Ci manca Nuti, ma non ce ne accorgiamo

Enrico Luschi • mag 05, 2019

Francesco Nuti, un talento dimenticato - Parte 1

Chi si ricorda di Francesco Nuti?

Francesco Nuti è (o è stato, se proprio volete essere stronzi di prima mattina) uno dei maggiori talenti della cultura pop degli anni '80 del secolo scorso. Un artista poliedrico (attore, regista, cantante, giocatore di biliardo), uno che dettava legge ai botteghini negli '80-'90, autore di alcune delle più belle commedie del cinema italiano, vincitori di svariati premi. Ma anche un carattere non facile, burbero, introverso, con il drammatico vizio di bere che sarà la sua rovina. E' dal 2006 che combatte con gravissimi problemi di salute che non meritano ulteriore approfondimento, almeno su queste misere paginette.

Oggi è uno dei personaggi più bistrattati dalla "cultura" italiana, un reietto, dimenticato da tutti. Ed è un peccato, perchè stiamo parlando di un vero talento, una delle maschere più famose degli scorsi decenni. Entrato in crisi per un film sbagliato -che poi tanto sbagliato non è- e per le enormi pressioni contrattuali (dover incassare miliardi ad ogni film credo sia impegno non facile), dopo la malattia è stato scaricato da tutti ed il suo nome, ormai, è sparito dai radar. Qualche tempo fa, qui a Firenze, fu organizzata una manifestazione per celebrare il suo 60esimo compleanno, una bella festa alla quale parteciparono molti volti noti e tanta gente comune, ma passata quella giornata di Francesco Nuti non se ne è più sentito parlare. Siccome non ho un cazzo da fare nella vita, ne faccio una breve biografia a puntate, seguendo l'ordine cronologico dei suoi film.

Nato a Parto nel 1955 è famoso principalmente per i suoi film, i suoi ruoli da attore e per avere inciso qualche canzone portata al successo negli anni '90. La sua carriera prende il volo quando entra nel gruppo dei Giancattivi (formato da Athina Cenci, Benvenuti e appunto Nuti), un gruppo cabarettistico toscano, che nel 1982 esce sugli schermi cinematografici con "Ad Ovest di Paperino", una commedia surreale, di fatto una non storia. Film meraviglioso, vincitore del Nastro d'Argento del 1982, se non lo avete mai visto guardatevelo perchè è veramente spassoso. E' un film che, dopo 37 anni (!) ha ancora qualcosa da dire. Quei ragazzi del film sono diventati uomini e donne maturi/e, ma sono sicuro che sappiano ancora rivolgersi ai giovani di oggi, o ai "disperati sociali", o a coloro che sgomitano (senza sapere bene come) per elevarsi un minimo, ridendo delle proprie azioni goffe.

Giusto così per farsi del male, dopo averne terminata la visione, mettete su anche una bella pellicola di Checco Zalone per vedere il gap. Poi impiccatevi pure serenamente.

Visto che è su Youtube, gratis, ve lo posto: mi sento buono.

Ma proprio durante le riprese di questo gioiellino del cinema italiano all'interno del gruppo qualcosa si rompe e Nuti decide di provare la carriera in solitaria, legandosi, almeno per i primi anni, a Marcello Ponzi.

Sempre in quel magico 1982 esce anche "Madonna che silenzio c'è stasera", altro film prettamente toscano, ambientato a Prato. Un ottimo spaccato della provincia dei primi '80, anche se il film è talmente girato bene che è difficile datarlo con esattezza. In questo film Nuti è l'assoluto protagonista, mettendo in risalto le peculiarità che lo accompagneranno per tutta la sua breve carriera: il sapersi muovere magistralmente nel surreale e nel paradossale, la comicità che divide il piatto con un certo romanticismo scanzonato che, purtroppo, non ha trovato eredi dopo l'addio forzato di Nuti alle scene. Il film è una novella naif piena di scene memorabili, gradevolissime e senza mai scadere nel pecoreccio. Su tutte spicca ovviamente quella di "Puppe a pera", prima hit del grande Nuti:

Si arriva così al 1983, anno nel quale Nuti gira un altro film di Ponzi, "Io, Chiara e lo Scuro", con Giuliana De Sio a far da cooprotagonista. Il ruolo all'inizio doveva essere affidato alla Rettore, che però rifiutò, spalancando così le porte all'attrice campana. Il film è basato sullo strano rapporto tra Nuti, il biliardo e le donne. Tutti i colpi eseguiti nel film sono stati realmente effettuati dal nostro Nuti, un ottimo giocatore di biliardo. A dimostrazione della passione per il biliardo c'è la presenza di Marcello Lotti, "Lo Scuro", fenomeno del biliardo italiano degli anni '60-'70-'80 (9 campionati Italiani vinti). Il film ha un grande successo, forse anche perchè per la prima volta abbandona i confini del Granducato. Nuti e la De Sio fanno incetta di premi come migliori attori (David di Donatello, Nastro d'Argento, Globo d'Oro e Grolla d'Oro, praticamente tutto). La pellicola consacra Nuti a livello nazionale, sul pubblico fa presa questo film leggero, sentimentale, a tratti elegante. Non sarà il capolavoro della sua carriera, ma è il classico film che non dispiace a nessuno, anche ad anni di distanza. Non è una commedia boccaccesca o grossolana, ma allo stesso tempo non è troppo sofisticata ed è accessibile ad ogni tipo di spettatore.

E' sempre il 1983 quando Ponzi porta sugli schermi anche "Son contento", una commedia basata sulla vita dell'attore di teatro/cabaret, quasi un omaggio alla professione. La storia è abbastanza semplice, Nuti impersonifica un attore in crisi creativa e con problemi sentimentali con la fidanzata (Barbara De Rossi, con la quale si fidanzò per 2 anni). E' probabilmente il film di Nuti che mi piace meno, anche se ci sono almeno 3 scene divertenti che non passano dalla mente (reputo un cult il monologo alla sedia vuota per "provare" il discorso da fare alla ragazza), oltre che la canzone "Son contento", una delle migliori del Nuti musicista. Il film è forse, almeno fino a questo punto della carriera cinematografica, quello con il taglio più "intimista" e malinconico, un marchio di fabbrica di Nuti. Cosa che invece non è affatto usuale per Nuti è l'immersione nella realtà: in questa pellicola non ci sono scene oniriche o impossibili, personaggi strampalati o macchiette, situazioni da gag cabarettistico, bensì il racconto della vita precaria di un artista minore di provincia, da piano-bar o da teatrini di quart'ordine, che deve sudarsi ogni singolo contratto. Fa da contorno la crisi con la ragazza, che sarà importante per il risveglio artistico del protagonista. Niente lieto fine, quindi merita di essere visto a prescindere. Con questo film si interrompe anche il sodalizio con Ponzi, che non avrà grosso successo dopo l'addio di Nuti, mentre da ora in poi Nuti si cimenterà anche nel ruolo di regista. E noi scopriremo gli altri suoi lavori da regista nella prossima puntata di questa nuova saga della Strategia della Pensione.

Per oggi basta, sono le 12:15 e devo procacciarmi il cibo. Alla prossima.

Se vuoi condividere

Share by: