C'è la guerra

Enrico Luschi • 9 marzo 2022

Ma si fa finta ci sia la pace

Ave villici!

Come va, novità? Non so se se ve ne siete accorti ma c’è la guerra. Ci siamo illusi che il mondo “civile” avesse capito la lezione del 1945, almeno quella che abbiamo imparato noi europei (ma più che altro occidentali, con l’accezione più ampia possibile che si possa dare a questo termine), ovvero sia che il benessere si coltiva solo con l’interscambio economico e culturale. Che la pace, per quanto faticosa e figlia di eterni e continui compromessi etici e morali, fosse l’unica via per poter prosperare, ma purtroppo le lancette dell’orologio sono state riportate indietro al 1945 dal simpaticissimo Zio Vlad. E quindi eccoci qui, alla Danzica dei nostri giorni.

Il discorso che voglio fare è questo: la reazione dell’opinione pubblica italiana è stata, come al solito, imbarazzante e indice del degrado culturale di questo Paese. Facciamo una rapida carrellata, perché di queste scene è bene non perdere memoria.

Partiamo dall’ANPI, l’associazione dei partigiani. Sinceramente ho sempre fatto una certa fatica a capire l’utilità di questa associazione, specialmente quando ci si rende conto che sono passati 80 anni dalla fine della guerra che ha visto protagonisti i partigiani e considerando che ha passato anni a lanciare allarmi di neonazismo e neofascismo non appena udiva un rutto di Salvini a qualche sagra. Lustri interi a gridare “al lupo, al lupo!” banalizzando e svuotando dei concetti che dovrebbero essere sacri, salvo poi -al palesarsi di un vero nazista- passare in 3 giorni da “Bella Ciao” a “Imagine” perché, evidentemente, si ha diritto ad essere partigiano solo sull’Appenino Toscoemiliano nel 1943, ma non in un’Ucraina invasa nel 2022.

Prendiamo atto che l’essere partigiano nel 2022 significa sbraitare al nazismo per un tweet di Salvini ma guai a prendere un fucile quando la propria nazione viene invasa. In quel caso bisogna (stando a quanto dichiarato a Roma dal Presidente ANPI) “aprire una grande discussione in tutti i luoghi del Paese evitando le etichette e la propaganda di guerra”. Tavole rotonde e flash-mob: scacco matto, Putin! Insomma appelli alla pace e alla diplomazia (nonostante Putin abbia bombardato corridoi umanitari in almeno 3 giorni consecutivi, mostrando un certo interesse per la soluzione diplomatica), tutto tranne dare armi all’Ucraina, perché "le armi non portano mai la pace". Quindi, seguendo questo raffinato processo mentale, gli ucraini dovrebbero essere lasciati indifesi a farsi massacrare da Putin mentre noi lanciamo accorati appelli alla pace e alla diplomazia in piazza a Roma. Chissà con quale coraggio intoneranno “Bella Ciao” tra una quarantina di giorni, ma ne saranno sicuramente capaci, non c’è da dubitarne.

Accanto all’ANPI, nella grande manifestazione dei giorni scorsi a Roma, non poteva poi mancare l’ottimo Landini, sempre in prima fila quando c’è da apparire ridicolo e fuori dalla storia. Ma se mentre la negazione di foraggiare gli ucraini di armamenti (e poter quindi fare i partigiani contro l’invasore) rinnega in pieno l’essenza stessa dell’ANPI, almeno la CGIL ha una sua legittimità a dire no alle armi agli ucraini. Per quanto questo discorso, almeno per me, significhi lasciare campo libero alla mattanza che sta mettendo in atto Zio Vlad e indichi quanto poco si sia capito della situazione attuale.

Il punto ridicolo del discorso del leader della CGIL è però “Bisogna inviare l’ONU”. Ridicolo per due motivi: uno perché l’ONU va armata, non è che parte con caramelline e mazzolini di fiori, quindi se si deve armare l’ONU si possono armare direttamente gli invasi, che oltretutto si fa prima e costa anche meno. Il secondo punto ridicolo dell’affermazione del povero Landini è che la Russia ha diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza ONU, quindi è quantomeno bizzarro pensare che la Russia invada l’Ucraina il 24 febbraio e una settimana dopo si autodichiari guerra al tavolo ONU. Dire questa roba è prendere per il culo la gente in piazza e dimostra quanto poco di genuino ci sia dietro questo atteggiamento.

