Brancaleone e la peste

Enrico Luschi • 24 febbraio 2020

Lo gran morbo che tutti ci piglia

Ave villici!

Ci siamo bimbi, la peste è arrivata in Italia!

Quella che fino a qualche giorno fa era solo un'influenza in Cina (tutto sommato anche benvista sotto sotto perchè atta a sfoltire un po'di cacariso) è adesso giunta in Italia. E ci ha svelato qualcosa in più di noi. Non parlerò molto dell'aspetto "tecnico" della malattia, sono un ferroviere e faccio fatica a parlare di treni, figuriamoci se mi avventuro a parlare di virus. Per quello abbiamo del resto la migliore intellighenzia italiana all'opera, tra Dalla Chiesa in giù ne parlano cani e porci.

Partirei però col dire che questa tabella dell'Organizzazione Mondiale della Sanità è abbastanza significativa:

Insomma, deve andarti proprio male per morire: devi beccarti il virus e non rientrare nel 98-99% dei "casi positivi". Se poi muori a 80 anni non puoi nemmeno sorprenderti troppo, tutto sommato. Quindi la corsa all'amuchina, l'acquisto di mascherine di cartaccia (tecnicamente inutili peraltro), l'assalto ai supermercati e tutto il resto mi pare veramente indice di uno sbando collettivo che spiega, molto più di tanti trattati, il delirio che stiamo vivendo da qualche anno in questo Paese.

In questo sbando spiccano come al solito le reazioni composte e pacate della nostra destra, sempre un passo avanti rispetto alla realtà. Abbiamo avuto modo di goderci la denuncia sbandierata sui social della Lega contro il Governatore della Toscana Rossi (non si sa per quale presunto reato) ed i media italiani al loro meglio. Queste le prime pagine dei più meravigliosi quotidiani nazionali il giorno dopo il primo contagio:

Ma non sentiamoci migliori: tra i miei contatti Facebook più di uno sembrava godere dell'ipotesi (sbandierata in un primo momento da vari media) che faceva intendere che il paziente zero sarebbe stato un manager lombardo invece di qualche negher o di qualche fottuto vietcong. Le risate, eh?

Quello che mi affascina di più in questi giorni, oltre le cose tipicamente Italiane (come quella di fermare un treno ad Alta Velocità perchè un cinese ha starnutito!) è l'avverarsi del sogno di tanti reietti, ovvero il poter chiudere le porte a chi ha le sempre chiuse nei confronti dei reietti stessi. La Basilicata che impedisce l'ingresso a veneti e lombardi non è male (le nostre autostrade sono infatti spesso intasate da bergamaschi in viaggio di affari verso Potenza), ma vince sicuramente la decisione delle Isole Mauritius che bloccano 300 italiani all'aeroporto.

Unica speranza in tutto questo è che qualcuno capisca quanto è brutto essere il negro di turno, ma dubito che questo succeda.

Noto anche una cosa interessante, ovvero sia la disperata ricerca di una battaglia epica che ci accomuni come Paese. Non so, magari è un'opinione totalmente campata in aria, ma mi sembra che da diverse parti si ricerchi il collante nazionale in questo virus. La cosa probabilmente è anche indotta da questo continuo tambureggiare sui giornali, sui social ed in TV, ma questo virus pare piacerci. Citazioni dei Promessi Sposi a strafottere miste ad un'attenzione perversa totalmente inassociabile ad un popolo distaccato dalla realtà come è quello Italiano, un morbo che viene visto come un mix tra la peste e la bomba H. Tutto questo forse per dar nuovamente fiato al famoso adagio popolare secondo il quale "noi italiani diamo il meglio quando messi con le spalle al muro". Chissà, è l'aspetto che più mi affascina di tutto questo bailamme. Mi affascina anche perchè effettivamente è la prima vera emergenza nazionale e non locale (terremoti, inondazioni etc etc, drammi frequenti ma circoscritti a porzione limitatissime di PATRIA) dopo 30 anni di berlusconismo e del "facciamoci i cazzi nostri" come unica vera fede laica di noi italiani. Vedere come reagirà il famoso "popolo" è un altro aspetto che mi desta molta curiosità.

Nel frattempo un po' di pessimismo: fatevi lo scenario di cosa potrebbe diventare questo Paese (specialmente dopo quanto si è visto a seguito di 200 contagiati) se il morbo si allargasse a dismisura. Il candidato inserisca nello scenario anche la situazione di poste, ferrovie, banche, ospedali e supermercati.

Ma guardiamo anche la cosa in ottica globale: qualche giorno fa i massimi dirigenti di Hitachi hanno lanciato l'allarme per quanto riguarda i condizionatori, ormai totalmente costruiti ed assemblati in Cina. Senza nessuna ironia pare che sia stato lanciato un pre-allarme poichè il mercato è totalmente dipendente dalla produzione cinese. Se la Cina si ferma (e pare fermarsi, visto il -92% di immatricolazioni auto) il settore dei condizionatori è ko. Espandete questo concetto a qualsiasi altra cosa e vedrete come la cosa per la quale preoccuparvi di più sia non certo l'aspetto medico del virus quanto quello economico-finanziario.

L'Italia è senza dubbio un Paese già in seria difficoltà economica per conto suo senza bisogno di "aiuti" esterni, queste notizie e questi scenari sono molto più preoccupanti del numero di morti e contagiati, ormai proposti in stile conteggio da videogame.

In ogni caso bando alla mestizia: non ho comprato amuchina, non ho la mascherina, non ho fatto scorte ai supermercati. Se muoio lo faccio da sano di mente.

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