Day 5: Tolosa - Bordeaux

Enrico Luschi • nov 06, 2019

E ultima venne Bordeaux

La mattinata, come al solito, si apre prima delle 08:00. Mi rassegno subito e preparo le ultime cose in valigia e cerco di sistemare alla meno peggio la casa, che in due giorni già sembra il bivacco di un'orda di unni. Mentre sistemo apro uno sportello e trovo le capsule della Nespresso che ho in sala: rubo subito una capsula e mi bevo il primo caffè decente da diversi giorni a questa parte.

Verso le 9:30 vado a fare colazione vicino casa. Oggi non piove e si sta anche "discretamente", dopo la succulenta pastina torno in appartamento per lasciare qualcosa di me a Tolosa e fare una doccina. Per un momento penso di pisciare nella doccia, così per spregio, visto che la storia del check-in proprio non mi è andata giù per niente. Poi penso alla povera cameriera, sfruttata da quei becchi e senza colpa in tutto il mio dramma e mi commuovo: sono sempre stato partiolarmente sensibile alle istanze della working class. Vergherò, per rappresaglia, recensioni di fuoco su tutti i social conosciuti. Questa sarà la mia vendetta.

Mi avvio verso la stazione, il piano sarebbe quello di lasciare il trolley al deposito bagagli e fare un giro per vedere le 2-3 cose che sono rimaste da vedere di Tolosa, ma quando arrivo a 200 metri dalla stazione arriva una simpatica buferetta a mettere tutto in dubbio. Mi chiedo se abbia senso girare per Tolosa con questo tempo fino alle 14:30 (orario di partenza del Flixbus). La risposta è no, quindi guardo sui totem se c'è un trenino per Bordeaux: c'è alle 12:15, appena 45 minuti di attesa per due ore di viaggio. Mi sembra una buona soluzione, 16 euro e via volare. Ah! A me non la si fa.

Ne approfitto per mangiare una baguette, che ancora non l'ho mangiata. La prendo in uno strano negozio che si definisce "patisserie", dove si fa la fila per ordinare ad un totem telematico, si paga, poi con il fogliettino dell'ordine si va dall'omino al banco e si dice cosa si vuole. Non riesco a vederci la logica e sto a guardare questo delirio buona parte dei 45 minuti di attesa, pensandoci forte forte.

Il viaggio per me dura poco, perchè mi addormento come un neonato e per un'ora e mezzo sono nella mia dimensione onirica fatta di fatine, verdi vallate e gnometti. Dopo poco si arriva a Bordeaux, che ha una bella stazione coperta e tenuta molto meglio di quella di Tolosa. Anche il clima sembra migliore, c'è uno spiraglio di sole e anche il vento è quasi assente. Stavolta sono arrivato preparato: devo prendere il tram C direzione "Stade" e scendere a Piazza della Borsa.
Ci riesco.

Già dal veloce viaggio in tram sono innamorato di Bordeaux, finalmente una BELLA città, che piena gli occhi con le piazze, le fontane, le torri medievali e gli edifici maestosi. Ne avevo bisogno. Carina Girona, bellissima Carcassonne, un po' deludente Tolosa, finalmente qualcosa di veramente apprezzabile.

Faccio il check-in con qualche diffioltà, perchè la vecchina pisciosa entrata 20 secondi prima di me sta 10 minuti al banco perchè non funziona la connessione POS dell'hotel e quindi deve pagare in contanti. Va nel panico perchè non ce l'ha e ogni tanto si gira verso di me spersa, come a chiedermi implicitamente di pagare per lei. Io la guardo smarrito e non so come reagire, alla fine capisce che deve andare ad un bancomat e ritirare. Deo gratias.

Arrivo nella camera (più che dignitosa) e sono così impaziente di uscire per godere pienamente del connubio bella città + clima decente che mi dimentico di prendere ombrello e portafoglio, ma ora ho dentro il sacro fuoco, devo andare. Oggi le gambe sono tornate a frullare come loro solito. Giro come un furetto impazzito per Bordeaux, vedendo in 3 ore quello che avevo pianificato di vedere in 2 giorni, ma ad ogni momento, museo o chiesa che visitavo subito subentrava la curiosità di vedere il successivo. Si, mi sono innamorato di Bordeaux.

Difficile cosa mi sia piaciuto di più alla prima occhiata, forse la Cattedrale. Ma è la città nel complesso che prende gli occhi: ricca, curata ma con quel tocco di sudicime che non guasta appena si gira in un vicolo secondario, signorile, elegante, vivace e soprattutto bella senza discussione. Non me lo aspettavo. Anzi, credevo fosse quasi una tappa obbligata per prendere il volo della Ryan per tornare a casa, invece ho scoperto una città meravigliosa e non molto conosciuta, almeno credo. Mi dispiace non aver organizzato il viaggio in maniera diversa, magari dedicando meno tempo a Girona o soprattutto Tolosa per poter stare qualche oretta in più qui. Pazienza, ormai è andata così.

Sono da segnalare le due chiese, che non mi ricordo come si chiamano e che non ho voglia di cercare per voi incolti, con rosoni veramente memorabili. Purtroppo sono molto buie e le foto non rendono giustizia alla bellezza dei colori. Comunque tranquilli, sono ancora eterosessuale.

Ridendo e scherzando sono le 18, mi fermo al Bistrot Napoleon III° (passato alla storia come un imbecille immeritatamente, mi ha insegnato Barbero) che non è lontano dall'hotel, poi torno in camera per stendermi un attimo e capire dove andare a mangiare il PAPERO, ultimo capriccio culinario di questa vacanza che manca da soddisfare. Vince la selezione un ristorantino non molto lontano dall'hotel, dove mangio come un bue per appena 21.50 eurini. Fanno l'anatra in una maniera che non ho mai mangiato: con patate lesse e brie, poi gratinate in forno a temperature vulcaniche. Davvero spaziale.

Girello per Bordeaux anche la sera, ho sempre valutato le città per come appaiono sia di giorno che di sera, dividendo talvolta il gradimento anche maniera sensibile. Praga, ad esempio, per me di notte è nettamente più affascinante che di giorno, mentre discorso inverso lo posso fare per...boh, Siena, ad esempio. Bordeaux rimane magica, anche se ovviamente le chiese gotiche perdono un po'di fascino, specialmente per un'illuminazione che lascia un po' a desiderare.

Dopo queste profonde riflessioni decido che è il momento di infrangere la regola alcolica. Cazzo, sono a Bordeaux, come si fa a non infilarsi in un barrettino e scolarsi una bella boccia di vino in solitaria mentre si finge di essere pomposi intellettuali che scrivono al portatile? Questo stop ha notevolmente fiaccato la mia resistenza alcolica e dopo nemmeno metà fiasco già sento di essere bellino caldo, al giusto livello per scrivere questo straziante post.

Meglio non pensarci e godersi questa bella serata alcolica in solitaria, seduto in un bistrot con una pioggerillina di sottofondo. Domani si starà a vedere.

Chi cazzo erano i Girondini?

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