Ma l’atteggiamento strisciante “Né con la Russia né con la NATO” (che andrebbe letto come “La Russia ha torto ma mi scoccia dirlo perché nel mio cervello malato vivo ancora come se fosse il 1973 e comunque l’America mi sta sui coglioni”) ha pervaso molti dei grandi influencer italiani, dagli accademici come Barbero (che ha deciso lui, con Augias, che “gli Ucraini non si sentono Popolo”, nonostante la realtà mostri che si stiano facendo macellare pur di non tornare ad essere Russi) o Canfora o giornalisti come quel fenomeno di Padellaro che in TV non ha trovato niente di meglio da dire che – praticamente testuale- “l’Ucraina sta mettendo in imbarazzo l’Occidente per la sua cocciuta resistenza”. Insomma, pare che per l’intellighenzia italiana la cosa migliore per aiutare gli ucraini, vittime di un’invasione folle ed 800esca, non sia niente di meglio che lasciarli soli e disarmati al martirio. Effettivamente si potrebbe fare anche un passettino in avanti, aiutando direttamente i russi, così la cosa finirebbe anche più velocemente. Sempre nell’interesse degli ucraini, beninteso. Il pacifismo da quinta elementare va bene in tempo di pace e alle interviste di Miss Italia, quando una nazione invade l’altra il pacifismo è finito, si entra in un altro livello del gioco e le regole precedenti saltano. C’è la guerra, che ci piaccia o meno e non si può ragionare come in tempo di pace.

Insomma, pare evidente che laa merda sparsa per anni dalla propaganda filorussa qua ha trovato terreno fertile, con una destra stracciona e con un 5Stelle che, rifugio di un migliaio di scappati di casa che hanno fatto l’ambo della vita, hanno accettato soldi da cani e porci per poter avvelenare il dibattito. Oggi è molto comodo prendersela con Salvini per la incredibile figura di merda fatta in Polonia con un anonimo sindaco di destra (perché un gesto così semplice ma così definitivo non l’ha fatto Letta, o al limite una Gruber?) ma non dimentichiamoci del Governo Carioca e del Governo Giallorosso, che permise alla propaganda dello Zar quella incredibile passeggiata di mezzi militari allo scoppio dell’epidemia di Sars-Covid2.

Per capire il grado di infiltrazione che la Russia ha avuto in Italia basterebbe citare il discorso di insediamento del Trismegisto un annetto fa, quando fu costretto a mettere in chiaro in Parlamento che il voto al suo Governo era un voto ad un Governo atlantista ed europeista. No perché è bene ricordarlo, qui non più tardi di 5 anni fa c’era gente che raccoglieva voti promettendo di uscire da euro, NATO ed UE. E li avete votati voi, care le mie testoline di minchia.

Non spendo molte parole sulla sinistrasinistra che ancora oggi blatera di NATO che si espande e baggianate simili, per questi poveri mentecatti dovrebbe bastare la folla oceanica scesa in piazza a Varsavia -che pare aver gradito l’allargamento NATO, dopo aver assaggiato le meraviglie del socialismo reale- e quella a Tbilisi, che spera che la NATO si allarghi ancora un pochino di più. I georgiani oltretutto hanno avuto la fortuna di aver assaggiato la medicina russa pre e post Muro di Berlino, fortunelli. Eppure per far dispetto ai Montanari e simili, fanno di tutto per cercare di entrare nella UE e nella NATO. Peraltro faccio notare un’ultima cosa: in tutto il mondo si sono tenute oceaniche manifestazioni pro-Ucraina e pro resistenza, ma solo qui e a Belgrado (dove almeno hanno avuto le palle di dire che stanno direttamente con la Russia, senza tanti sofismi) ci siamo schierati contro, imbastendo manifestazioni marketing per sindacati morenti ed associazioni di influencer che rappresentano ormai solo se stesse. Mainfestazioni piene di bandiere di ogni sorta di colore, tranne che quella ucraina, anche se ovviamente non mancavano bandiere con falce&martello ed anti-NATO, per celebrare degnamente un cortocircuito imbarazzanteagliocchi diun osservatore distaccato. Che ci crediate o meno non si trova una foto della manifestazione di Roma dove si veda una bandiera ucraina.

