Recensione "I passeggeri della Terra"

Enrico Luschi • 18 gennaio 2019

Un libro raccontato sul blog

Nei giorni in cui in Italia si discetta argutamente del pietoso show organizzato con l'arresto di Battisti (lo stato di diritto, do you remember?) o della #10yearschallenge e si ode in sottofondo il deragliamento culturale del dibattito tra la Cuccarini e Heater Parisi io, per chiudermi a riccio verso le vostre brutture, ho deciso di leggere "I Passeggeri della Terra" di Nicola Zolin, edizioni Alpine Studio. Lo trovate a 16 euro (salvo sconti online) e ve lo consiglio, poi fate come vi pare, tanto a fare del bene a voi è come mettere la cravatta al majale.

Finito proprio stamani, nel tempo morto tra un treno e l'altro da portare dalla stazione A alla stazione B. Il libro narra la storia (vera) di 3 ragazzi che, in preda ai bollori giovanili & ambientalisti, decidono di lasciare le loro vite vagamente stabili a L'Aja per girare il mondo senza spendere un euro. Siccome il progetto era troppo sensato decidono di aggiungere un ulteriore tassello al puzzle: ok la zingarata, ma solo se in autostop. Ah si, come contorno abbiamo zaini con pannelli solari per prodursi energia e non inquinare, rovistare nei cassonetti per raggranelare del cibo ancora commestibile, robusto animalismo militante.

Il racconto è abbastanza scorrevvole, si legge bene e velocemente, scritto in uno stile tendente al freddo, quasi distaccato e di certo non troppo ironico (non stiamo parlando del Bill Bryson italiano, ecco...), ma tuttavia ha il grandissimo merito di farti immedesimare subito nei protagonisti della storia. Gente peraltro lontanissima dal mio modo di vedere la vita, la politica (intesa come gesto quotidiano) ed il viaggiare stesso.

La trama non sto a raccontarvela, soprattutto perchè mi sono sempre state sul cazzo le recensioni dei libri che svelano la trama, tuttavia è un libro che vi consiglio di leggere. Non tanto se siete appassionati del filone "girodelmondoscalzi&gnudi" -ci sono libri migliori per quello stile- quanto perchè il viaggio dei 3 amici mi ha colpito sotto un'ottica diversa.

La cosa che mi ha appassionato di questo libro è stata la riflessione che più di una volta mi ha spinto a domandarmi: ma se mi fossero capitati davanti questi 3 ragazzi -nel mio intimo ancora mormoro con convinzione "sciaurati"- come mi sarei comportato? Meglio o peggio di un camionista marocchino? Ed i libri, a mio avviso, servono a questo.

Ah, comunque: al momento della scelta definitiva scelgono ovviamente, tutti e 3, la topa. Quindi c'è anche il lieto fine, per gli appassionati del genere.

Se vuoi condividere

Share by: