Oggi ho pensato forte forte alle sardine

Enrico Luschi • nov 20, 2019

Poteva mancare la mia visione sulle sardine?

Oggi ho pensato forte forte alle sardine e voglio rendervi partecipi delle mie sagaci riflessioni.

Mettiamo le cose in chiaro subito: è un movimento che apprezzo per la spontaneità e per la storia che si porta dietro che sa di lotte antiche (quasi da Davide contro Golia, che ha sempre un fascino romantico). La reputo anche una cosa necessaria in questi momenti bui per la società civile, quasi asfissiata e tramortita e tutto quello che volete.

Ma non mi convincono. Guardate, non è per fare a prescindere il bastian contrario più furbo di tutti, è che davvero ci vedo qualcosa di marcio dal quale fuggire il prima possibile.

Spero di spiegarmi: tutto questo bailamme è nato dall'idea di 4 minchioni (in senso affettuoso) che, quasi per caso, hanno tirato su una manifestazione che ha registrato un'adesione clamorosa, con migliaia di persone.

Fin qui tanto di cappello, ma appena si scava un pochino vengono fuori le prime magagne. Si manifesta "contro" Salvini e "contro" la paura di veder cedere anche uno degli ultimi due baluardi di progressismo in Italia, ma quale è il collante di tutto questo? Temo sia solo la paura di assistere alla vittoria dell'altro, dell'avversario: converrete che sia un po' pochino. Su questo poi ci può essere un grosso malinteso concettuale, ovvero sia che la piazza mi pare gridare una totale mancanza di rappresentanza nell'agone politico, quasi un disperato grido di adozione da parte di un qualcuno (che ancora non si scorge) in grado di raccogliere questo urlo di dolore. E già questo, almeno a me, fa venire qualche sudorino freddo. Sarò stronzo, ma la richiesta della guida del buon pastore da parte del popolo bue mi fa paura sia quando è invocata da destra che da sinistra.

E sono emblematici anche i tentennamenti del PD nel metterci il cappello sopra. Si, perchè credo siano da leggere (sempre secondo la mia modesta opinione personale) come una totale incomunicabilità tra un partito alla deriva ed un popolo che esprime concetti confusi, talvolta errati e le classiche idee da 68ini del terzo Millennio che, oltre che anacronistice, sono francamente insopportabili. Sorvolo sull'utilità di cantare "Bella ciao", ma una bella canzone serve sempre a fare gruppo e quindi passi pure.

Ieri un amico su FB mi ha invitato ad iscrivermi ad un gruppo (roba tipo "L'arcipelago delle Sardine"), una specie di coordinamento nazionale, con migliaia di iscritti. Ho avuto il terrore di darci un'occhiata, poi la curiosità l'ha fatta da padrona. Per qualche minuto sono stato iscritto ed ho ammirato il magma delle discussioni: si andava dalla inesausta critica al capitalismo (superabile, evidentemente, con un bel picnic novembrino in piazza, averci pensato prima.....), passando dalla mail di raccolta adesioni dei gruppi delle altre città (non necessariamente emiliane, una cosa che, non so perchè mi ha fatto venire in mente le parole "moda" e "franchising", quasi come se bastasse inserire il nome della città dietro il cancelletto dell'hastag e scrivere "NonsiLega!" ed il gioco è fatto) per finire il calendario delle prossime manifestazioni, quasi fosse una tournée di un gruppo musicale.

Mi pare che il neonato movimento già puzzicchi di morto, anche se spero di sbagliarmi. Di cuore. Insomma le sardine mi riportano alla mente i Girotondi di Nanni Moretti, catastrofica esperienza "spontanea" dell'Italia antiberlusconiana, nata con le migliori intenzioni e affogata in un mix di scelte sbagliate e miopia politica e dimenticata velocemente. Adesso mancano solamente la Dandini, la Mannoia e il vergare un qualche manifesto con la firma di un qualche intellettuale alla Flores d'Arcais per completare l'opera e decretare ufficialmente lo stato di morte.

La mia più grande paura è che questa piazza, bella per moltissimi aspetti, si ritrovi smarrita il giorno delle elezioni emiliane. Qualche sardina si rifugerà nel voto al PD (anche legittimamente, credo l'Emilia sia governata bene), magari "turandosi il naso", qualcuno magari in qualche partito abile a metterci il cappello sopra. Qualche leaderino magari ci si costruirà sopra una dimenticabile carriera politica, ma io ci vedo tanta tanta tanta carne da cannone per il prossimo populismo. Un populismo che non riesco ancora a delineare bene, ma prossimo a nascere dopo che la Lega si sarà sciolta alla prova delle responsabilità reali di un Governo che, prima o poi, gli sarà affidato.

Datemi dello scemo, ma la vedo così.

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