Quindi sono un guerrafondaio? Si, quando qualcuno attacca a 150 km da una capitale europea credo che sia un dovere -ma proprio il minimo sindacale- della UE armare la resistenza, se non si hanno le palle di fare la guerra in prima persona perché si ha paura del nucleare o, peggio ancora, delle bollette alte. Ma quando poi l’attacco è così vigliacco, contro un Paese così piccolo rispetto all’invasore, oltretutto già vittima di attacchi militari e politici (Crimea, Donbass, Euromaidan etc etc), lo reputo un dovere nei confronti di quei valori con i quali ci piace tanto sciacquarci la bocca. Per voi evidentemente la bolletta è un valore più importante, sono così coglione da credere che la libertà occidentale sia un valore da difendere anche a costo di 250 euro di bolletta. Datemi pure dell’ebete, non me la prendo. E davvero mi dispiace che mentre un popolo si fa massacrare per difendere quei valori di cui noi andiamo tanto fieri, noi siamo già pronti a pontificare su cosa dovrebbe fare il presidente ucraino e quale compromessi accettare, pronti a venderli in cambio di X e al costo di Y.

Ma ora passiamo a quel che ho sentito io, da amici e conoscenti, che da una parte è ancora più grave. Perché davvero bimbi, mi fate paura. Parlo proprio dei miei contatti stretti, gente con la quale bevo una birra appena possibile o con i quali ho contatti diretti nella vita reale. In questi giorni mi è capitato di leggere/sentire di tutto e di più. Partiamo dalle cose più folli, che in bocca ad altri mi avrebbero fatto imbestialire, invece per quieto vivere devo far finta di dover discutere di osservazioni razionali.

La più folle in assoluto è la similitudine tra la guerra Russia-Ucraina e la crisi dei missili di Cuba del secolo scorso. Il discorso di fondo, se non ho equivocato, è “Eh, ma l’America che fece con Cuba?”. Un pensiero malato, per tanti motivi, il più macroscopico dei quali è il continuo richiamo a presunti errori dipolitica estera americana. Che cazzo c'entra se l'America in una determinata situazione ha commesso errori o crimini? Inoltre, entrando nel dettaglio, non mi risulta  che all'epoca della crisi dei missili gli Usa abbiano mai invaso Cuba e tantomeno ucciso civili. E pensate, allora davvero c’erano missili nucleari (116, se non ricordo male) a un’ora di zattera dalla Florida. State mettendo sullo stesso piano una crisi per motivi reali, tangibili (e risolta per via diplomatica), con un’invasione ed una strage di civili per motivi inventati (presunta libera adesione NATO di un Paese libero e sovrano, accusato di ospitare missili nucleari che evidentemente la NATO regala così, per gioco, al primo richiedente). State malissimo, bimbi. Io vi voglio bene, ma avete veramente il cervello pieno di merda. Peraltro: se eventuali missili atomici a Kiev -che non ci sono, ma fa niente- sono una giustificazione per invadere e radere al suolo l’Ucraina, mettiamoci d’accordo su quando radere al suolo la Russia, visto che a Kaliningrad ci sono testate atomiche dal 1960 eppure nessuno ha mai avuto nulla da dire sul fatto che il Parlamento Inglese e Tedesco siano a 3 minuti di volo dai missili russi. Fatemi sapere eh, chè le cose non possono valere solo in una direzione. Se Mosca è nervosa per una ipotetica minaccia di Kiev, Berlino, Londra etc hanno ancora più diritto ad essere nervose per i missili a Kaliningrad. Eh, abbiate pazienza, semplificazione da bar per semplificazione da bar.....

Un’altra perla, molto in voga tra i miei contatti, è l’Euromaidan, ovvero sia la rivoluzione ucraina del 2014. Ora davvero, a me piace fare il saccente, ma cazzo, almeno leggere Wikipedia, una ricerchina da quinta elementare su cosa sia stato l’Euromaidan potreste anche farla. Non dico di leggere libri, per carità, ma almeno 10 righe di Wikipedia….Se per voi si tratta di un colpo di Stato siete casi irrecuperabili, è come vedere gialla la Ferrari della F1 e pretendere di avere ragione. Non lo so, c'è anche un bel documentario Netflix da guardare, per vedere che colpo di Stato fu l'Euromaidan. Forse siete un po' confusi.

