Ave villici!
Torno a parlare di baseball, dato che così tanto vi interessa questo meraviglioso sport mi sembra giusto donarvi qualche perla. Il baseball americano regala sempre storie meravigliose, solo che nessuno si prende la briga di raccontarvele. E’ da un po’ che non scrivo di baseball, è appena iniziata la MLB e quindi non lamentatevi troppo. Cercherò anche di essere breve, ho notato che non avete apprezzato troppo la lunghezza della saga degli Atlanta Braves degli anni ’90 (siete degli insensibili!), quindi cercherò di essere più conciso, anche se il tema meriterebbe moltissimo spazio.
Non sarà facile infatti essere breve per parlare dei Chicago Cubs, la squadra che non ha vinto per 108 anni, un numero non certo insignificante per il baseball, dato che le cuciture su una pallina sono proprio 108 (così come il numero dei grani del rosario, se proprio volete essere mistici).
La storia dei Cubs inizia nel 1902 quando la squadra del North Side di Chicago prende la denominazione attuale dopo essersi chiamata Chicago White Stockings, Chicago Colts e Chicago Orphans. E’ una squadra storica, tanto che insieme proprio agli Atlanta Braves è uno dei due soci fondatori della National League (uno dei due gironi della MLB, per semplificare in maniera brutale). La franchigia è stata molto vincente sin dal suo esordio (datato 1870) e la tradizione vincente non si interrompe neanche con la nuova denominazione. I neonati Cubs infatti nel 1906 vincono ben 116 partite (record pareggiato dai Seattle Mariners solo nel 2001, ma mai infranto), ma perdono la finale delle World Series contro i rivali cittadini dei Chicago White Sox.
L’appuntamento con la vittoria però è solo rimandata all’anno successivo, quando i Cubs si laureano Campioni del Mondo per la prima volta con la nuova denominazione. Titolo che viene bissato anche nell’anno successivo, stabilendo un nuovo record di 3 finali consecutive e 2 titoli di fila. Tutto sembra scorrere per il meglio ed anche per il 1909 la squadra parte con i favori del pronostico. Però purtroppo quel titolo sarà l’ultima vittoria dei Cubs per più di un secolo. Da quel fatidico 1909 infatti una strana maledizione si abbatte sui Cubs che vinceranno nuovamente le World Series solo dopo 108 anni, un record nel mondo dello sport professionistico (non solo americano) che sembra difficilmente battibile.
Da quel 1908 infatti Chicago fallisce la vittoria in svariate occasioni. Nel 1910 perdono 4 partite ad 1 contro Philadephia e chiudono la loro epoca d’oro, visto che si trattava della quarta finale in 7 anni. Tornano in finale solo 8 anni più tardi, nel 1918, quando perdono contro Babe Ruth (il Pelè del baseball) ed i suoi Boston Red Sox, altra squadra maledetta che rivincerà il titolo solo 86 anni dopo questa vittoria. Serie stranissima: solo 9 punti segnati da Boston in 6 partite (il record negativo), nessun fuoricampo realizzato dalle due squadre in tutta la serie (era successo anche durante le serie vinte dai Cubs nel biennio 06-07 per poi non succedere più). A nulla serve nemmeno il nuovo stadio il Wrigley Field, che ai giorni nostri è senza dubbio uno degli stadi più belli dell’intera MLB.
Nel 1929 i Cubs si ripresentano in finale ma perdono nuovamente contro Philadelphia, stavolta con l’onta aggiuntiva di partire come favoriti. Altra serie surreale, che viene ricordata per il “Mack Attack” ovvero il massacro subito dai Cubs nel corso del 7° inning di Gara 4, quando in vantaggio per 8-0 e in odor di pareggio della serie sul 2-2 vedono i Philadelphia segnare ben 10 punti e subendo anche l’ultimo fuoricampo interno delle World Series del secolo, visto che sarà battuto un altro inside-the-park-homerun solo nel 2015, 86 anni dopo. Philadelphia vince quella partita e si porta sul 3-1 per chiudere il conto nella partita successiva.
I Cubs ci riprovano nel 1932, quando si trovano di fronte gli imbattibili New York Yankees della famosa “fila degli assassini”, ovvero l’ordine di battuta più forte della storia del gioco. Serie senza storia, New York massacra Chicago 4-0 e consegna a Babe Ruth il suo 7° ed ultimo anello di Campione del Mondo. Serie da ricordare per le furibonde risse tra le due squadre (anche durante il riscaldamento) e per il tutt’ora imbattuto record di ben 13 giocatori iscritti all’Hall of Fame del gioco del Baseball contemporaneamente in campo.
