Day 4: Tolosa

Enrico Luschi • 5 novembre 2019

Ozio e freddo & son contento.

Nonostante tutte le mie speranze di svegliarmi ad un'ora decente alle 7:55 apro gli occhi. Non sto dormendo molto per essere in ferie, cazzo. Pazienza, faccio tutto con più calma. Esco di casa alle 9:15 e -sorpresona- c'è il sole che fa capolino tra qualche nuvola sparuta, anche se non è caldo per niente. Anzi.

Nella via che incrocia Rue de La Concorde c'è il mercato, anche se sembra un mercato di muti, visto che non viene emesso quasi nessun rumore. E' il mercato più silenzioso che abbia mai visto, bizzarro. Meglio, perchè mi sono promesso di interagire il meno possibile con i Francesi, la crisi di ieri ancora non è del tutto smaltita.

Ieri sera, prima di addormentarmi, avevo elaborato un maestoso piano di azione per la giornata odierna, salvando su Googlemaps tutte le attrazioni che voglio vedere oggi, in maniera tale da poter creare un itinerario urbano ragionato da seguire durante la giornata. Inizio col cercare una patisserie decente, ma le trovo tutte che non mi soddisfano o chiuse, alla fine ripiego per una che si rivela abbastanza deludente. Ah, a proposito del cibo: Tolosa offre meno soluzioni di Parigi -ovviamente- ma almeno ha il pregio di non essere il "mangificio" che è la capitale transalpina, con un posto per bisbocciare ogni 20 metri. Anche i negozi (di tuti i generi, dall'alimentare al negozio di vestiti) sono molto più popolari e proletari rispetto alle varie botteghe di Parigi, che sono ipercuratissime fino al minimo dettaglio anche se devono vendervi calzini. La qualità media di attenzione alla parte estetica rimane più elevata rispetto al nostro amato Belpaese.

Il mio giro parte con la chiesa Saint Aubin, il posto più lontano dal mio appartamento (25 minuti di allegra camminatella), arrivo e la trovo chiusa. Inconcepibile, sono quasi le 10 di Martedì mattina, non c'è motivo che sia chiusa. Attendo un po' nella speranza di vederla aprire alle 10:00, nell'attesa vedo un gran numero di persone che usano il monopattino. Lo usano sia ragazzi che gente più adulta, direi quasi una moda ufficialmente riconosciuta, visto che ci sono anche monopattini condivisi in sharing, segnoche evidentemente una domanda c'è.

Quando sono le 10:15 e la chiesa è sempre chiusa mi rassegno e mi levo dai coglioni. Peccato, da fuori sembrava carina e le foto su Internet erano promettenti.

Passo per un quartiere più popolare, con taverne alla buona e molti artigiani -potrebbe tornare buono per stasera- arrivo in una piazza dove c'è un bell'obelisco dedicata all'Armata di Italia e Napoleone. Pensandoci meglio a Carcassonne non avevo visto nulla del Gran Corso, è la prima volta che lo vedo da quando sono in Francia. Arrivo alla Cattedrale, uno strano edificio che ha una storia veramente particolare: più volte la cotruzione è stata avviata, ma non è stata mai portata a termine, creando di fatto un mostro a metà tra chiesa e torre. La sempre caustica Wikivoyage così descrive questo piccolo aborto architettonico: "Questo grande edificio fatiscente è in parte gotico, i costruttori medievali hanno costruito a metà una chiesa, l'hanno abbandonata, hanno iniziato a costruirne un'altra, l'hanno abbandonata, mentre altre sezioni sono state aggiunte e aggiunte invece di ricominciare". Come per Girona la descrizione è eccessivamente negativa: è un troiaio, ma definirla fatiscente è fuori dalla realtà delle cose. L'interno non mi attrae particolarmente, anche se ad onor del vero ho visto anche di peggio.

Il tempo sembra peggiorare e di sicuro raffresca, rendendo il mio vestiario ampiamente insufficiente. Faccio una camminata in direzione del centro vero e proprio, passando per delle vie piacevoli e graziose che, non so perchè, mi rimandano alla mente un inesistente mix tra Bologna e Torino, con tutte queste costruzioni in mattoncini rossi, palazzi austeri ma eleganti e portici sparsi quà e là, qualche parchettino taglia small e qualche bella piazzetta dove meno te lo aspetti. Tolosa è una città piacevole e di sicuro con il bel tempo magari rende anche meglio, non sarà mai la città preferita di nessuno, ma non è nemmeno un posto di merda da cancellare a suon di atomiche.

