Portatemi fuori (possibilmente vivo) dagli '80

Lo Slavo • 23 gennaio 2019

L'esordio dello Slavo

Barbe alla Rasputin, giubbotti di jeans, freccette che centrano un bersaglio facendo sospirare i cuori degli amanti che assistono al tiro del novello Robin Hood senza arco. Al bancone qualche testa si muove al ritmo di uno degli hard rock peggiori mai prodotti a memoria d’uomo. In alto, nell’angolo, un vecchio Sony a tubo catodico fa compagnia a un telefono a rotella poggiato su una mensola. Una coppia di ragazze chiacchierano dei fatti propri, una sorseggia una pinta di chiara, l’altra mastica una gomma con una forza tale che sembra la voglia distruggere. Tutto questo masticare ha allenato la mandibola (perché dovete sapere che la parte mobile è la mandibola e non la mascella come tutti pensiamo) che sembra quella di Quagmire... come i capelli del resto.

Sei giovani intorno al tavolo sono curvi sui loro smartphone, talmente cupi che sembrano carbonari (non quelli del carbone), fatta eccezione per uno che è più brioso, forse grazie al maglione a scacchi bianco e rosso che sembra uno di quei maglioni che si mettono gli americani per Natale, quelli con la renna per capirsi. Adesso è entrata una coppia molto carina: lui ha una fronte importante, con capelli alla Luke Perry versione Dylan ma con l’espressione più moderna di Dawson, lei invece ha una frangetta perfetta, biondina, converse e calzini da tennis bianchi con due righe in cima una rossa e una blu, di quelli che avrebbe messo McEnroe insomma. E improvvisamente dalle casse esce Heart’s on fire (quella di Rocky) ed è quasi magia!

Io sono da una parte appoggiato che osservo e scrivo... in questo piccolo spaccato di città che sembra quasi il 1986

(by Lo Slavo)

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