Che fare?

Enrico Luschi • lug 27, 2023

Agenda per il futuro

Ave villici!

Come va questa frizzante estate italiana? Eh? Su su, peggiorerà e Settembre è dietro l’angolo, ormai.

Pochi discorsi e andiamo subito a bomba: mi sono avventurato in una lettura sbarazzina, la classica lettura da ombrellone per far colpo sulle fie all’aperitivo, ovvero “Un anno a Treblinka”, il diario di uno dei pochi sopravvissuti al peggior campo di sterminio messo in piedi da quelle simpatiche canaglie dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Lettura interessante, il libro si legge in due ore (sono poco più di 100 pagine) e rimette in pace con il creato.

Non voglio parlarvi del libro e del suo contenuto, ma delle riflessioni che mi sono venute alla mente dopo qualche pagina di lettura. Per farla breve: Treblinka è stata una perfetta macchina di morte, all’apice della funzionalità si gassavano 35.000 persone al giorno. I cadaveri venivano ammassati e poi bruciati su delle griglie costruite con i binari dismessi delle vicine ferrovie. Mentre leggevo queste belle cose mi venivano in mente alcune domande e da lì il mio cervelletto malato si è avvitato in una spirale di ottimismo che tosto vado a narrarvi.

Dunque la domanda principale che ha scatenato il tutto è: “Ma come facevano a non rendersi conto di nulla quelli che vivenano intorno a Treblinka?”. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa essere, a livello di olfatto, l’odore emanato da 35.000 corpi pieni di gas messi a bruciare con della benzina sopra. Ogni giorno, per un anno. Treblinka (a differenza di altri campi nazisti) era forse un po’ più isolato rispetto a campi, letteramente nelle periferie delle città/cittadine, ma stiamo parlando di centinaia di metri, al massimo qualche km. Kosow Lacki, ad esempio, cittadina di 7.000 abitanti è a nemmeno 7 km dal campo. Impensabile che nella pianura polacca i fumi di questi roghi non si abbattessero sulla cittadina. Come è possibile che nessuno abbia mai visto nulla, sentito nulla, protestato, tentato almeno un assalto verso un abominio del genere? Certo, stiamo parlando di un paesino di 7.000 persone (nel 2023, vai a sapere nel 1940…) contro le SS che avevano occupato la Polonia, ma insomma la domanda credo sia legittimo che resti.

Tralasciando questo, via alla domanda numero 2: “E se succedesse oggi, sarebbe diverso?”. Sono sicurissimo che anche tra i miei lettori qualche fenomeno che si segherebbe nel rastrellare zingari o NEGRI ci sia, di fatto quando votate Salvini o Meloni il voto sogno bagnatissimo ed inconfessabile è quello, dai, diciamoci la verità. E qualcuno di voi, ammesso mi leggiate, me lo immagino anche a fare rastrellamenti, ben coperto dal gregge di altri merdosi di fatta simile. Oppure proprio campi di concentramento no, ma insomma i barconi si possono mitragliare per non farli sbarcare. Lo sto scrivendo seriamente, senza ironia alcuna.

Anche qui non voglio addentrarmi troppo in questi pensieri, ma il nocciolo della questione è che Treblinka o abomini simili (Srebrenica, Mogadiscio, scegliete voi l’esempio più vicino ai giorni nostri) sono molto più “dietro l’angolo” di quanto non ci si immagini. Questo sia in senso geografico che in senso di ideale che porta a mettere in moto queste macchine di morte. Le cause possono ritrovarsi in 1000 e più fattori, lascio a voi decidere quanto può influire l’aspetto che vorrei esaminare stasera: quanti dei cittadini di Kosow Lacki (o di Auschwitz o di Majdanek o di Sobibor) erano poi contrari a veder massacrare zingari, ebrei, omosessuali, deformi etc etc?

Perché mi faccio questa domanda? Per il semplice fatto che da un anno e mezzo a questa parte vedo quel che succede in Russia e rimango basito. Davvero, vi chiedo scusa, ma non riesco a non pensare che questo evento sia uno degli eventi di maggior portata del lasso di tempo che ho vissuto e dovrò vivere su questo allegro Pianeta, quindi concedetemi di scriverne a sazietà. Non vi ho detto nulla quando vi sentivo ragionare di “Niente sarà più come prima” ai tempi del Covid, adesso fatemi sfogare a me.

Non so se per voi siano cose di poco vedere uno Stato, situato ai confini della nostra Europa, bombardare condomini, tentare di prendere il mondo per fame con il ritiro dall’accordo sul grano e conseguente bombardamento dei granai ucraini, minare centrali nucleari (oppure lanciare razzi sul parcheggio di centrali nucleari, come già successo), bombardamento di chiese, annientamento di città intere, rapimento di migliaia di bambini per lavaggio del cervello e rieducazione, far esplodere dighe dopo averle pienate fino all’orlon allagando una zona più vasta della Pianura Padana, bombardare giardini, scuole e centri cittadini facendo stragi di civili con cadenza quotidiana a seguito di fallimenti militari che ormai vanno avanti da mesi. Non so se questo non possa avere una qualche matrice genocida dietro: non riesco a vincere sul campo di battaglia ma in compenso mi dedico alle pratiche di poco sopra.