Poi cosa altro c’è? Ah si, l’intervista di Oliver Stone a Vladim Putin del 2016 (se non ricordo male). Quel delirio di 4 ore è stata la macchia sulla carriera di un grande regista, ma viene citato come fosse l'oracolo dal quale apprendere chissà quale verità. Anche qui, io non dico di stare a credere a me, ci mancherebbe, ma dovrebbe bastare il commento che ne hanno dato due briachi da bar come il direttore della CNN che dichiarò “dice tante cose su Putin quante ne dice su Oliver Stone”, mentre quello del NY Times ha scritto che è “ossequioso e talmente generoso da risultare imbarazzante”. Ci sono anche critiche molto più feroci al lavoro di Stone, ma dovrebbero bastarvi queste due stroncature di due colossi, generalmente misurati con le parole, per capire di che panni si veste il regista di Platoon in quel folle documentario. Inoltre, anche senza pregiudizi, se a voi le parole che proferisce Putin in quel documentario sembrano normali, forse avete un serio problema con l’ordine democratico ed i diritti civili. “Eh, ma lui l’aveva detto anni fa della crisi Ucraina/NATO”, mi è stato detto. Quindi siccome io mi sono sfasciato di seghe con la Bellucci ho diritto ad un amplesso con l’attrice perugina, no? Mi ci sono segato per anni, qualche diritto lo avrò maturato, che cazzo. Siete caduti nella trappola della bugia che ripetuta all’infinito diventa verità. Mettiamo in fila i fatti: se Putin in un film del 2016 piange perché -a suo dire- da anni la NATO vuole l’Ucraina e nel 2022 ancora non c’è, significa forse che il problema non è quello, no? Perché se nel 2016 già lamenti che da anni la NATO corteggia uno Stato e 6 ulteriori anni dopo ancora non ha aderito all’Alleanza Atlantica stai dicendo che per 6 anni più tutto il pregresso hai raccontato balle, quindi di cosa vogliamo parlare? A me non sembrano processi mentali particolarmente arguti, ma evidentemente ragiono male io. Senza entrare nel merito di come e perché uno stato voglia entrare nella NATO e se a deciderlo debba essere Putin o si debba avere il suo beneplacito senza vedere nazioni rase al suolo perché a sua totale discrezione il posizionamento geopolitco di un determinato stato debba essere X o Y.

Un altro grande classico di questi giorni è “SI RISCHIA L’ESCALATION NUCLEAREEEEEEEEEEEEMORIREMOTUTTIIIIIIIII”, altro argomento con una fallacia logica mica da ridere. Fatti: Putin arranca contro l’Ucraina (strano, secondo alcuni in 2 ore dall’inizio dell’attacco “ha annientato l’esercito ucraino”, “due giorni ed è a Kiev, vincerà di brutto”: novità?), il disastro militare che sta combinando inizia a far vacillare la posizione di Caporetto come la più grande figura di merda in ambito militare della storia moderna, eppure sarebbe così pazzo da ingaggiare un duello nucleare contro l’Europa e/o la Nato. “Eh ma è pazzo, non si può sapere come si comporta”, certo, ma a fare il pazzo si rischia anche che l’altro ti reputi troppo pazzo per stare al gioco e ti attacchi per primo. E non credo, visto come sta andando l’invasione russa, che Putin possa giocare su due fronti militari. Inoltre, notiziona, anche l’Europa ha armi nucleari, quindi pure qui il discorso della deterrenza deve valere in tutti e due i sensi di marcia, altrimenti torna poco. Inoltre sarebbe da sentire cosa dicono gli esperti militari delsettore, almeno in questo contesto, ma abbiamo Travaglio e Sgarbi in TV a parlare di guerra (vista la loro preparazione in materia) e quindi non passa giorno che non ci sia una bella discussione sulla possibilitò di un conflitto nucleare, cheal pari della grandezza dell'esercito russo, è una strana e mitologica creatura che vive solo su Facebook e nelle chat di Whatsapp.

Altre frasi bellissime di questi giorni? “Ci sta andando piano, sennò a quest’ora era già a Kiev”.

Vergognatevi.

 

Ah, visto che in due persone mi hanno consigliato di leggere “Il secolo breve” per capire la crisi ucraina (simpatico modo per chiamare un’invasione militare, devo dire) ringrazio e ricambio con un altro consiglio di lettura, suggerendo qualcosa di più attuale e inerente il tema del momento: Garry Kasparov, russo, oppositore di Putin ed attivista per i diritti umani, pluricampione del mondo di scacchi- uno che probabilmente ha un QI che è uguale alla somma del mio e del tuo messi insieme, o mio fido lettore- nel 2016 ha scritto “L’inverno sta arrivando”. Farà meno “uomo di cultura”, ma mi pare più centrato di un saggio storico del 1992, quando ancora Putin faceva il tassista a San Pietroburgo. Vi assicuro che è una lettura anche molto più piacevole de "Il secolo breve".


Basta è tardi e devo andare a dormire.

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