AltRa Velocità

Enrico Luschi • 23 marzo 2019

Inauguro una serie di raccontini a sfondo ferroviario

It ain't me, it ain't me

Ore 03:20, spengo la sveglia. Porca troia se è presto, non mi abituerò mai. E' come un'ascia nella nuca. Mi alzo, facendo meno casino possibile per non svegliare Francesca che dorme, giustamente.

Piscio, cercando di fare un attimo mente locale sulla mattinata di lavoro che mi aspetta tra 45 minuti: servizio senza infamia e senza lode, esclusa la sveglia. Niente di peso, non troppo lungo e con qualche pausa nel mezzo per poter prendere un caffè o fumare una sigaretta. Faccio una carezza ai due gattini Liegi-Bastogne-Liegi, affettuoso ma senza eccedere e la piccola Ciggiellecisleuil, minuta e nervosa che non ama la luce all'improvviso e sembra più una talpa che un gattino, con gli occhi socchiusi.

Yogurt, muesli e crusca, ormai è tutto rodato meccanicamente. Faccio colazione velocemente, mentre guardo distratto la replica notturna di Rainews per vedere cosa mi sono perso in queste poche ore tra le braccia di Morfeo. Certo che Salvini è proprio un cretino. Come è il meteo per le città dove andrò oggi? Vaffanculo, massima 5 gradi. Ah, a Siena piove anche. Strano. Che ore sono? Le 3:29, sono ampiamente in tempo. Caffè e sigaretta con calma, poi magari caco, chè altrimenti poi fino alle 11:00 non ho un minuto libero e cacare nei cessi dei treni proprio no.

Vado a lavoro in motorino, sono solo 3 km. A quest'ora in giro non c'è molto traffico, ma è bene stare attenti a qualche briaco al volante. Arrivo in deposito con qualche minuto di anticipo rispetto al programmato, lo investo bevendo un altro caffè, alla macchinetta. Stamani proprio non ingrano. E' la quarta mattina consecutiva che mi alzo prima delle 5.
Mentre bevo il caffè butto un occhio all'ammasso di cartoni e stracci nell'angolo ormai preso in gestione dal povero Giogio, il barbone che vive nei dintorni del deposito. Chissà come fa a vivere coperto solo da un cartone e una copertina di pile, in queste notti ancora gelide di fine inverno. Dopo essermi sincerato che anche stanotte Giogio è "a casa" salgo le scale e mi metto la divisa, mentre con gesti stanchi accendo tutti gli strumenti di lavoro.

Il primo treno è praticamente vuoto, più che controllare i biglietti bisogna controllare che nelle carrozze funzioni tutto per quanto riguarda impianto frenante, illuminazione, riscaldamenteo, bagno etc etc.....Il macchinista è un ragazzo della mia età, bravo ma palloso. No dai, alle 4:15 non ho voglia di parlare di sindacato. E continua, il rompicoglioni. Eh lo so, licenziati, che ti devo dire? Ma vai in culo, ebete.

Nonostante il treno parta tra 20 minuti ci sono già una decina di viaggiatori di fronte alle porte. in attesa che si aprano per entrare al tepore del riscaldamento. Iniziamo a controllare le vetture, su. Ecco la guardia giurata, su questo treno c'è sempre, si mette come al solito nella seconda vettura. Sembra simpatico, anche se non parla mai con nessuno. Sarà lesso dopo l'ennesima notte. Questo riscaldamento del cazzo non riparte, vaffanculo. Oh, pace, staranno al ghiaccio: su 6 vetture è rotto solo questo. Due magrebini che se hanno il biglietto mangio un gatto. Bah, sembrano tranquilli, non stuzzichiamoli, dopo si vedrà...

Partiamo. Fermate inutili a quest'ora, marciapiedi vuoti. Hanno tutti il biglietto, brave bestioline. Mi fisso un attimo sul panorama notturno dell'hinterland fiorentino, già tutto troppo uguale al solito per essere minimamente interessante.

Montale - Agliana.....A che ore si riparte da qui? Il segnale è già aperto, ma mancano ancora 2 minuti: aspettiamo.
Quello che cosa ha? Sembra nervoso. Cammina verso di me, ha l'aria davvero tesa.
Speriamo non crei problemi, viene proprio verso di me. Però sembra "sano".

Capotrenoooo!!!!
Buongiorno, mi dica.
Montale, devo andare a Montale. Oddio!
Ma.....
Per favore mi porti a Montale. Subito!
Calmo, calmo. E' questa Montale, siamo arrivati.

Mi guarda, nel suo volto teso esplode un sorriso dolce. Mi da una delicata pacca sulla spalla e tutto soddisfatto, con voce calma esclama "Sono davvero fiero di te". Poi gira il culo e se ne va.

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