Eh, ma anche l’America in Iraq, dirà il sapiente puntacazzista. Davvero: andate a fare in culo con questo antiamericanismo da assemblea di liceo. Veramente, avete rotto il cazzo. Se mettete sullo stesso piano l’entità dei vari scandali occidentali (toh, il primo che mi viene in mente Abu Grahib) e la reazione dei apparati governativi, dei media e della popolazione e quanto si vede con ciò che succede in Russia siete veramente persone con dei deficit cognitivi importanti. Abu Grahib, tanto per dirne una, viene fuori da un’indagine interna americana, spiattellata su tutti i media possibili ed immaginabili che ci fanno una campagna furiosa sopra (giustamente), indignano la popolazione non solo statunitense ma occidentale tutta,  diventano argomenti di scontro politico ed i responsabili, quando accertato, vengono puniti (licenziati, incarcerati etc etc). Certo, probabilmente una ne viene fuori e 100 rimangono insabbiate, ma non è questo il punto, Cristo di Dio.

Cosa succede invece in Russia? Eh, qualcosa di diverso. Di molto diverso, che dovrebbe aprire più di una riflessione: facciamo un esempio, anche antecedente alla guerra in Ucraina. Vi ricordate i casi di avvelenamento in Inghilterra? Dopo aver negato per anni il coinvolgimento del Cremlino nei vari omicidi in terra straniera, Putin ha bellamente confessato, col ghigno del bulletto, che si, vaffanculo quei finocchi degli inglesi: aveva deciso di punire i traditori e pazienza se ci è andato di mezzo anche qualche cittadino britannico. Ah, gli agenti del servizio segreto russo responsabili della missione sono stati insigniti delle più alte onorificenze militari per il servizio svolto. Questo un caso tra mille, roba di questi giorni l’ammissione del finanziamento statale alla Wagner, dopo anni a negare che i tagliagole di Prigo fossero stipendiati dal Cremlino.

E fin qui l’elite russa, ma poi c’è il popolino. Ora, nuovamente, l’ho scritto già altre volte, ma dato che noi ed i tedeschi paghiamo ancora lo stigma per quel che siamo riusciti a mettere in piedi nel ‘900, mi sembra giusto che questa onta ricada anche sul popolo russo dei giorni nostri. Perché si, Graziani era un pezzo di merda a gassare i negri in Africa negli anni delle imprese coloniali italiane, ma la popolazione, nella sua stragrande maggioranza, era fascistamente entusiasta del rinascere dell’Impero. Che ci piaccia o meno. Mengele era un pazzo furioso, ma qualcuno gli ripuliva il camice lordato di sangue dopo gli esperimenti da malato di mente che metteva in pratica a Birkenau.

E mi dispiace, ma adesso il popolo russo è parte del problema. La convinzione che l’Ucraina debba tornare sotto l’ala della Grande Madre (“era il nostro territorio” è la giustificazione) è ampiamente diffusa nella popolazione. E tutti i tentativi, tutti gli scempi che vediamo, sono legittimi e giustificati per ricostruire l’URSS 2.0 in una sorta di Russia Eterna.

Non so se avete mai visto cosa passa poi nei media russi, se vi pare normale. C’è un bel canale Youtube che doppia con sottotitoli in inglese le trasmissioni russe. E sono molto interessanti. Perché danno uno spaccato di un mondo che dobbiamo osservare con attenzione e sottoporre ad alcuni ragionamenti: come fai a guardare roba come un presentatore TV che dice testualmente in diretta che “Odessa deve essere rasa al suolo” (la città di Odessa, non l’apparato militare, la città), o che brinda con flute di champagne dopo il missile sul condominio di Dnipro? Vi lascio il link al canale YT, dateci un’occhiata se vi va.  

Russian Media Monitor (pigia, duro/a)

Il punto qui è: cosa puoi avere nel cervello per reputare normale cose simili? Un regime, per quanto potente ed oppressivo, non viene ad accenderti la TV in casa la sera. Eppure questi programmi hanno dati di ascolto di milioni di persone ogni giorno, segno che la gente vuole sentire questo, nello stesso modo in cui negli anni 30 qui si leggeva tutti contenti la “Difesa della Razza” di Almirante, Montanelli e compagnia.

