilo nel dedalo di stradine che partono dal viale e mi trovo felicemente perso per le vie eleganti del centro, con un sacco di scuole e di palestre. L'impressione che ho avuto ieri di Bordeaux trova conferma. La città mi piace moltissimo e consiglio a tutti di visitarla. Dopo una bella galoppatella di oltre 30 minuti arrivo davanti alla chiesa: da fuori è maestosa, mentre all'interno avrebbe bisogno di un restauro urgente. Girello per le viettine nella zona della chiesa e trovo molti negozi di antiquariato, molti forni e tante mamme che fanno un giro con i pargoli.
Sono molti gli scorci delle viuzze che meriterebbero di essere fotografati e raccontati, ma tanto a voi queste cose non interessano: siete su queste pagine a leggere solo per la speranza che mi sia successo qualcosa di strano. Invece niente, girello senza una meta e mi ritrovo per le viette del quartiere arabeggiante, dove ogni pochi metri si vedono bancarelle di dolcetti, libri usati, merce palesemente rubata e cianfrusaglie varie. Il quartiere non è particolarmente attraente agli occhi del turista, forse anche grazie alla "massiccia" quantità di agenti della Gendarmerie che pattugliano la zona. Tutto molto tranquillo ai miei occhi, anzi quando incrocio lo sguardo di qualcuno ricevo addirittura un "Bonjour, monsieur", che in 10 volte che sono stato in Francia penso sia la prima volta che mi sia capitato. Una vecchina con la faccia da persona di almeno 95 anni mi ferma e vuole vendermi qualcosa, ma non mi serve niente, alla fine mi regala una manciata di pistacchi come farebbe la nonnina al nipote scemo. Siccome ne vado ghiotto li spazzolo in poco tempo. Shakar!
Il tempo è abbastanza matto oggi, si passa dalla pioggerellina che nemmeno da fastidio, a squarci di timido sole a pioggia torrenziale nel giro di pochi minuti. Vivere sull'Oceano non deve essere uno scherzo, da questo punto di vista. La città però non è particolarmente umida, credevo molto peggio. La mia gola però inizia a fare dei versi strani, sarà bene fermarsi in un supermercato e prendere le caramelline balsamiche, chè la marmotta è sempre dietro l'angolo.
Arrivo di fronte ad una chiesa che non avevo nemmenoin mente di visitare. Anche questa bella fuori ma dentro in uno stato di evidente "abbandono". Sono bellisime le vetrate, ma tutto il resto è abbastanza deludente. Mi ritrovo in un quartiere molto popolare, ci sono un numero incredibile di liutai, che evidentemente a Bordeaux godono di molta considerazione, perchè nel giro di 200 metri ne conto 4, poi smetto di contarli. Questa caratteristica di riunire i soliti esercizi commerciali in una determinata zona da noi si è un po'persa, qui invece sembra sempre in vigore, visto che se prima erail quartiere degli antiquari adesso evidentemente sono in quello dei liutai. Anche questa parte delcentro, menonobile se vogliamo, mi affascina. Inizio a pensare che vivere a Bordeaux non debba essere per niente male. Anche i francesi qui sono meno francesi, sembrano meno spocchiosi degli insopportabili parigini o dei burberi abitanti di Tolosa.
Visto che arriva una pioggia monsonica decido di fermarmi a mangicchiare qualcosa, mi resta da vedere solo una attrazione segnata sulla lista ed è lontanuccia: tutto mi spinge a ingozzarmi di tartare, chè non si dica che il Luschi torna dalla Francia senza aver spazzolato almeno una tartare. Il locale è consigliato anche dalla Routard, che per me è il Vangelo, e quindi si casca in piedi. Ottima la tartare e buoni anche dolcetto e caffè. Sarei tentato dal vino ma non è il caso: 15 euro e rizzati.
Mi rimetto in marcia è cerco di allungare il passo, ha smesso di piovere ma non promette nulla di buono. Passo da una parte del centro che non avevo ancora visto ieri, molto piacevole, un misto tra le lussuose vie del centro (ma senza tutti i brand internazionali) e la zona proletaria vista in precedenza. Non c'è un quartiere che non mi sia piaciuto. E vedere Bordeaux con il sole, gli alberi fioriti e senza la paura dei tifoni deve essere davvero una bella sensazione.
Ok, ho visto tutto quello che c'era da vedere, sono circa le 15:00 e ho di fronte a me due possibilità: andare alla Città del Vino (appena fuori dal centro) o chiudermi in camera a scrivere, leggere, riflettere sugli amari destini del mondo. Opto per la seconda via, in fin dei conti domani mattina devo svegliarmi alle 4:30 quindi è bene che stasera sia tutto pronto. Devo anche ricordarmi di prenotare il taxiper andare all'aeroporto.
Mi metto in camera e mi aggiorno un po' su quanto successo in Italia in questi ultimi 5-6 giorni, non ho seguito nulla e quindi potrebbe essere anche scoppiata la Terza Guerra Mondiale, per quanto ne so. Che Paese miserabile, appena te ne stacchi hai subito l'idea di che Paese stanco, lento, in declino e sorpassato sia diventata la nostra piccola Italia. Fuori dal mondo, sempre in ritardo (ma avete fatto caso che i giornlisti italiani copiano pari pari gli articoli dei grandi giornali stranieri con 48-72 ore di ritardo?), persa dietro il nulla di discussioni inutili e cretine. Per non parlare del bel clima che sta tornando su: un Paese imbruttito, che vede come suo unico nemico i NEGRI, che non vede l'ora di gettarsi nelle mani di Salvini come ultimo Uomo della Provvidenza contro i suddetti NEGRI (perchè in Italia c'è l'invasione sponsorizzata da Soros e le ONG, sappiatelo), con politici che parlano di nuovo di chiusure domenicali obbligatorie per i negozi e altri soldi da buttare in Alitalia. Leggo dal Financial Times che finalmente ce l'abbiamo fatta: siamo il Paese più rischioso dell'area Euro, finalmente abbiamo superato la Grecia. In poche parole, per farla breve, se oggi uno deve prestare soldi ad uno Stato preferisce darlo prima alla Grecia che a noi. Faremo un botto che non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma continuiamo pure a pensare di essere gli eredi dell'Impero Romano.
Mi prende male, soprattutto perchè non vedo un lato positivo al quale aggrapparmi per sperare, ma alle brutte ho una nuova città nella lista delle possibili mete di eventuale emigrazione. Verso le 18 esco per prendere un caffè e mentre bevo il caffè decido dove andare a gustarmi la mia ultima cena francese, ossia a caso, girellando ancora per le viettine del centro di Bordeaux, nuovamente innaffiate da una bella pioggerellina robusta. Che città meravigliosa.
Mangio un hamburger in un posto gestito da due sveglioni che ci mettono 25 minuti per portarmi un panino, poi torno in hotel per scrivere questo post e fare le ultime cose, ho prenotato anche il taxi quindi sono a cavallo. Si chiude qui l'avventura autunnale, magari scrivo qualcosa nei prossimi giorni a conclusione. Domani mattina volo alle 7:10 verso Bologna, come al solito pagherò più il taxi per l'aeroporto che il volo stesso, una vecchia tradizione alla quale sono molto legato.
Grazie a tutte le anime perse che si sono prese la briga di seguirmi in questa settimanella. Lo so, erano più divertenti i diari di quando andavo a troie o ero briaco perso tutte le sere, ma invecchio anche io.