Continuo la mia esplorazione cittadina vedendo il Pont Neuf sulla Garonna, dopo entro in una bella chiesa nella quale sono conservate le spoglie di San Tommaso d'Aquino, edifici vari ed eventuali, poi torno anche al Campidoglio, fotografato ieri sera. Rende meglio la sera, ma rimane imponente. Il giro turistico finisce intorno alle 12:00 perchè diluvia e tira un vento mortale che rischia di scosciarmi l'ombrello in più di un'occasione.

Ho fame e freddo ed inoltre mi si sono spente le gambe. Se il telefono segna correttamente le distanze percorse sto viaggiando alla media di 17 km giornalieri di media (ok i dati dei giorni a Carcassone e Tolosa, ma Girona come cazzo ho fatto a fare quasi 14 km?) a piedi, che non saranno tantissimi ma nemmeno proprio pochi pochi. O almeno così dicono le mie gambe, che intorno alle 12:00 smettono di funzionare come vorrei e si muovono molto più lentamente e con uno sforzo immane: se dovessi fare una gara di corsa contro una donna incinta arriverei terzo.

Decido di tornare all'appartamento, ho di fronte un minimarket e prendo una bottiglia d'acqua da tenere in casa. Tra le primizie del supermercato c'è lui:

"Il vino di merda - il vino dei filosofi", che a soli 8.99 euri mi pareva un vero affarone.
Peccato, sarà per la prossima volta.

Mi rilasso un attimo e cerco un ristorante nei dintorni dell'appartamento: esce vittorioso dalla ricerca un ristorante vietnamita distante circa 500 metri. Vado e mangio più che discretamente quella che reputo una delle mie cucine preferite in assoluto. Torno a casa sazio e soddisfatto. Per stasera si vedrà ma è giornata etnica.

Il pomeriggio, complici il clima, il ko tecnico alle gambe ed il fatto che ho visto tutto quello che c'è da vedere, lo passo in camera a scrivere il resoconto che avete letto fino a qui, farmi la doccia, iniziare a sistemare la valigia per la partenza per Bordeaux domani e altre amenità. Avrei voluto andare alla Cittadella dello Spazio, ma incredibilmente è collegata malissimo e di camminare 15 minuti per andare a prendere il bus per poi dover camminare altri 15 minuti (magari al freddo e al gelo) proprio non mi ha attratto per niente.

Alle 19 inizia lo scouting per la cena: dopo aver selezionato le varie tipologie di cucine la spunta un ristorante indiano a poca distanza dal mio appartamento. Cerco il cappellino di lana nella valigia ma è rimasto a Firenze, il neghittoso orpello. Mi sembrava impossibile essere partito con tutto il necessario. Vabbè -mi dico- sono poche centinaia di metri, non sarà la fine del mondo. Invece soffia un vento gelido e per me sono i primi morsi dell'inverno alla mia testolina scevra di capelli. Per la strada trovo un Primark e compro un cappellino a 4 euri che fa cacare, ma tiene caldo e tanto mi basta.

Il ristorante è bello e i ragazzi in sala simpatici. Mangio davvero bene e spendo il giusto.
Poi torno a casa, è freddo e ha riniziato a piovere. Avrei voglia di un rum o qualcosa di simile,ma la serata è veramente da lupi, se proprio mi devo giocare il jolly alcolico preferisco spendermelo per un vinellino a Bordeaux. Stasera sistemerò la casa per essere pronto ad uscire senza tante beghe mattutine.

Tolosa quindi finisce qui. La città non è nulla di che, vale la visita solo se uno ci passa o all'interno di un itinerario più ampio, prendere l'aereo appositamente per vedere Tolosa direi che non ne vale poi la pena. Domani Flixbus alle 14:30 per Bordeaux, città di un milioncino di persone, come Tolosa. Speriamo nel meteo clemente....

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