Qui devo fare un inciso: non sto dicendo che la Russia ed il popolo russo sia una razza nuova, sono cose che abbiamo già visto e fatto noi per primi, ci mancherebbe. Solo che per tornare ad epoche in cui era legittimo dire che “Odessa deve essere rasa al suolo” si torna molto indietro nel tempo. Beccaria, chi era costui?

E di fronte a tutto questo, spiace davvero notare che la reazione del popolino è pressochè nulla. Ribadisco nuovamente quanto già scritto in altre occasioni: in Iran la gente si fa sparare per strada pur di fronteggiare il regime, nella speranza del cambiamento. In Bielorussia, quando Lukashenko rubò le elezioni, per mesi la gente scese in strada a protestare, sfidando pallottole, manganellate ed arresti. In Israele, questione di queste ore, la gente scende in strada a difesa di quel rimane della democrazia di quello Stato. In Russia no, mi dispiace. Questa guerra all’Ucraina gode del favore della popolazione, che vi piaccia sentirvelo dire o meno.

Ed il regime gode di consenso nei vari strati della popolazione: gli oligarchi per ovvi motivi di cadrega. Ma anche i riccastri non al vertice della casta dominante che pure girano il mondo (infestando con la loro buzzurra presenza le nostre località turistiche) e vedono come si vive altrove ma ciò nonostante assecondano il novello Zar. Per non parlare del popolo bue, che accetta addirittura di farsi mandare al fronte, dopo che il grande esercito russo professionale è stato spazzato via dall’Ucraina che ha avuto a disposizione le briciole (e consegnate a singhiozzo) dai paesi che la sostengono. Anche li: uno si aspetterebbe di vedere defezioni, rese e ammutinamenti di massa. Un cazzo, c’è la possibilità di razziare una TV o un cesso di ceramica, vuoi mettere? Il gioco vale la candela.

E quindi che fare, almeno nella mia visione del mondo? Io credo che il compito, quantomeno europeo, ma occidentale in senso più ampio, sia sempre più obbligatoriamente quello di un impegno militare diretto nel conflitto. Dal punto di vista etico nemmeno ci sto a tornare sopra, sul punto di vista militare non ho le minime competenze per avventurarmi in analisi ma una cosa mi pare palese. L’Ucraina ha a disposizione solo le briciole che a singhiozzo gli diamo, ma riesce a fermare l’avanzata russa da diverso tempo. Da quanti mesi non si sente di una importante vittoria russa? L’ultima è stata, mesi fa, Bakhmut (70.000 abitanti prima di essere rasa al suolo, non esattamente New York) ad un costo altissimo e con aiuto della Wagner, città che peraltro a breve tornerà in mano ucraina. Adesso, pur senza aviazione e supremazia aerea, sta sfondando le posizioni russe ed ha già ripreso più del 50% dei territori militarmente occupati.

Con un intervento minimamente serio la guerra si risolverebbe, certo non nel brevissimo termine ma in un arco di tempo stimabile intorno ai 2-3 anni. Sull’esito di un contrattacco con un armamentario decente mi pare non ci siano dubbi di sorta, specialmente nei giorni in cui Shoigu è a elemosinare munizioni in Corea del Nord. Ovviamente per risolvere la guerra intendo infliggere una tale sconfitta alla Russia da annichilirla militarmente per qualche lustro, ricacciandola dietro ai confini internazionalmente riconosciuti, quindi Crimea compresa. Bello? No. Semplice? No. Auspicabile? No. Mai nella mia vita, fino a Febbraio 2022, avrei creduto di rivedere la guerra in Europa. Ma tant'è, non è perchè la realtà sia brutta sia meglio negarla.

Continuare a tollerare un vicino di casa del genere a me sembra molto più rischioso che questa ipotesi. Per la vita ed il futuro di mio figlio non auguro una Russia che oggi reclama l’annessione dell’Ucraina, domani dei Baltici, poi della Polonia e chissà quando basterà. E non mi sembra etico mantenere relazioni o far finta di nulla di fronte ad uno Stato del genere. Ovviamente tutto questo sarebbe inutile se, domani, la Russia la smettesse di rendersi ridicola al mondo e smilitarizzasse l’Ucraina, ma dubito che questo possa succedere. Quindi non rimane che la sconfitta indotta.

Poi, una volta fatto questo, la Russia faccia il percorso che deve fare. Diventi, se crede, una novella Corea del Nord, o segua l’esempio di quanto fatto da Italia, Germania e Giappone post Seconda Guerra Mondiale e torni nel consesso delle Nazioni Unite. Democrazia, regime mascherato, monarchia, teocrazia. Ma chi cazzo se ne frega di quel che fa la Russia dentro i suoi confini, ma chi cazzo mai ha avuto seriamente interesse per lande gelate ed inospitali, tranne qualche malvissuto su Facebook, siamo seri.

So di essere minoranza ma siete venuti a leggermi voi, io dovevo solo esorcizzare un’altra sera senza fica.

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