Chicago torna a giocarsi la finale nel 1935 contro i Detroit Tigers, una squadra che ancora non ha mai vinto il titolo delle World Series. I Cubs arrivano alla finale in grandissima forma, tanto che nell’ultimo mese di stagione regolare vincono ben 21 gare consecutive. I Cubs sono favoriti, vincono Gara 1 ed in Gara 2 vedono uno dei migliori giocatori avversari abbandonare il campo a causa di un brutto infortunio. Tutto sembra andare per il meglio, ma Chicago dopo Gara 1 perde 3 partite consecutive danneggiando in maniera irrimediabile l’andamento delle finali. Sarà inutile la vittoria in Gara 5, perché Detroit vince Gara 6 e si laurea Campione del Mondo per la prima volta nella sua storia.
Nel 1938 i Cubs tornano nuovamente alla carica e si trovano nuovamente di fronte agli Yankees, vincitori già nei due anni precedenti e nel pieno di uno dei tanti filotti vincenti della franchigia del Bronx. Non cambia la storia rispetto al 1932: 4-0 Yankees e zero rimpianti di fronte alla squadra di Joe DiMaggio e Lou Gehrig (si, quello del morbo…).
E’ il 1945 quando ritroviamo in finale i “Lovable Losers” (i Cubs sono ormai una barzelletta sportiva), nuovamente contro Detroit che dal 1935 non ha più vinto. Le speranze sono molte, Chicago sembra più forte del team di Motor Town e infatti chiude le tre partite in trasferta con 2 vittorie ed una sola sconfitta, adesso si tratta solamente di vincere due partite in casa e laurearsi Campione del mondo dopo ben 37 anni. Prima dell’inizio di Gara 4, la prima della serie finale all’iconico Wrigley Field, succede un fatto strano: Billy Sianis, uno dei tifosi dei Cubs si presenta al botteghino e chiede due biglietti, uno per lui ed uno per la sua capra Murphy. Si sistema nel suo solito posto ma ben presto viene allontanato dallo stadio per le rimostranze degli altri spettatori nei confronti dell’ovino. Sianis non prende bene l’allontanamento e lancia la sua maledizione: “Perderete queste World Series e non ne vincerete più altre”.
Chicago perde quella partita e la successiva: Detroit adesso è avanti 3-2 e la serie è al meglio delle 7, basta solo un’altra vittoria ed i Cubs saranno nuovamente sconfitti. In Gara 6 Chicago vince con il cuore 8-7 al 3° inning supplementare e porta tutto alla bella, da giocare in casa. Mai, negli ultimi 37 anni, i Cubs sono stati così vicini al titolo. Gara 7 però inizia nel peggiore dei modi: Detroit segna 5 punti al primo attacco e Chicago non riuscirà mai ad avvicinarsi ai Tigers. La maledizione della capra ha colpito: Detroit vince il secondo titolo della sua storia e per la seconda volta festeggia contro Chicago.
Da quel momento Chicago diventa veramente lo zimbello dello sport professionistico americano: i Cubs inanellano una serie incredibile di annate imbarazzanti, spesso saranno ultimi in classifica e nonostante abbiano schierato in campo un buon numero di giocatori storici di questo strano sport, faranno fatica a finire le stagioni con un record positivo o almeno non all’ultimo posto. Sianis, nel 1969, impietosito dalle miserabili condizioni dei suoi Cubs, ritratta pubblicamente la sua maledizione, ma tutto è vano. I Cubs sono perennemente fuori dai giochi. Torneranno ai playoff solamente nel 1984, dopo 39 anni dall’ultima apparizione.
La prima serie di post-season del 1984 si gioca al meglio delle 5 partite e mette di fronte i finalmente competitivi Cubs contro i San Diego Padres dell’astro nascente Tony Gwynn. Chicago inizia come meglio non si potrebbe la serie e vince le prime due partite casalinghe, poi perde gara 3 e gara 4 in California. La serie va alla bella e Chicago è avanti 3-2 al cambio campo del 7° inning: bastano 9 eliminazioni e Chicago tornerà alle World Series, ma San Diego segna 4 punti e vince la serie. I Cubs sono eliminati 3-2 dopo aver iniziato la serie sul 2-0, un risultato che non si vede spesso.
C’è da sperare che almeno si sia spezzato l’andamento negativo, ma ben presto i North Siders tornano ad occupare saldamente l’ultimo posto della graduatoria della National League. Nel 1989 i Cubs chiudono in testa il girone di regular-season, ma poi perdono 4-1 contro i San Francisco Giants e chiudono la loro stagione al primo turno dei playoff.
Seguono nuovamente stagioni patetiche, a nulla servono cambi di giocatori, manager e dirigenza: i Cubs proprio non ce la fanno. Nel 1998 vincono 90 partite ed arrivano nuovamente ai playoff, ma si trovano davanti i mostri sacri di Atlanta e il 3-0 è servito. Il millennio si chiude con la stagione 1999 che vede i Cubs nuovamente in ultima posizione, a 30 partite dalla prima classificata, vincere inizia ad essere una vera maledizione.
Continua….