Bill Hicks

Enrico Luschi • 26 giugno 2019

Conoscetelo. Subito.

Eccoci qua, torno a parlare di roba che mi piace e che reputo ancora troppo "underground". Dopo Francesco Nuti è il turno di Bill Hicks, un comico Americano che in Italia non si incula nessuno, ma che è uno dei riferimenti della cultura comica mondiale. Che sia sconosciuto in Italia, dove ancora fa carriera Pintus, tutto sommato è la logica conseguenza..

Bill Hicks è nato nel 1961, ed è uno dei comici più importanti della storia artistica degli Stati Uniti, uno degli eletti nel ristretto circolo degli immortali della stand-up comedy, un genere che qui in Italia ancora è sconosciuto ai più e che solo ultimamente sta facendo capolino tra tv e teatri. Hicks nasce figlio di una famiglia battista bigotta della Georgia degli Stati Uniti, un background che non è proprio il massimo per chi ha aspirazioni di fare il comico.

L'infanzia scorre tutto sommato serena e nella media (Bill è un atleta fenomenale ma non sembra troppo attratto dallo sport), con svariati cambi di Stato di residenza a causa del lavoro dei genitori, che alla fine si stabiliscono a Houston. Nella città texana, con l'amico Dwight Slade, scopre la possibilità di salire sul palco di un piccolo e neonato locale per esercitarsi nella stand-up comedy, suo vizio fin dalla prima adolescenza. Bill e Dwight colgono la palla al balzo e la nostra storia prende il via.

Bill inizia la sua carriera a 15 anni, mostrando una sicurezza sul palco incredibile e già dalle prime serate i comici più anziani si fermano a guardare il suo show, che ben presto diventa la vera attrattiva delle serate. Bill si presenta come il ragazzino che spiega il mondo degli adolescenti agli adulti, facendo leva su un repertorio molto particolare. Evita di usare parolacce ma tutti si accorgono di avere davanti un vero cavallo di razza.

Non passano nemmeno due anni e Bill sente di dover tentare il grande salto: molla il Texas e prova la fortuna a Los Angeles, la Mecca della stand-up comedy statunitense. Nel giro di pochi mesi da pressochè sconosciuto bifolco diventa un nome fisso nel cartellone del Comedy Store di Hollywood, che è un po' l'Università della comicità losangelina. Non è ovviamente il nome di punta del cartellone (ci sono mostri sacri come Jay Leno e Jerry Seinfeld, tanto per dirne due), ma Bill è tra i comici perennemente in cartellone e tra quelli più apprezzati.

A seguito del rifiuto di una sceneggiatura alla quale aveva lavorato alacremente con l'amico Dwight, Hicks decide di tornare in Texas. C'è la possibilità di non dover lavorare solo su brevi pezzi di pochi minuti per scaldare il pubblico prima dei grossi nomi, ma di essere direttamente la star della serata. Hicks coglie al volo l'occasione e torna quindi a Houston. L'aria di casa lo rilassa mentalmente e "professionalmente": Bill Hicks scopre l'alcool e l'alcolismo, facendo come primo ordine in vita sua (prima di salire sul palco) 7 Margaritas. Non scopre solo l'alcol, ma anche il magico mondo delle droghe, con particolare attenzione agli acidi. Nel giro di poco tempo passa ad essere dall'astro nascente della stand-up a comico che non fa ridere e si presenta sul palco in condizioni penose ed essere tagliato da tutti i club.

Nel 1987 però c'è una specie di svolta nella vita e nella carriera di Bill Hicks: capisce che il Texas, la strana compagnia che frequenta e la routine di quelle zone non fanno al caso suo e decide di spostarsi a New York. Decide di tagliare anche alcool e droghe dalla sua vita, anche se rimarranno punti cardine dei suoi spettacoli. A New York riparte anche da zero professionalmente, dichiarando che dovrà lavorare sul suo repertorio per 6 mesi per far di nuovo ridere gli avventori dei club, ma una volta trovata la ricetta giusta Bill Hicks smette di essere la giovane promessa allo sbando e diventa il migliore per la stand-up in America.

Il suo nuovo repertorio, ma forse il completo stare sul palco a tutto tondo, è qualcosa che di completamente diverso da prima. Hicks inizia ad usare parole volgari (fino ad allora mai usate) e dal palco vomita tutto quello che gli viene in mente, spesso anche nei confronti del pubblico. Assistere ad un qualsiasi spettacolo dei 300 annuali che Hicks propone è un'esperienza unica, che cambia lo spettatore che ha la fortuna di assistere all'evento. Hicks è un mix tra comico, santone e profeta, riuscendo a mischiare tutti gli argomenti di suo interesse in spettacoli memorabili.

Questo sotto ad esempio è "Sane Man", il suo primo vero grande successo. Gustatevelo.

Hicks ottiene un grandissimo successo e ben presto viene chiamato in tour in Europa, dove nel 1991 riscuote un caloroso apprezzamento per "Relentless" e si innamora della reazione del pubblico Europeo, scoprendo che si, c'è un pubblico anche per il suo nuovo modo di vedere la stand-up comedy: in America ha difficoltà a fare il tutto esaurito in club di poche decine di avventori mentre in Europa riempie i teatri.

Sul tubo abbiamo anche Relentless, che è un obbligo guardare.

Nel 1992 registra "Revelations", probabilmente il suo miglior spettacolo. L'anno successivo si trasferisce di nuovo a Los Angeles, vince premi nazionali ed internazionali e sembra lanciato verso una carriera inarrestabile. Nel 1993 parte per un tour in Australia, dove accusa dolori ad un fianco.

A metà Giugno dello stesso anno gli viene diagnosticato un cancro al pancreas senza alcuna possibilità di salvezza. Hicks tiene la notizia riservata, continuando ad esibirsi e raggiungendo picchi artistici clamorosi. In quei giorni registra la sua dodicesima apparizione al Letterman Show, che verrà censurata. Letterman, a distanza di anni, ancora non si è perdonato quella censura, che ovviamente non fu presa bene da Hicks. Quella sotto è l'ultima registrazione di un suo spettacolo, registrato (con Hicks già visibilmente malato) solo qualche mese prima di morire:

Hicks morirà il 26 Febbraio 1994, lasciandosi dietro un vuoto incolmabile per talento e carisma sul palcoscenico. Rimane una delle personalità più emblematiche del panorama culturale Americano e un mostro sacro della stand-up comedy. Tributi e citazioni sono continui (Misfits, Preacher di G.Ennis, TOOL etc etc), tutte cose ampiamente meritate per una persona che è quasi offensivo catalogare solo come "comico".

Se vuoi condividere

Share by: